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Viaggio studio per studenti di scienze della sostenibilità

Studiare scienze della sostenibilità all'estero offre esperienze pratiche essenziali, ma è importante informarsi sui corsi, costi e burocrazia.

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Studiare scienze della sostenibilità all’estero: tutto quello che avrei voluto sapere prima di partire

Se stai pensando di andare all’estero per studiare scienze della sostenibilità, probabilmente hai un mix di entusiasmo e preoccupazioni che ti girano in testa. Ci siamo passati anche noi: gente che si fa venti domande al minuto (“Ce la farò?”, “Sarò all’altezza?”, “Starò bene da solo/a?”), e che magari sente una pressione enorme perché il tema ambiente, oggi, non è solo una moda ma un’urgenza vera.

Perché scegliere un viaggio studio in sostenibilità?

Teoria, laboratori e libri sono importanti, ma la sostenibilità è una materia che prende davvero vita solo con l’esperienza: vedere da vicino come Olanda, Regno Unito, Irlanda o Canada gestiscono le energie rinnovabili, l’economia circolare, la tutela delle risorse. Spesso in Italia queste cose sono ancora agli inizi, mentre fuori puoi sperimentare idee, progetti e tecnologie che qui non sono sempre accessibili.

Il valore aggiunto? Non solo impari i contenuti tecnici e scientifici, ma ti metti ogni giorno alla prova con approcci nuovi, colleghi di altri Paesi, idee che forse in Italia non arrivano mai. E, fidati, impari a comunicare (e sopravvivere!) anche lontano da casa tua: una soft skill che non trovi nei manuali.

Quello che non ti dice nessuno (ma dovresti proprio considerare)

1. I corsi non sono tutti uguali

Sembra banale, ma molti si fanno affascinare da titoli pomposi o promesse da catalogo. Guarda se ci sono laboratori veri, possibilità di “sporcarsi le mani”, non solo lezioni frontali. Non tutti i corsi brevi ti danno crediti utili per l’università italiana: chiarisci subito questo punto o rischi di buttare tempo e soldi.

2. L’inglese serve davvero

Livello B2 è, di solito, il minimo per non sentirti escluso o in balìa di parole sconosciute. Se hai dubbi, meglio fare un test o rafforzarlo prima di partire, magari con corsi specifici su temi ambientali (così impari anche il vocabolario giusto).

3. I costi sono spesso sottostimati

Tra voli, alloggio, cibo, trasporti pubblici, materiali per i corsi… la cifra cresce velocemente. Poi magari scopri che devi pagare pure per le gite sul campo obbligatorie o per l’assicurazione. Chiedi sempre un preventivo dettagliato e cerca borse di studio, ma metti in conto che la coperta è spesso corta.

4. La burocrazia: una fatica, da non sottovalutare

Visti, permessi, assicurazioni sanitarie, modulistica varia… Non è la parte più divertente, ma se fai un errore rischi rallentamenti o, nei casi peggiori, problemi legali o sanitari. Parti con anticipo e chiedi il supporto di chi queste cose le ha già vissute sul campo.

Le difficoltà vere, senza filtri

Un viaggio studio può essere stimolante, ma non è la trama di un film motivazionale dove tutto fila liscio. Puoi sentirti solo, impacciato con la lingua, magari ti capita di prendere la metropolitana al contrario (successo davvero!), o semplicemente ti senti stanco e vorresti solo il tuo divano di casa. A volte, le attività proposte sono meno “green” e più “teoriche” del previsto. Non tutte le università o i programmi danno lo stesso supporto.

Il consiglio? Non vergognarti di chiedere aiuto, a chi è sul posto o (se capita) a un advisor: serve molto più coraggio a chiedere una mano che a far finta che vada tutto benissimo.

Non puoi partire? Le alternative ci sono

Non sempre partire fisicamente è possibile o sensato: i corsi online (spesso in inglese e con docenti top) permettono di studiare senza frontiere; tanti atenei offrono scambi semestrali riconosciuti; stage in Italia in aziende o ONG serie ti mettono già sul pezzo. Non c’è una sola strada giusta — l’importante è che sia quella che funziona per te e non per altri.

Voci dal campo

Chi ci è passato lo sa: Marco, che dopo un viaggio studio in Olanda ha dovuto riorganizzare tutto perché i crediti non erano riconosciuti (“Ci ho rimesso un po’ di tempo ma per fortuna avevo qualcuno che mi ha guidato a sistemare tutto”). E poi Chiara, che prima di partire aveva mille ansie sull’inglese e invece, con un corso intensivo pre-partenza, si è sentita molto più rilassata (“I primi giorni ero spaesata, poi ho fatto amicizia grazie ai team project”).

Qualche FAQ sempreverde

Serve per forza un inglese perfetto?

No, ma saper comunicare decentemente (B2) è fondamentale se vuoi davvero imparare e socializzare.

I crediti sono sempre riconosciuti?

No, e qui davvero ogni università fa storia a sé. Chiedi prima e chiedi per iscritto. Studey può aiutarti a capire come muoverti girando tra le mille regole.

Borse di studio esistono ancora oppure sono leggenda?

Ci sono, ma la lotta è dura e le regole cambiano di continuo. Serve pazienza (e a volte una mano per orientarti nei bandi).


Se hai ancora dubbi (normale, nessuno nasce “esperto di viaggi studio”), valuta bene cosa vuoi davvero, fatti tutte le domande che ti vengono e non temere di scriverci: non per venderti un pacchetto, ma per aiutarti a non sbagliare proprio quelle cose che nessuno ti aveva detto. In fondo, essere sinceri fa parte della sostenibilità, no?

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Le informazioni contenute in questo articolo sono aggiornate al momento della pubblicazione, ma potrebbero subire variazioni nel tempo. Per avere informazioni sempre aggiornate e personalizzate sul tuo caso specifico, ti consigliamo di parlare con un nostro advisor.