Viaggio studio in Relazioni Internazionali: tutto quello che nessuno ti dice prima di partire
Sogni di lavorare in ambasciata, all’ONU, in qualche ONG internazionale? Forse stai pensando a un viaggio studio fuori dall’Italia, magari con l’idea che “basta andare all’estero e tutto sarà magico”. Spoiler: senza voler smorzare l’entusiasmo, ci sono un po’ di cose da sapere prima di buttarsi in questa avventura, soprattutto se hai scelto Relazioni Internazionali.
Qui trovi (senza filtri) quello che abbiamo imparato, vivendo sulla nostra pelle le stesse ansie, errori, soddisfazioni e imprevisti che probabilmente aspetteranno anche te.
Cosa significa davvero fare un viaggio studio in Relazioni Internazionali
Non è una “gita” o una vacanza lunga con qualche corso in mezzo. Parliamo di spostarsi in un altro Paese, dove nessuno ti conosce, dove magari la lingua la mastichi ma non sempre la afferri davvero. E spesso, per la prima volta, toccherai con mano il bello (e il complicato) della vera multiculturalità: la classe sarà piena di americani super competitivi, asiatici super preparati, olandesi tranquillissimi e inglesi che sanno sempre cavarsela.
In un’esperienza così, le “soft skills” come la gestione delle differenze culturali non sono facoltative: le impari – o ti ci scontri. E non sarà sempre comodo.
Le destinazioni: pro, contro e qualche retroscena
Nessun Paese è perfetto. Ecco quello che abbiamo “scoperto” (spesso a nostre spese):
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Regno Unito:
Programmi strutturati, prestigi e networking potenti, ma… costi altissimi e, da Brexit in poi, meno certezze per studenti UE. Il visto? Un bel rompicapo, specie se vuoi rimanere anche dopo la laurea. -
Irlanda:
Più accessibile come prezzi e ambiente molto “friendly”. Meno scelta, ma atmosfera accogliente e possibilità di restare dopo gli studi. -
USA e Canada:
Esperienza formativa fortissima e moltissime opportunità di stage, ma preparati a spese importanti, application lunghe, e mille dettagli burocratici (visti, assicurazioni, ecc.). -
Paesi Bassi:
Sempre più internazionali, costi nella media, tanti corsi in inglese, ambiente stimolante (ma non sempre facilissimi da sopportare: il clima, la burocrazia, il doverci adattare ad abitudini molto diverse dalle nostre). -
Australia:
Bello, globale, in forte crescita… ma è letteralmente dall’altra parte del mondo e i trasferimenti costano non poco. Non per tutti.
Onestamente: nessuna di queste opzioni “fa il miracolo” e ognuna ha le sue sfide. Quello che funziona per un amico magari non fa per te (e va bene così).
Prima di partire: ecco a cosa devi pensare davvero
Queste sono alcune delle cose che avremmo voluto sapere PRIMA:
- Documenti e application: ogni università ha richieste diverse. Assicurati sempre di capire bene cosa vogliono. E no, il “curriculum Europass” spesso non basta. Occhio anche alle tempistiche (stringenti, a volte non flessibili).
- Lettere di referenza: sembrano solo una formalità, ma non sono tutte uguali. Quelle fatte “di fretta” spesso ti penalizzano. Conviene investire qualche energia in più e chiedere aiuto, se serve.
- Personal statement: questa parte fa la differenza. Non serve raccontarsi come “il prossimo segretario generale dell’ONU”, meglio essere onesti e spiegare perché vuoi davvero fare questo percorso.
- Visti e scartoffie varie: questo, spesso, è il punto critico. Ogni Paese cambia le regole velocemente. Fatti aiutare a verificare le fonti ufficiali e tieni duro: capita a tutti di sbagliare qualcosa al primo colpo.
- Aspetti pratici: trovare casa, non farsi fregare da siti-truffa, aprire un conto (in UK è più complicato ora, in Olanda serve il numero BSN, in USA la procedura bancaria sembra fatta apposta per confondere gli stranieri…). Prenditi tempo per organizzarti e non essere troppo duro con te stesso se fai qualche casino.
Le fatiche “vere”, di cui si parla poco
Ok, parliamo chiaro:
- La solitudine, all’inizio, si sente eccome (e non sempre passa dopo la prima birra con i coinquilini).
- Fare amicizia non è una gara, e serve pazienza. Gli altri sono nella tua stessa situazione… anche se sembrano super sicuri.
- Concili studio, lavoro per pagarti le spese e magari uno stage? Non è impossibile, ma è pesante. Calcola bene i tuoi limiti, prova e, se va storto, va bene così.
- A volte il corso scelto non rispecchia le aspettative. Ammetterlo (anche a metà semestre) non è un fallimento.
Un esempio concreto: Marco in Olanda
Marco pensava che per entrare nel suo master in Relazioni Internazionali bastasse una “buona votazione” e un inglese scolastico. Aveva voglia di mettersi in gioco, ma si è scontrato con il muro della lettera di referenza troppo generica e dei dettagli burocratici sempre “urgentissimi”.
Abbiamo rivisto insieme la motivazione, lavorato sulle referenze (con qualche chiacchierata extra coi prof) e strutturato tutto in modo più “olandese” (leggasi: pratico, diretto, non troppo autoreferenziale).
Risultato? Ce l’ha fatta, ma ci ha messo più tempo del previsto e ha cambiato idea su un paio di cose lungo la strada (il corso scelto non era quello “giusto” inizialmente, e va bene così). Oggi fa uno stage in una ONG locale: non è tutto perfetto, ma è felice di non aver mollato dopo i primi intoppi.
Domande che riceviamo più spesso
- Ci vuole per forza una certificazione di inglese?
Praticamente sì. IELTS, TOEFL o simili; i punteggi richiesti variano da corso a corso, quindi meglio controllare bene. - Posso lavorare part-time?
Dipende dalla destinazione e dal tipo di visto. In Olanda ad esempio è più semplice, in UK e USA bisogna fare attenzione alle regole. - Come scelgo l’università giusta?
Non fermarti solo al nome o al ranking. Guarda i programmi, i professori, le opportunità di stage. E, se ti interessa, verifica che il titolo sia riconosciuto in Italia (non tutti lo sono). - Quanto mi costerà davvero?
Oltre alle tasse universitarie conta viaggio, vitto, alloggio, assicurazione e spese varie (che NON sono poche, purtroppo). Chiedici un confronto pratico sulle cifre, senza promesse alla “tutto incluso”.
In sintesi
Un viaggio studio in Relazioni Internazionali è una delle esperienze più sfidanti che puoi affrontare, ma anche una delle più formative (in tutti i sensi). Non è per forza una strada liscia, e non tutto va sempre secondo i piani — ma non sei solo a fare i conti con i dubbi e le difficoltà. Qui nessuno ti promette miracoli: noi ci siamo se vuoi parlare, anche solo per chiarirti le idee e partire più sereno.
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