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Viaggio studio per studenti di musica e arte

Studiare musica o arte all'estero è un'esperienza sfidante ma gratificante. Preparati a gestire burocrazia, costi e magari anche lievi delusioni lungo il percorso.

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Studiare Musica o Arte all’Estero: Cosa Sapere Prima di Mettersi in Viaggio

Sognare di portare la propria creatività fuori dai confini italiani è normale — anzi, sempre più frequente. Molti ragazzi e ragazze ci scrivono per chiedere: “Vale la pena partire per studiare musica o arte all’estero? Come si fa davvero passo dopo passo? E quali sono le difficoltà da aspettarsi e le cose a cui stare attenti prima ancora di fare domanda?”. Non è una scelta da prendere alla leggera: un viaggio studio di questo tipo non è solo la “scenografia” perfetta per la crescita artistica, ma anche un percorso pratico e spesso tosto, fra burocrazia, nuove abitudini e, sì, anche nottate insonni per sistemare il portfolio o imparare un pezzo.

Proviamo a mettere insieme tutto quello che avremmo voluto sapere, senza filtri, prima di affrontare questa esperienza.


Perché scegliere di studiare musica o arte all’estero?

Partiamo da qui perché questa domanda merita più di una risposta scontata tipo “All’estero è meglio!”. Non è sempre vero: dipende da quello che cerchi. In Italia esistono percorsi di altissimo livello — le famose AFAM, cioè le accademie e i conservatori — ma magari cerchi un approccio più pratico, o un ambiente internazionale dove si respira contaminazione. O semplicemente una didattica diversa, più orientata al progetto che all’esame. Ed è legittimo.

Il portale italiano Study in Italy può essere un buon punto di partenza anche per l’offerta artistica nazionale, ma se ti senti di esplorare un network professionale più ampio, vuoi metterti alla prova con nuove lingue e nuovi stili oppure hai trovato un docente che ti ispira particolarmente... allora l'estero forse fa al caso tuo.


Partire, sì. Ma come? Le cose da sapere davvero

  • La scelta della scuola (o del corso):
    Qui la pubblicità non sempre aiuta. Non basta vedere quante “stelle” ha un’università sui ranking online: vai a fondo sulle materie offerte, sulla tipologia di laboratori, chiedi se ci sono molte possibilità di esibirsi, esporre o entrare in contatto con professionisti VERI del settore. Spesso la chiave è proprio chiedere a ex studenti (anche quelli che hanno cambiato idea o non sono soddisfatti).
  • Come si entra:
    Qui entrano in gioco portfolio, audizioni, prove pratiche, tutto spesso con anticipo pazzesco sulle date di iscrizione italiane. Non basta “saper fare”, serve anche saper dimostrare cosa sai fare: può volere dire selezionare i lavori giusti, imparare a parlare di sé (aiuto!) o prepararsi a performance live davanti a sconosciuti. Faticoso, ma gestibile se ci si organizza per tempo e con il giusto supporto.
  • Burocrazia a braccetto:
    Ammettiamolo: la carta e le procedure fanno venire mal di testa quasi a tutti. Tra application, permessi di soggiorno/visti (se si va fuori Europa), assicurazioni, scadenze per i bandi... è facile sentirsi sotto pressione e perdersi un dettaglio. Meglio segnarsi tutto (davvero, tutto!), e non aver paura di chiedere anche il consiglio più banale. Avere qualcuno che ci è già passato aiuta tanto.
  • Costi, anche quelli nascosti:
    Oltre a rette e alloggio — altissime in certi Paesi — metti in conto strumenti, materiali artistici spesso costosi o difficili da trovare, viaggi per tornare a casa, qualche assicurazione medica. Sii onesto fin da subito con te, la tua famiglia (e il tuo portafoglio). Esistono borse di studio, sì, ma spesso sono un concorso a parte: informati con attenzione.

Difficoltà che non ti dicono (spesso)

  • Impatto culturale e linguistico:
    Imparare una lingua nuova a scuola è diverso dal capire subito battute e sfumature di chi ti sta intorno. Può essere frustrante chiedere di ripetere, o non riuscire a spiegare bene una tua idea creativa. Succede, e all’inizio un po’ isola. Si supera col tempo — e con la compagnia giusta.
  • Ansia da prestazione:
    In musica e nelle arti, il confronto è costante. Non tutti hanno l’attitudine “show must go on” fin dal giorno uno. È normale avere momenti in cui ci si sente indietro rispetto agli altri — eppure anche quei periodi fanno crescere.
  • Delusioni (che possono insegnare):
    Magari scegli un corso che sulla carta prometteva tantissimo, poi scopri che non fa per te, oppure che non c’è la possibilità di esibirsi quanto speravi. A volte si cambia strada: non è un fallimento, ma un’esperienza utile comunque. Meglio rendersene conto prima che tardi, parlandone con chi l’ha vissuto, senza paura di sembrare “incerti”.

Esperienza vera: la storia di Giulia

Quando parliamo di supporto reale, pensiamo a situazioni come quella di Giulia, che ci ha scritto pochi mesi dopo il trasferimento:

“Ho scelto un conservatorio in Olanda, dopo mesi di ricerche e una selezione difficile. I primi mesi sono stati una montagna russa. Piangevo spesso: tutto era diverso, soprattutto il metodo di studio e il modo in cui dovevi proporti come artista. La svolta? Quando un ex studente mi ha aiutato a capire come impostare le mie giornate e mi ha suggerito di non puntare tutto solo sui risultati all’esame. Senza quel tipo di aiuto, non so quanto avrei tenuto botta.”


Alternative al “parto subito”: opzioni da esplorare

A volte la strada migliore non è partire per forza subito per una triennale o un master.
Corsi estivi e winter school in musei e conservatori stranieri, workshop brevi o tirocini sono ottimi test: ti permettono di respirare l’aria di un contesto internazionale e capire se davvero è quello che fa per te, prima di investire tempo e soldi in un percorso lungo.


Come prepararsi concretamente?

  • Raccogli tutto quello che hai fatto, ma cerca già ora di ragionare su cosa comunica meglio il tuo stile. Il portfolio dice più di mille parole.
  • Chiedi feedback: magari ti senti già preparatissimo, ma occhi esterni — meglio se di chi ha fatto una selezione internazionale — sanno vedere punti di forza e cose da aggiustare.
  • Non sottovalutare la parte burocratica (dai, lo so che tutti ci cascavano): occhio ai documenti, alle traduzioni, alle scadenze!
  • E il budget? Anche qui, fai due conti puntuali — davvero, non limitarti alle tasse universitarie.

Se hai dubbi, non c’è vergogna a chiedere aiuto. Che sia un amico, un ex studente o qualcuno con più esperienza, anche solo per una chiacchierata: può farti risparmiare mesi di fatica e qualche delusione — parola di chi ci è passato.


Risposte alle domande più frequenti

Che documenti servono per iscriversi?
Oltre a pagelle e diplomi, spesso servono lettere di referenza, una presentazione personale e per la musica o le arti visive, un portfolio o provini pratici. Ogni scuola chiede cose diverse: regola d’oro, leggere ogni riga delle checklist!
Come mi preparo per l’audizione o il colloquio?
Con calma e con anticipo. Abbina preparazione tecnica a una cura per come “ti racconti”: se puoi, fatti seguire da chi ha già passato quella selezione.
Quanto costa, più o meno?
È la domanda più difficile: dipende tantissimo da dove vai, dal tipo di corso… e dal costo della vita in quella città. Per non sbagliare, raccogli informazioni da studenti già lì (chiedi!), e metti sempre un piccolo extra nel preventivo per le variabili impreviste.
Conservatorio, università, accademia: cosa scegliere?
Qui non esiste una risposta giusta per tutti: va di pari passo coi tuoi obiettivi professionali e artistici. Se hai in mente la performance o vuoi suonare, cerca realtà che ti mettano “sul palco” il più possibile. Per discipline teoriche o arti visive può servire un altro tipo di ateneo.

Non esiste un modo “giusto” o “sbagliato” di affrontare un viaggio studio, né una formula segreta per evitare ostacoli. Ma sapere già di non essere i soli ad avere dubbi, ansie o anche mezze idee, spesso alleggerisce il carico. Siamo qui per quello: parlare, consigliarti in modo diretto e aiutarti a non sentire tutto troppo sulle tue spalle.

Se vuoi confrontarti con chi ha già fatto queste scelte, o solo farti un’idea concreta di come muovere i primi passi, scrivici pure. Non promettiamo risultati miracolosi — nessuno può — ma ci mettiamo la faccia e l’esperienza. Quando si parla di arte e musica, il viaggio conta quanto la destinazione.

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