Imparare l’inglese scientifico all’estero: quello che avrei voluto sapere prima di partire
Quando si pensa a “studiare inglese”, spesso si immagina la classica vacanza studio o il corso super generico. Ma se il tuo obiettivo è capire (e magari scrivere!) articoli di medicina, parlare la lingua dell’ingegneria, o seguire una lezione di biotecnologie senza sentirti un alieno... ti serve un livello diverso. Ecco cosa c’è davvero dietro a un viaggio studio per imparare l’inglese scientifico — in parole semplici, senza giri di marketing.
Cosa vuol dire “inglese scientifico”?
È molto più di imparare qualche parola tecnica. È uno stile preciso, pieno di termini specifici, formule, abbreviazioni, strutture grammaticali che magari in classe non hai mai sentito. È la lingua delle ricerche, delle conferenze, dei laboratori.
Se hai in mente una carriera tra università, ricerca o mondo tecnico, saperlo usare bene può fare la differenza. E ti avviso: non è sempre facile. Tutti inciampano all’inizio e sentirsi inadeguati è la normalità — non lasciarti scoraggiare se nei primi giorni sembri capire metà delle conversazioni.
Dove si studia davvero l’inglese scientifico?
Di corsi ce ne sono tanti. Ma quello che conta davvero è trovare un’esperienza che abbia a che fare con il TUO settore e il tuo modo di vivere lo studio. Ecco qualche opzione classica (ma ti spiego anche cosa aspettarti):
- Regno Unito e Irlanda: Tanta offerta, soprattutto nelle città universitarie. Occhio: molti corsi sono pensati per chi vuole lavorare o studiare direttamente lì, quindi il ritmo può essere alto e l’ambiente molto internazionale. Se ti piace entrare subito in contatto con studenti da tutto il mondo, è il top.
- USA e Canada: Summer school e programmi pensati proprio per studenti internazionali. Spesso puoi “provare” una vera giornata da universitario (lezioni, laboratori, anche qualche esame simulato). Fantastico, ma il livello di inglese richiesto non è basso: B2-C1 minimo, altrimenti rischi di affogare.
- Australia: Bel mix tra corsi teorici e pratici; però il costo della vita è alto e la distanza – anche emotivamente – si fa sentire. Consigliato a chi parte già molto motivato e non ha paura del jet lag permanente.
Non è tutto oro: che fatica!
Parliamoci chiaro: un viaggio studio del genere ti mette di fronte a una bella serie di montagne russe.
- Livello richiesto: Con un inglese scolastico non basta. Serve almeno un B2 solido (meglio se anche più alto), perché le materie sono specifiche e si va veloci.
- Arriva la fatica vera: All’inizio potresti sentirti spaesato, ritrovarti a controllare metà delle parole o a non capire subito le domande dei prof. È normale, ci siamo passati tutti. Lavoraci su prima di partire: guarda video, leggi articoli, prendi dimestichezza con i “paper” tipici del tuo settore.
- Costi: I corsi di inglese scientifico, specie nei paesi anglofoni, non sono economici. Aggiungi voli, alloggi, assicurazioni. Fatti bene i conti prima e cerca tutte le borse o agevolazioni possibili.
- Scelta del programma: Non tutti i “corsifici” sono validi. Scegli corsi che parlino chiaro: “English for Science”, “Medical English” ecc. Meglio se i docenti hanno esperienza reale nel settore. Diffida di chi vende “inglese scientifico” ma ti fa solo i soliti listening su argomenti generici.
Gli errori più comuni visti con i miei occhi
- Sottovalutare la componente tecnica e ritrovarsi a metà corso pieni di dubbi (ma si può sempre recuperare, eh!).
- Scegliere il primo corso che capita senza leggere bene il programma — e poi scoprire che è più “conversazione generale” che scienza.
- Partire senza organizzare bene la parte burocratica: visti, assicurazione sanitaria, prenotazioni fatte all’ultimo minuto.
- Non prepararsi al cambio vero: è facile sentirsi soli o spaesati appena arrivati, specialmente se nessuno ti spiega cosa aspettarti davvero dalla vita quotidiana lì.
Una storia vera, fuori dalle brochure
Marco, biologo, anni fa è partito per Dublino con l’idea “Tanto me la cavo…”. Dopo la prima settimana di lezioni si è accorto che seguire discussioni su pubblicazioni scientifiche non era una passeggiata. Alla fine ce l’ha fatta, ma ha dovuto rimettersi a studiare terminologia già da casa. Il suo consiglio (giustissimo): “Non aspettare di essere lì per cominciare — cerca risorse online, leggi articoli in inglese, allenati a scrivere abstract e riassunti. Aiuta tantissimo!”
In pratica, come ci muoviamo con Studey
Se cerchi qualcuno che ti dica “vai lì e tutto sarà facile”, mi spiace, ma noi preferiamo essere onesti:
- Ti aiutiamo a valutare il tuo livello reale e capire se è già il momento di partire.
- Confrontiamo insieme il tipo di corso, gli sbocchi e il carico di studio.
- Ti supportiamo con la preparazione concreta (carta, burocrazia, e anche dritte sulla sopravvivenza quotidiana nel nuovo paese).
- E se una scuola/corso non è quello che promette, te lo diciamo in faccia.
Un ultimo pensiero
Scegliere di investire tempo e soldi in un viaggio studio scientifico è tosto, ma può davvero aprirti nuove porte. Preparati a qualche difficoltà, non seguire chi ti promette la soluzione magica, e soprattutto scegli quello che fa per te, non quello che va di moda.
Se hai domande, raccontaci la tua storia, anche solo per uno scambio di dubbi — nessun obbligo, davvero. Siamo una community, abbiamo fatto gli stessi errori, qualcuno di noi si è pure perso tra i moduli universitari inglesi... quindi, qui nessuno giudica.
In bocca al lupo — e se vuoi qualche consiglio personalizzato, scrivici quando vuoi.
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