Viaggio studio per chi ama arte e storia: cosa sapere davvero prima di partire
Mettiamo subito le cose in chiaro: studiare arte e storia all’estero è un’avventura che può cambiarti, ma non è esattamente come nei film o nelle brochure patinate. Ci sono città splendide e università ispiranti, sì. Ma ci sono anche burocrazie, notti passate a rileggere il portafoglio, e la classica sensazione di sentirsi “una goccia nel mare”, almeno all’inizio. Però, se ami davvero queste materie, il gioco vale la candela – a patto di arrivarci preparati sul serio.
Perché scegliere un viaggio studio in arte e storia (e quando NON sceglierlo)
Se hai quella fame di vedere dal vivo quadri, monumenti e storie che finora hai solo studiato sui libri, nessuna lezione in PowerPoint potrà mai reggere il confronto. Viaggiare, esplorare musei, parlare con storici, artisti, o altri studenti che condividono la tua passione è un’esperienza che lascia il segno. Ma serve anche sapere che il mito del “viaggio perfetto” non esiste: la ricchezza di queste esperienze si costruisce soprattutto fuori dalla comfort zone.
Un viaggio studio è una scelta da fare se:
- Vuoi vivere ogni giorno a contatto con l’arte vera, non solo quella “da esame”.
- Ti ispira l’idea di confrontarti con modi diversi di insegnare e vedere la storia o l’arte.
- Hai voglia di scoprire nuovi lati di te stesso… anche quelli che spuntano fuori quando le cose non vanno come vorresti (già: succede!).
Non è la scelta giusta, o almeno non ora, se:
- Ti aspetti che sia tutto facile come iscriversi a un campus estivo.
- Non vuoi metterti in gioco fuori dalle mura di casa o non ami i cambiamenti.
Dove andare? Due parole oneste sulle mete migliori
Italia, ok. Ma – senza offesa – forse già la conosci abbastanza e vuoi capire cosa offre il resto d’Europa (e non solo). Ecco qualche spunto, con pro e contro:
- Regno Unito: Un classico nel campo di storia dell’arte, heritage, conservazione. Pro: istituzioni accademiche fortissime, workshop in musei veri, un mix di studenti da tutto il mondo. Contro: costi alti, burocrazia noiosa (ma gestibile se sai dove mettere le mani). L’inglese non perfetto all’inizio? Fa paura, certo, ma nessuno qui nasce “madrelingua” – si sopravvive.
- Olanda/Paesi Bassi: Focus molto pratico su arte contemporanea, design, museografia. Pro: metodi di insegnamento stimolanti, attenzione anche agli aspetti moderni. Contro: serve spirito d’adattamento, alcune città sono carissime, e a volte l’inverno sembra non finire mai.
- Irlanda: Comunità accogliente, buon equilibrio tra materie storiche e creative. Contro? L’offerta è più limitata e meno conosciuta rispetto ad altri paesi. Però chi l’ha provata raramente si è pentito.
- Italia “per stranieri”: Sì, anche tanti studenti internazionali sognano di venire da noi. L’offerta AFAM (Alta Formazione Artistica, Musicale e Coreutica) è ampia, le borse del MIUR ci sono – ma le procedure spesso fanno perdere la pazienza, pure a chi vive qui da sempre.
Occhio alle questioni pratiche (quelle che nessuno racconta mai abbastanza)
- Costi: Non c’è solo la retta: pensa a affitti, materiali, trasporti, biglietti per musei, insomma la “dote” dell’arte… che a volte è pesante. Informati BENE sulle borse di studio (alcune non sono pubblicizzate ovunque, serve scavare un po’).
- Documenti & portfolio: Per l’ammissione alcuni corsi richiedono portfolio, altri solo titoli e motivazione scritta. Non sottovalutare la preparazione di questi materiali: fanno la differenza. Non vergognarti a chiedere un aiuto – spesso serve davvero una seconda opinione, meglio se di qualcuno che ci è già passato.
- Lingua e solitudine: La barriera linguistica esiste all’inizio, inutile girarci attorno. E all’estero, almeno per i primi tempi, la solitudine può farsi sentire più di quanto immagini. A qualcuno pesa molto, altri invece la sfruttano per conoscersi meglio o per lanciarsi in nuove amicizie (spesso con altri “outsider” come te).
- Shock da realtà: Spoiler: non tutte le università vanno bene per tutti. Tira fuori tutte le tue domande e dubbi prima di scegliere – meglio farsi qualche domanda in più adesso, che scoprire dopo sei mesi che il corso è tutta teoria quando volevi fare laboratorio, o viceversa.
Come partire col piede giusto
- Mettiti già nei panni di chi deve vivere lì, non solo di chi “sogna il viaggio”. Fatti domande pratiche: dove dormirai? Come ti sposterai? Cosa ti serve per stare bene (davvero)?
- Prepara la candidatura senza affidarti al “tanto poi si vede”: meglio una pagina in meno, ma sentita, che una formalità copia-incolla. Mostra davvero chi sei, cosa cerchi, e cosa puoi portare.
- Chiedi opinioni a chi ci è già passato. In rete ci sono community, ex studenti disponibili a raccontare luci e ombre, e spesso anche noi di Studey possiamo metterti in contatto con qualcuno che ti dica com’è stato davvero.
- Tieni uno spazio per ripensarci: se non ti senti pronto per anni lontano, esistono anche summer school, percorsi brevi, workshop – che non sono “un ripiego”! Spesso sono proprio quelli che aiutano a chiarirti le idee.
Domande che riceviamo spesso (senza filtri)
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Serve il portfolio anche per chi vuole solo storia dell’arte?
No, di solito no. Ma occhio ai corsi che mischiano teoria e pratica: lì può servire. Chiedi sempre all’università il dettaglio dei requisiti e non aver paura di non sapere subito tutto! -
L’inglese: se non sono “fluente” mi bocceranno?
In quasi tutti i corsi è richiesta certificazione (tipo IELTS, TOEFL ecc). Ma nessuno si aspetta la perfezione: ci si arriva col tempo. Può spaventare, ma è normale sentirsi “impreparati” nelle prime settimane. -
Che durata hanno questi percorsi?
Tutto e niente: può essere un mese, può essere una laurea internazionale. Se è la prima esperienza, anche uno stage breve può essere una buona prova generale.
In sintesi
Non c’è una “strada giusta” per tutti, e questo va detto chiaro. Serve pazienza e tanta curiosità, qualche errore di percorso lo si fa quasi sempre, e la paura di scegliere male non sparisce mai del tutto. Ma con le informazioni giuste, ascoltando chi ci è già passato e soprattutto restando onesti con sé stessi, pensare a un viaggio studio in arte e storia può diventare più una bella sfida che un salto nel buio.
Se cerchi qualcuno con cui parlarne senza imbarazzo, noi di Studey ci siamo: senza promesse magiche, solo per aiutarti a valutare pro e contro, capire le scartoffie, i costi, i tempi, e metterti in contatto con chi ci è già passato. A volte basta questo per capire davvero se questa strada fa per te – e farsela, finalmente, senza rimpianti.
Ti va di parlarne insieme? Basta un messaggio, senza nessun obbligo. Intanto, buoni sogni (e domande vere): sono il punto di partenza migliore.
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