Viaggio studio per chi vuole imparare più lingue: guida onesta e consigli reali
Se stai pensando a un viaggio studio all’estero per imparare più lingue, sappi subito che non è una passeggiata. Bello, sì, ma faticoso — e non funziona come nei film in cui parti, trovi nuovi amici ovunque e impari tre lingue in sei mesi, senza neanche accorgertene. La realtà — te lo diciamo da ex studenti con almeno un errore alle spalle — è un po’ diversa. Qui vogliamo metterti in guardia dagli errori più comuni, darti qualche dritta pratica e raccontarti cosa aspettarti davvero, senza filtri.
Perché pensare a un viaggio studio “multilingue”?
C’è chi vuole sfruttare la permanenza all’estero per aprirsi più strade, c’è chi è semplicemente curioso, chi sogna di lavorare in ambienti internazionali. A volte il desiderio nasce dopo aver imparato bene una lingua e voler aggiungerne un’altra, altre volte si sogna di “fare tutto insieme” per fare prima o risparmiare. Tutte motivazioni legittime, ma attenzione: imparare più lingue durante lo stesso viaggio è possibile solo se ci si organizza davvero bene, se si ha pazienza e, soprattutto, se non si insegue la “soluzione magica”.
Quali rischi? Più di quanti si pensi
Parliamoci chiaro: alternare idiomi (magari partendo da zero in entrambi) può mandarti facilmente in confusione. È un po’ come cercare di imparare a nuotare e andare in bicicletta contemporaneamente: non vai più veloce, rischi solo più cadute. Ci sono anche altre complicazioni da gestire:
- Movimento continuo: cambiare paese, città, lingua, amici… è un bello stress.
- Costi che salgono: voli, alloggi, iscrizioni multiple, burocrazia.
- Difficoltà a creare legami: ogni cambio di ambiente ti costringe a ripartire da capo.
- Il rischio di imparare “male” entrambe le lingue, senza davvero consolidarne nessuna.
Imparare una lingua richiede tempo, pazienza e soprattutto “immersione”: vivere nella lingua, farci amicizie, guardare una serie tv senza sottotitoli e via dicendo. Se salti continuamente da un contesto all’altro, perdi una parte importante del processo.
Cosa prendere in considerazione (senza farsi tentare dalle scorciatoie)
- Scegli bene le tappe. Se ambisci a due lingue simili (come spagnolo/portoghese), occhio a non mischiarle troppo: rischi davvero di fare confusione, specie all’inizio.
- Meglio “uno dopo l’altro”. Consolidare la prima lingua e poi aggiungerne una seconda spesso è il modo più efficace e meno stressante.
- Investi tempo in ogni lingua. Un trimestre (tre mesi pieni), almeno per la prima. Sotto queste soglie, il rischio è tornare con poco in mano, soprattutto se parti da principiante.
- Pianifica con anticipo, anche la burocrazia: visti, assicurazione, regole dell’università. Non c’è niente di peggio che doversi spostare in tutta fretta per via di carte mancanti o permessi di soggiorno scaduti.
- Ascolta chi ci è già passato: ogni esperienza è diversa. C’è chi si è trovato benissimo a dividere l’anno tra UK e Olanda (con mille documenti da preparare), chi invece ha fatto il salto troppo in fretta e si è perso per strada. Ti aiutiamo noi a capire che tipo sei (e te lo diciamo onestamente, anche se la risposta è “forse è meglio rimandare la seconda lingua a dopo”).
Strumenti che aiutano (ma non risolvono tutto)
- App di lingue e gruppi online: ottimi per mantenere il livello, ma non bastano se il resto manca.
- Tutor madrelingua e buddy locals: cercano di coinvolgerti in conversazioni senza giudicarti. Non sottovalutare il potere di una bella chiacchierata davanti a un caffè.
- Una comunità alle spalle: specie quando ti viene il dubbio “che diavolo sto facendo qui?”
Esperienze vere, errori inclusi
Un nostro ex studente, Filippo, ha diviso il suo gap year tra Irlanda e Spagna, tutto da autodidatta, con un entusiasmo pazzesco. Il problema? Dopo tre mesi a Dublino si sentiva sicuro in inglese, ma appena arrivato in Spagna ha sottovalutato la botta iniziale: lingua diversa, sistema scolastico diverso, nuovi coinquilini… e la certezza di saper gestire tutto in autonomia ha vacillato. Solo andando per gradi — prendendosi una pausa tra una tappa e l’altra — ha ritrovato il ritmo.
Un’altra storia: Chiara sognava francese e inglese insieme, ma un semestre intenso in Francia le ha cambiato la prospettiva. “Pensavo di poterne infilare subito un altro in UK e invece avevo bisogno di fermarmi, digerire la prima esperienza, rimettere ordine nelle idee”.
Quello che facciamo noi di Studey — senza prometterti miracoli
Se vuoi un aiuto nella progettazione, niente promesse impossibili. Quello che possiamo fare è:
- Analizzare il tuo profilo: dove sei ora, quanto puoi spingere sulle lingue, quanto sei pronto/a a cambiare contesto spesso
- Aiutarti a scegliere destinazioni, corsi, alloggi non “da catalogo”, ma veri, con pro e contro onesti
- Preparare insieme i documenti (personal statement, motivazione, lettere...) e indirizzarti verso le migliori pratiche per la burocrazia
- Offrirti consulenze anche durante il viaggio e — soprattutto — quando le cose non vanno come previsto (che è normale, lo diciamo subito)
Alternative da considerare (senza ansie da prestazione)
Non sentirti “meno” se decidi di puntare su una lingua alla volta. Anzi, spesso è la scelta migliore se vuoi davvero imparare bene. Puoi anche combinare periodi all’estero con corsi online o trovare università internazionali dove due lingue si intrecciano davvero nella vita quotidiana.
Se invece senti che il viaggio studio multilingue fa per te, fallo, ma partendo dalla consapevolezza di rischi e fatiche. La soddisfazione arriva se eviti le facili illusioni.
FAQ — Le domande che riceviamo più spesso
- Posso imparare due lingue insieme senza diventare matto/a?
- Solo se hai già una buona base, sei abituato a “saltare” tra lingue e hai tanta pazienza. Ma per la maggioranza, meglio una dopo l’altra.
- Quanto devo stare per imparare davvero una lingua nuova?
- Il periodo “magico” sono almeno tre mesi pieni, meglio se sei immerso/a quasi h24 nella lingua.
- E la burocrazia?
- Per chi ha passaporto italiano le cose sono più semplici in Europa, ma controllo delle regole locali è sempre d’obbligo. Tra visti, iscrizioni, assicurazioni, qualche intoppo ci scappa sempre. Noi ci siamo anche per questo.
- Mi aiutate a non sentirmi solo/a?
- Sì. Al di là dei documenti, la nostra community e gli eventi “tra giovani” servono proprio a non perdersi, specie quando la nostalgia o la fatica salgono.
- E se mi accorgo che non ce la faccio?
- Nessun giudizio: si cambia rotta, si riprogetta. A volte è persino la parte più preziosa dell’esperienza.
In chiusura
Ascolta te stesso/a, fatti accompagnare (se vuoi!), informati e non fingere che tutto sarà facile. Un viaggio studio multilingue apre porte, ma solo se prima impari ad aprirle con calma.
Se hai domande, o vuoi parlarne senza impegno, scrivici. Anche solo per confrontarti, magari con qualcuno che ci è già passato e non ti darà le solite risposte da dépliant.
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