Viaggio studio in una città multiculturale: guida pratica e sincera per chi vuole imparare davvero l’inglese
L’idea di partire per imparare l’inglese in una grande città straniera attira tantissimi studenti italiani. Ce l’avevamo anche noi, e per molti di noi è stata una delle esperienze più intense e strane della vita. Ma – diciamolo subito – imparare l’inglese all’estero, soprattutto in una città multiculturale, non vuol dire farsi solo selfie nei pub o migliorare la pronuncia “senza sforzo”. È bello, a tratti complicato, ricchissimo di incontri e anche qualche momento di solitudine. Quindi, se stai pensando a questa avventura, ecco qualche riflessione e dritta raccolta sul campo.
Perché puntare su una città piena di culture diverse?
La risposta onesta è che, nelle grandi città, respiri un’energia che non trovi altrove. Giri l’angolo e ascolti accenti diversi, scopri che l’inglese di una ragazza coreana non è quello del tuo insegnante, e che forse tu per primo hai una pronuncia “italianissima”. Ma è proprio questo il bello: ti abitui agli accenti, impari a capire (e a farti capire) da un sacco di persone.
Oltre all’aspetto linguistico, c’è un enorme lato umano. Sei immerso in un ambiente dove molti sono “nuovi”, un po’ spaesati come te. E tra mercati di strada, musei gratuiti e locali dai nomi impronunciabili, capita facilmente di conoscere qualcuno con cui scambiarsi storie.
Attenzione, però: se sei convinto che basti sbarcare a Londra o Melbourne per imparare l’inglese “dei britannici”, rischi di rimanerci male. La realtà è più variegata: in alcune zone troverai una specie di “inglese internazionale” e, talvolta, veri e propri “circoletti linguistici” dove il livello non è altissimo. Bisogna cercare attivamente occasioni di contatto con chi l’inglese lo parla bene, sia madrelingua che studenti più avanti di te.
Quale città scegliere? Pro e contro senza filtri
Non crediamo che la città “perfetta” esista davvero. Ogni luogo ha un carattere proprio, e la scelta dipende anche da che tipo sei.
- Londra (UK): Un mosaico di culture. Le scuole sono ottime e lavorare part-time è abbastanza accessibile. Però, i prezzi rincarano ogni anno e potresti sentirti una formica in un formicaio all’ora di punta.
- Manchester (UK): Università super vive, comunità internazionale, vita più abbordabile rispetto a Londra. Qui il glamour lascia spazio alla praticità, ma se il cielo grigio ti butta giù, valuta altre opzioni.
- Toronto (Canada): La sicurezza qui è una realtà, non uno slogan. La città è apertissima alle culture del mondo. È dall’altra parte dell’oceano, quindi calcola bene distanze e costi.
- Dublino (Irlanda): Piccola ma energica, respira inglese standard con un tocco irish. Gli affitti sono una giungla, però c'è una comunità giovane sempre in movimento.
- Melbourne (Australia): Scommetto che da piccolo non immaginavi di poter vivere dall’altra parte del pianeta per qualche mese. Città super friendly e rilassata, eventi infiniti, ma qui il volo costa e la nostalgia a volte si fa sentire.
Chiediti sempre: che tipo di clima sopporto? Voglio la metropoli o una dimensione più “umana”? Quanto posso davvero spendere senza stressarmi ogni giorno?
Prima di partire: alcune cose che avremmo voluto sapere subito
- Non tutte le scuole sono uguali: Guardare solo il prezzo non basta. Cerca feedback reali da altri studenti e fatti almeno due domande: investono sugli insegnanti? Organizzano attività anche fuori dall’aula?
- L’inglese lo impari, ma devi sbatterci la testa: In città internazionali, almeno la metà dei tuoi interlocutori avrà il tuo stesso problema con l’inglese. Sta a te cercare occasioni per parlare con chi lo sa davvero. Due dritte che funzionano: eventi universitari aperti a tutti, gruppi di conversazione organizzati da biblioteche o bar.
- Fai bene i conti: Tra affitto, mezzi, assicurazioni, pasti e serate fuori, le spese aumentano senza che te ne accorga. Molti studenti tornano a casa in anticipo perché avevano sottovalutato il costo della vita. Prenditi il tempo di fare un budget realistico.
- Burocrazia e documenti: Sembra noiosa, lo è. Ma perderti tra visti, permessi, regole di lavoro, può rovinarti l'esperienza. Non vergognarti a chiedere aiuto: sbagliare una scadenza o un modulo capita, meglio saperlo prima che dopo.
- Il famoso “culture shock” potrebbe colpirti: Stare lontano da casa per settimane o mesi, in mezzo a persone e regole nuove, può essere stancante. Prendilo come parte del gioco: non sei l’unico a sentirti fuori posto, non succede solo a te.
Gli errori che vediamo spesso (e che abbiamo fatto anche noi)
- Pensare che in 15 giorni “parli fluentemente”: Sarebbe bello, ma non succede.
- Rintanarsi solo con altri italiani: Capita a tutti, soprattutto nei primi giorni. Ma se non provi a rompere il ghiaccio, rischi di tornare a casa con lo stesso inglese di prima.
- Farsi spaventare dai costi solo dopo essere arrivati: È dura dover rinunciare a esperienze perché si è già fuori budget. Meglio tagliare qualche costo superfluo prima di partire che sentirsi limitati una volta lì.
- Vergognarsi a chiedere aiuto: Nessuno nasce esperto di visto, contratti di affitto o differenze culturali. Fai domande subito, sia ai servizi degli studenti che a chi ci è già passato (sì, anche noi di Studey, se ti può servire).
Esperienze vere: Chiara e Marco
Chiara, 21 anni – Londra
“I primi giorni ero davvero scoraggiata: la mia classe aveva studenti da tutto il mondo e faticavo a seguire i loro accenti. Poi ho iniziato ad andare agli eventi dopo scuola, tipo gruppi di lettura e serate quiz nei pub: ho migliorato la comprensione e ho perso la paura di parlare, anche sbagliando.”
Marco, 19 anni – Dublino
“Sono partito già sapendo che Dublino è cara. Ho cercato subito un lavoretto part-time e sono finito in un caffè pieno di gente locale. Parlare sul lavoro mi ha dato uno slancio che non pensavo. Consiglio di informarsi bene sulla faccenda permessi di lavoro e limiti orari, se vuoi provarci anche tu.”
Domande frequenti (quelle vere, che ci fate sempre)
Quanto tempo serve davvero per vedere risultati?
Con due o tre settimane si sblocca la timidezza, ma per parlare bene – o almeno decentemente – servono un paio di mesi, soprattutto se ti butti fuori dalla tua comfort zone.
Cambiano molto i contesti tra UK, Irlanda, Canada, Australia?
Tantissimo. Dal clima (e credici, fa la differenza…) alle leggi sugli studenti, agli accenti e ai prezzi. Non guardare solo il paese “alla moda”: pensa a cosa ti farà stare meglio giorno per giorno.
Come faccio a non ritrovarmi solo con altri italiani?
All’inizio è quasi inevitabile, ma se davvero vuoi imparare, cerca di iscriverti a corsi, serate o club fuori dall’ambiente italiano. E non preoccuparti: la lingua si scioglie quando ti costringi a usarla per comunicare (tipo: chiedere un favore al coinquilino australiano!).
L’ultima riflessione, senza promesse da copertina
Partire per un viaggio studio in una città multiculturale è una botta di vita – ma anche una piccola sfida quotidiana, soprattutto nei momenti “vuoti” o quando pensi di aver sbagliato tutto. Se vuoi un consiglio vero: preparati, fatti domande (anche scomode), parla con chi ci è passato e ricordati che nessuna esperienza è perfetta. Ma, se prendi tutto come un’occasione di metterti in gioco, tornerai a casa con strumenti veri per il futuro.
Se hai dubbi (sui costi, sulla scuola, sulla città giusta), scrivici. Non siamo qui per venderti il “sogno facile”, ma per aiutarti a costruire un progetto che abbia senso per TE. Niente sorprese, solo chiarezza e supporto vero – anche quando la risposta è “non ne siamo sicuri, ma possiamo informarti meglio”.
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