Fare un anno scolastico all’estero: quello che nessuno ti dice
Se stai pensando di trascorrere un anno scolastico all’estero, prima di farti prendere dall’entusiasmo (o dall’ansia), forse vale la pena fermarsi un attimo e guardare le cose per come sono davvero. Non stai semplicemente scegliendo dove andrà la tua valigia quest’anno: stai per vivere sulla tua pelle cosa vuol dire cambiare lingua, regole, ritmi e… mettersi davvero alla prova. Ti raccontiamo cosa vuol dire partire, cosa aspettarti (davvero) e, soprattutto, quali problemi dovrai affrontare oltre al classico “magari non capisco tutto quello che dicono”.
Perché scegliere un anno fuori?
Partiamo dai sogni: imparare bene una lingua, conoscere persone nuove, cambiare prospettiva e magari capire cosa vuoi davvero “da grande”. E sì, un’esperienza all’estero nel curriculum pesa, e non solo per i crediti. La verità? Non è tutto oro e non è per tutti. Essere motivati è fondamentale, un po’ perché ti capiterà di chiederti “chi me l’ha fatto fare?”, un po’ perché nessuna agenzia (nemmeno noi) potrà rendere facile quello che richiede adattamento, apertura e tanto spirito di iniziativa.
Cosa vuol dire “anno scolastico all’estero”?
Non c’è un solo modo per viverlo – esistono programmi organizzati da scuole, agenzie, enti pubblici e privati. Sostanzialmente, puoi scegliere tra:
- Vivere con una famiglia ospitante, spesso tramite programmi di scambio;
- Soggiornare in un boarding school o collegio internazionale (più costoso, più strutturato);
- Alcune soluzioni personalizzabili se, ad esempio, preferisci stare con studenti di altre nazionalità o hai esigenze particolari.
L’anno in questione segue il calendario del Paese ospitante, che quasi mai coincide con quello italiano (e occhio alle date degli esami di convalida!). I costi? Cambiano parecchio, quindi mai basarsi solo sul prezzo della brochure: tra assicurazioni, voli, spese extra e “piccole emergenze” (tipo dover cambiare host family dopo una settimana), tenerne conto è fondamentale.
Paesi: scegliere quello giusto (e quello giusto per te non esiste)
Regno Unito, Irlanda, Stati Uniti, Canada, Australia… Ogni Paese ha i suoi pro e contro – e non esistono soluzioni magiche.
- Regno Unito: Il sistema scolastico è valido e “riconosciuto” in Italia. Ma la burocrazia, specie dopo Brexit, va affrontata per tempo. E la vita a Londra non è regalata.
- Irlanda: Ambiente spesso molto accogliente, inglese più morbido, molti italiani optano per qui. Occhi comunque aperti: il supporto alle famiglie ospitanti non è sempre uguale dappertutto.
- Stati Uniti: Vastità di scelta e offerta, ma ammissioni toste e costi che non sono una passeggiata. Preparati a una bella selezione.
- Canada: Scuole di alto livello, attenzione al clima – alcune regioni possono essere dure. Anche qui, la burocrazia sa essere creativa.
- Australia: Esperienza multiculturale, ma la distanza (e i costi) si fanno sentire. Le regole sui minori sono piuttosto rigide: meglio informarsi bene.
Aspettative, problemi (seri), piccoli drammi
Meglio essere sinceri:
- La nostalgia può pesare. Anche se “faccia forte”, sentirsi spaesati non è solo normale, è scontato.
- L’inglese (o la lingua locale) all’inizio sembra un muro. Pian piano migliora, ma le prime settimane possono essere dure.
- Famiglia ospitante? Può andare benissimo… oppure farti strippare. Succede. Meglio sapere prima come funziona il supporto e cosa fare in caso di problemi.
- Burocrazia infinita: Tra visti, assicurazioni, moduli da compilare, a volte la preparazione dura più del viaggio.
- Integrazione nella scuola: Entrare nei gruppetti, capire le regole non scritte… serve tempo, non scoraggiarti.
Consigli pratici (dati tra chi ci è passato davvero)
- Metti in conto delle difficoltà, soprattutto nella parte iniziale. Nessuno si è mai integrato bene in tre giorni.
- Preparati davvero con la lingua: qualche lezione privata o auto-studio serio fanno la differenza.
- Informati sulle procedure di convalida dell’anno una volta in Italia: a volte la burocrazia parte dall’inizio ma si sblocca solo alla fine.
- Non avere paura a chiedere aiuto: agli host, ai supervisori sul posto, agli altri studenti italiani passati da lì prima di te.
- Calcola un fondo di emergenza. Sempre.
- Se qualcosa non ti torna o va storto… parlane subito, niente panico o silenzi.
Le domande più gettonate
- E se mi manca casa?
Te lo diciamo subito: ti mancherà. Quasi sempre. Ma puoi gestirla meglio se costruisci una tua piccola routine, tieni aperto il dialogo con chi ti conosce e non ti isoli. - E se la famiglia non va?
Può succedere. In quel caso, meglio attivarsi subito con chi gestisce il programma: non sempre cambiare host family è semplice, ma di solito una soluzione si trova. - E se voglio tornare prima?
Può capitare di non farcela. Chiedi bene prima quali sono le regole per il rientro anticipato (spesso ci sono penali) e parlane con i tuoi.
Per chi è (e per chi non è)
Lo diciamo senza giudicare: un anno fuori va bene per studenti che hanno un minimo di voglia di mettersi in gioco, di imparare da ciò che non va e che non mollano alla prima difficoltà. Non è una vacanza lunga. Se cerchi solo una pausa dalla scuola in Italia, forse non è la scelta giusta – meglio pensarci due volte. Anche le famiglie devono essere pronte a non avere tutte le risposte e a sostenere in modo pratico i momenti in salita.
Cosa possiamo fare davvero per te (e cosa no)
Noi di Studey ci siamo passati, spesso abbiamo sbagliato prima ancora di trovare la rotta giusta. Quello che possiamo fare? Aiutarti a chiarire dubbi reali, capire se è la soluzione giusta per te (e non solo la scelta più “cool” tra i tuoi amici), orientarti tra mille offerte senza farti promesse irrealistiche.
Non venderemo l’anno perfetto, ti diremo la verità.
Se decidi di parlarci, ti spiegheremo tutto quello che non trovi scritto nelle brochure — compresi i rischi.
E, una volta partito, restiamo a disposizione: non spariamo dopo l’application.
Se hai dei dubbi, o anche solo voglia di parlarne con chi ci è passato, scrivici pure. Nessuna domanda è banale e nessun problema è “solo tuo”. Anche questa, volendo, è una delle cose belle di mettersi in viaggio.
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