Viaggio studio e alimentazione speciale: cosa serve sapere davvero
Quando pensi a un viaggio studio, l’ultima cosa a cui forse stai pensando è il cibo. Eppure, se hai delle esigenze alimentari particolari — che siano allergie, intolleranze, motivazioni etiche o religiose, o diete legate alla salute — organizzarsi non è solo importante: spesso è indispensabile per vivere bene la nuova esperienza.
Parliamone in modo chiaro, partendo dalla realtà, non dalle brochure.
Prima domanda: quali sono le tue esigenze?
Prima di tutto, conviene metterle nero su bianco. Non basta dire “sono intollerante”. Meglio avere le idee chiare, tipo:
- Ho la celiachia, quindi il glutine deve stare a distanza di sicurezza.
- Sono vegetariano/a, e preferirei non dover spiegare ogni volta il perché.
- Devo evitare latticini, anche le tracce.
- Seguo la dieta halal, o kosher, e vorrei continuare a farlo.
- Seguo una dieta particolare per motivi di salute.
Avere questa chiarezza prima di partire ti aiuta a farti le domande giuste sulle mense, gli alloggi, persino sui supermercati. Lo dico perché spesso chi ci scrive se ne rende conto tardi, una volta atterrati — ed è molto più stressante.
Informarsi prima: sì, è una scocciatura, ma fa la differenza
Non ti giriamo intorno: alcuni Paesi sono molto attenti, altri un po’ meno. Nel Regno Unito, di solito università e studentati affrontano la questione con serietà: per alcune allergie hanno persino procedure scritte, menù separati, o cucine “sicure”. Negli Stati Uniti, l’offerta può cambiare molto da campus a campus (e i prezzi, purtroppo, lievitano). In Olanda e Irlanda generalmente la situazione è buona, ma non sempre trovi il prodotto italiano a cui sei abituato/a — se senza lattosio a casa mangi una marca particolare, portane un po’, non si sa mai.
Contatta prima l’università o il campus:
Molto meglio una mail in più che una sorpresa all’arrivo. Chiedi informazioni sulle mense, sulle cucine condivise, sui supermercati in zona. Chiedi il contatto del responsabile del servizio di ristorazione: non è da “tipi difficili”, è da persone pratiche. Ti assicuro che riceviamo spesso domande così, sei in buona compagnia.
Valuta di portare scorte da casa:
Non esagerare però! Tra valigia piena e dogana, è facile esagerare. Il minimo indispensabile può salvarti i primi giorni, in attesa di orientarti.
Possibili ostacoli… e come aggirarli
- Lingua: spiegare un’allergia seria in inglese (o un’altra lingua) può diventare complicato, soprattutto in caso di emergenza. Noi consigliamo sempre di preparare una breve “frase standard”, tipo: “I suffer from severe nut allergies. Please let me know if this dish contains any nuts.”
- Falsi miti: non immaginare che ovunque troverai la stessa attenzione che c’è in Italia (o magari anche meglio!). Alcuni staff sono ben informati, altri meno. Se ti accorgi che non sanno di cosa parli, meglio non rischiare.
- Prezzi: spesso i prodotti “senza” (glutine, lattosio, ecc.) costano di più e non sono sempre sotto casa. In alcune città grandi, magari trovi una scelta ampia; in altre, molto meno.
- La solitudine del “diverso”: sembrare “quello strano che si porta il pranzo da casa” capita a molti. Non devi giustificarti: moltissimi studenti stranieri si trovano nella stessa situazione.
Qualche trucco che abbiamo imparato sul campo
- Documentazione medica tradotta: se hai allergie pesanti, portati un certificato in inglese (o nella lingua locale). Lo puoi mostrare in mensa o in caso di emergenza.
- App utili: ce ne sono diverse che aiutano a scoprire ingredienti nascosti nei prodotti oppure a trovare ristoranti adatti (l’app “Find Me Gluten Free”, ad esempio, viene consigliata spesso).
- Kit d’emergenza: se ne hai uno in Italia (tipo epipen o simili), informati sulle regole per portarli in aereo e assicurati di conoscere i numeri di emergenza locali.
Come sono davvero le cose nei Paesi più gettonati?
- Regno Unito: in molte università trovi cura e organizzazione — ad esempio, menù separati, cucine condivise attrezzate, prodotti senza glutine o lattosio quasi ovunque.
- Irlanda: bene in generale, soprattutto a Dublino e nei campus più grandi. Nei paesini, la scelta scende ma niente panico: spesso c’è almeno una soluzione di base.
- Stati Uniti: molto dipende dallo stato e dal budget del campus. Alcuni sono super attenti, altri no. Attenzione ai prezzi.
- Canada: scelta ampia, ma la lingua può variare: se sei in Quebec, meglio saper spiegare tutto anche in francese!
- Olanda: molte opzioni vegetariane e vegane, attenzione alle differenze da città a città e tra studentati diversi.
Se la mensa non è per te
Non è obbligatorio mangiare sempre in mensa. Alcuni preferiscono soluzioni con cucina in stanza/appartamento (insegui sempre la parola “kitchenette”!). Fare gruppo con altri studenti nelle stesse condizioni — magari italiani, magari no — può essere di grande aiuto: condividere ricette, scambiarsi dritte sui negozi, mettere insieme la spesa.
Oggi puoi anche ordinare online: attenzione però ai prezzi e alle tempistiche (in alcune zone ci vuole una settimana…).
Una storia vera: Giulia e la celiachia in Irlanda
Quando Giulia ci ha scritto, era sinceramente in ansia: celiaca dalla nascita, non sapeva come sarebbe andata all’estero. Ha fatto bene a chiedere prima: la sua università le ha confermato che in mensa c’era una linea certificata, ma le abbiamo consigliato di affittare una stanza con cucina. Così, si è sentita più sicura, e quando usciva per una gita portava uno snack senza glutine e il certificato medico tradotto.
La cosa che le ha sorpreso? Ha conosciuto persone esattamente con le stesse paure, diventando amica di una ragazza norvegese con un’allergia simile. Niente di “perfetto”, ma ha potuto adattarsi in modo sereno (e grazie alle dritte degli altri studenti, ha scoperto anche nuovi alimenti).
Qualche spunto per concludere (senza slogan):
- Informarsi è forse noioso, ma risparmia un sacco di nervosismi dopo.
- Fidati del tuo giudizio: se qualcosa non ti convince, meglio non rischiare.
- Porta con te un po’ di pazienza: non tutti capiranno subito, ma quasi sempre si trova una soluzione.
- E sì, come community di studenti passati per le stesse ansie, se non trovi risposta subito, lo diciamo chiaramente: ma spesso abbiamo almeno un consiglio pratico da darti.
Se hai dubbi, paure, richieste “strane”, o solo voglia di confrontarti con chi c’è già passato: puoi scriverci, senza formalità. Non vendiamo soluzioni magiche, ma un supporto concreto e umano sì. Perché, clima inglese a parte, nessuno ha davvero nostalgia della mensa del liceo.
Parliamo del tuo caso specifico?
In una rapida call di 20 minuti, un nostro advisor valuterà la tua situazione e ti dirà come possiamo aiutarti a realizzare il tuo progetto all'estero.
Valuta la tua situazione gratuitamente →Chiamata introduttiva gratuita e senza impegno
Le informazioni contenute in questo articolo sono aggiornate al momento della pubblicazione, ma potrebbero subire variazioni nel tempo. Per avere informazioni sempre aggiornate e personalizzate sul tuo caso specifico, ti consigliamo di parlare con un nostro advisor.