Viaggio studio in Irlanda per studenti delle superiori: cose da sapere davvero prima di partire
Partiamo da una premessa: decidere di studiare all’estero già durante le superiori è una scelta tosta, a volte entusiasmante, a volte spaventosa. Soprattutto se hai in mente l’Irlanda, che sulla carta sembra perfetta — lingua inglese, vicina all’Italia, atmosfera accogliente. Ma fermarsi solo alle belle foto su Instagram sarebbe ingenuo: un viaggio studio è una bellissima opportunità, sì, ma anche un salto nel buio, spesso pieno di domande pratiche e qualche scoglio imprevisto.
Perché proprio Irlanda?
L’Irlanda piace perché è un mix strano di avventura e sicurezza. Da una parte guadagni un inglese vero e vissuto, non solo quello dei libri di scuola; dall’altra non sei dall’altra parte del mondo, ti senti comunque “in Europa”. Le scuole irlandesi, poi, sono abbastanza abituate ad avere studenti internazionali e, almeno nella maggior parte dei casi, l’ambiente è piuttosto sereno e gli insegnanti collaborativi (e spesso, sì, davvero amichevoli).
Alcuni motivi pratici per cui l’Irlanda è una meta gettonata:
- Ottima occasione per imparare inglese quotidiano, quello che ti serve davvero
- Città generalmente sicure, anche per chi non ha mai viaggiato tanto da solo/a
- Valore aggiunto quando torni in Italia e ti presenti con quell’esperienza
- Atmosfera un po’ meno “competitiva” rispetto ad altre mete (tipo UK o USA), ma non per questo meno seria
Ma occhio: non è una vacanza
Per evitare brutte sorprese, è meglio prepararsi senza idealizzare troppo. Ecco alcune cose che vale la pena avere ben chiare prima di partire.
Cose concrete da tenere in considerazione
Requisiti e tempistiche
Spesso i programmi richiedono che tu abbia già una base d’inglese. Non serve essere un genio della grammatica, ma se riesci a farti capire e a seguire una conversazione di base, parti avvantaggiato. Poi c’è la burocrazia: documenti, assicurazione, eventuali regole sanitarie. L’organizzazione va fatta con anticipo — i posti migliori, specie in certi periodi, si esauriscono in fretta.
Costi (anche quelli meno visibili)
La cifra che vedi nelle brochure è quasi sempre più bassa di quanto spenderai davvero: vanno aggiunti voli, assicurazione, spostamenti locali, pranzi fuori, eventuali gite extra e, ovviamente, un po’ di pocket money per la cioccolata calda nei famosi pomeriggi di pioggia!
Alloggio: meglio famiglia o residenza?
Non esiste risposta unica. In famiglia scopri tradizioni, abitudini, pasti e uno stile di vita diverso. Ma occorre una certa flessibilità — non sempre è facile adattarsi alle regole di casa altrui! In residenza hai più indipendenza, spesso più movimento e amici coetanei, ma rischi di vivere in una “bolla” e parlare italiano tutto il giorno se sei con altri italiani.
Programmi e qualità vera
Tante proposte sembrano uguali. Leggi bene, fai domande concrete: “Quante ore di inglese al giorno?”, “Che attività ci sono oltre le lezioni?”, “Quanti studenti internazionali sono davvero presenti?”. Non tutto luccica: scegli scuole e programmi dove si lavora sodo ma che lasciano pure spazio all’esperienza pratica.
Impatto emotivo (che in pochi raccontano)
L’entusiasmo dei primi giorni può andare in crisi con la nostalgia o la fatica dell’adattamento. Succede a quasi tutti e non c’è niente di strano. Prepararsi mentalmente serve quanto (se non più di) prepararsi con il vocabolario. Se le prime settimane sono dure, non mollare: la curva di apprendimento (di vita, più che di grammatica) ripaga.
Riconoscimento in Italia
Spesso la paura è: “Perdo l’anno scolastico?” La verità: dipende dalla scuola a casa, serve parlarne con i professori ANCHE prima di partire per capire bene come far riconoscere l’esperienza. Segna tutto, raccogli certificati, resta in contatto con la segreteria italiana.
Chi ci è già stato: cosa ti direbbero con onestà
Marco, 17 anni, tornato dopo 4 settimane a Dublino:
“Pensavo di trovare solo ragazzi internazionali, invece la mia famiglia ospitante era molto presente e ha chiesto regole di convivenza piuttosto precise. All’inizio mi sono trovato spaesato, poi però ho fatto progressi enormi con l’inglese proprio parlando a tavola ogni sera. Dire che è ‘sempre facilissimo’ sarebbe una bugia. Anche solo prendere il bus per andare a scuola all’inizio mi metteva ansia, ma ora mi sento molto più autonomo.”
Sara, 16 anni, esperienza in summer school:
“Fare amicizia è stato più difficile del previsto, ma dopo i primi giorni di timidezza ho conosciuto ragazzi francesi, tedeschi, spagnoli. La scuola aveva tante attività il pomeriggio, non solo lezioni, e qui ho capito che imparare l’inglese vuol dire pure sbagliare tantissimo – e ridere degli strafalcioni!”
Le domande che tutti si fanno — risposta senza filtri
Quanto costa davvero?
Per un’esperienza di un paio di settimane si parte generalmente da circa 2.000-2.500 euro ma la cifra varia tanto. Chi insiste a darti un prezzo “tutto compreso” senza spiegare cosa copre… un po’ insospettisce. Meglio chiedere una stima personalizzata, considerando voli, assicurazione, ecc.
Che livello d’inglese serve?
Per sfruttare davvero l’esperienza, serve quantomeno riuscire a seguire la lezione e rispondere a una presentazione su di te. Se ti senti insicuro, meglio allenarsi in anticipo — YouTube, app e un po’ di telefonate in inglese aiutano più di mille libri.
Famiglia o residenza?
Ci sono pro e contro in entrambe: la residenza può essere comoda e ti fa sentire più “libero” ma rischi di parlare quasi solo con altri italiani se non stai attento; la famiglia ospitante ti mette in gioco, a volte ti tira fuori dalla comfort zone, ma preparati anche a piccole frustrazioni. Prima di decidere, chiedi sempre pareri a chi ha già vissuto entrambe le opzioni.
Il periodo all’estero viene riconosciuto dalla scuola italiana?
Non sempre, non ovunque: è fondamentale parlarne per tempo con la scuola in Italia e farsi dare una risposta chiara su come regolarsi per crediti e assenze.
In conclusione (e senza promettere l’impossibile)
Partire per l’Irlanda può essere un’esperienza che ti cambia la prospettiva, ma va affrontata con realismo e apertura: non serve essere perfetti, basta essere preparati e curiosi. Le difficoltà non mancheranno, ma è proprio lì che si impara di più su se stessi.
Se qualcosa non ti è chiaro, se hai dubbi sui programmi o vuoi solo parlare con chi ci è già passato, siamo qui. Niente promesse da brochure, solo consigli pratici e supporto vero per aiutarti a fare una scelta ragionata — che sia giusta per te, non per forza per tutti.
Alla fine, informarti bene prima di partire fa davvero la differenza tra una delusione e un’esperienza che ti resta addosso per tutta la vita.
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