Viaggio studio in Inghilterra per studenti di liceo: tutto quello che avrei voluto sapere prima di partire
Se stai pensando a un viaggio studio in Inghilterra mentre sei ancora al liceo, prima di tutto: già il fatto che tu ci stia pensando è un segnale che hai voglia di metterti in gioco. Ma occhio a non lasciarti travolgere dall'entusiasmo “tutto bellissimo, facile!” che spesso si vede online. Qui cerchiamo di raccontarti le cose come stanno davvero: il bello, il difficile, e qualche consiglio che (speriamo) può aiutarti davvero.
Perché proprio l’Inghilterra?
L’Inghilterra è una meta classica per chi vuole migliorare il proprio inglese e toccare con mano una cultura abbastanza diversa dalla nostra. Non stiamo parlando solo di imparare nuovi vocaboli: vivere (anche solo per qualche settimana) in un posto dove si parla inglese tutto il giorno fa davvero la differenza anche a livello di sicurezza personale, capacità di adattamento, e – non da meno – può aiutare tantissimo per il futuro accademico e lavorativo. Però non è tutto “alla Harry Potter”: la vera esperienza è fatta anche di piccoli scontri culturali, nostalgia di casa e una burocrazia che spesso sembra parlare un’altra lingua (spoiler: a volte letteralmente).
Organizzazione pratica: qualche dritta da chi c’è già passato
- Quanto tempo stare? Dai corsi estivi di due-tre settimane (perfetti per un assaggio) fino a trimestri o semestri completi. Più stai, più impari... ma anche più energia (e budget) richiede. Soggiorni brevi sono più “soft”, quelli lunghi ti mettono davvero alla prova.
- Dove si dorme? Famiglia ospitante (homestay) o residenza studentesca. La famiglia è un tuffo nella quotidianità locale (ma serve apertura mentale: orari dei pasti, regole di casa, magari bagni condivisi). La residenza è più “easy”, ma meno immersiva e spesso più “internazionale” che “inglese”.
- Quanto costa davvero? Non esiste un prezzo unico: rette scolastiche, viaggio, assicurazione, cibo, trasporti… Senza contare le classiche spese impreviste (un bus preso al contrario, la pioggia che ti inzuppa lo zaino nuovo, quel panino costoso che mangi perché hai saltato il pranzo). Chiedi SEMPRE un preventivo onesto e lascia un margine per l’imprevisto, soprattutto se vuoi fare qualche gita extra.
- Serve un super inglese? Dipende dal programma. Alcune scuole chiedono un livello base, altre “ti prendono come sei” (con l’idea di aiutarti a migliorare strada facendo). Chiedi, con sincerità—e non vergognarti se il tuo inglese zoppica all’inizio: sei lì per imparare, mica per dare l’esame di C1 ai primi giorni!
- Documenti e scartoffie: Per chi parte dall’Italia spesso non serve il visto per due-tre settimane, ma la burocrazia cambia spesso: passaporto in regola, assicurazione sanitaria valida, eventualmente autorizzazioni dei genitori… Meglio fare una checklist e incrociare le dita (e se hai dubbi, chiedi: ci siamo passati).
Paure (legittime) e le difficoltà reali
Qui non racconteremo la favola. Partire per l’Inghilterra può essere una figata, ma anche un po’ uno shock:
- Primi giorni da alieno: Sonorità nuove, battute che non capisci, cibo strano. Capita a TUTTI di sentirsi spaesati. Non pensare che sia un tuo limite: fa parte dell’esperienza.
- La solitudine che non ti aspetti: Anche in mezzo ad altri studenti si può sentire mancanza di casa o difficoltà a inserirsi. Un trucco? Non isolarti: anche solo raccontare queste ansie a qualcuno può sgonfiarle di molto.
- Gestione della libertà: Tanti “piccoli” problemi pratici: lavare i panni, prendere il bus giusto, orientarsi in una scuola che fa le cose diversamente. Sono queste “fatiche invisibili” che però alla fine ti fanno crescere più di mille lezioni.
- Aspettative troppo alte: Nessun viaggio studio cancella ansie o insicurezze. Ci saranno momenti NO ed è ok così. Imparare a starci dentro è già un successo.
Quale formula scegliere? Dipende da te
- Corsi estivi intensivi: Perfetti per chi vuole lavorare su inglese e magari fare nuove amicizie internazionali senza rischiare troppo.
- Semestre/trimestre scolastico in una scuola inglese: Qui entri davvero nella cultura locale, ma serve più preparazione (e coraggio).
- Famiglia, residenza, college? Non c’è la formula magica. Fatti un’idea realistica e chiedi feedback da chi ci è già stato – meglio sentire un’esperienza vera (anche negativa!) che una recensione tutta cuoricini.
- Altre mete? L’Inghilterra è molto richiesta, ma non è l'unica opzione. Irlanda, Scozia, Olanda: considera anche altri paesi, sia per i costi che per il tipo di esperienza.
Esperienze che non trovi sulle brochure
Un nostro ex studente, Enrico, ci ha confessato che i primi giorni erano un disastro: “Sembrava che nessuno mi capisse, e avevo persino paura di chiedere dov’era la mensa”. Dopo la prima settimana, però, ha trovato il suo “ritmo inglese”. Alice, invece, ha vissuto con una famiglia che la portava alla partita di cricket la domenica: “Non ci capivo nulla, però vedere come vivono davvero ti cambia la prospettiva”. Nessuno ti dice che ci vuole un po’ ad abituarsi, ma nessuno rimane “straniero” per sempre.
Come arrivare preparati (ma senza paranoie)
- Dai uno sguardo alle pagelle: Non per forza devono essere perfette, ma pensa a come la tua esperienza fuori può integrarsi col tuo percorso.
- Personal statement e reference: Se decidi per un programma più lungo o selettivo, serviranno. Niente panico: un racconto sincero di chi sei e perché vuoi partire è più efficace di mille frasi “da manuale”.
- Fatti aiutare se hai dubbi (dai veri ex studenti, non da operatori che non sono mai partiti). Un coaching o una chiacchierata con chi è già passato da lì spesso chiarisce più di mille ricerche Google.
Alla fine, il viaggio studio in Inghilterra non è l’esperienza giusta per tutti—e questo va detto senza giri di parole. Ma se decidi che fa per te, partire informati, con aspettative realistiche e una buona dose di flessibilità, può fare davvero la differenza. Noi di Studey ci siamo passati e sappiamo quanto siano importanti i dubbi prima della partenza, i silenzi in mensa, ma anche le prime conversazioni “veramente” in inglese.
Se vuoi parlare con chi ha vissuto tutto questo, dubbi inclusi, scrivici o fissa una call gratuita: niente promesse di svolte facili, solo risposte sincere su come funziona davvero (e qualche consiglio per non fare le nostre stesse gaffe).
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