Corsi di inglese per studenti di economia: quello che nessuno ti dice prima di partire
Se stai pensando di studiare economia all’estero, probabilmente ti sei già fatto questa domanda almeno una volta: il mio inglese è davvero pronto per una laurea tutta in lingua? Spoiler: non sei l’unico a chiedertelo. Quasi tutti, prima di partire, si sentono così — un po’ entusiasti, un po’ terrorizzati. Sì, leggi libri, guardi Netflix in lingua, magari qualche episodio di “Suits” l’hai pure visto senza sottotitoli… ma seguire microeconomia alle 9 del mattino in un’università straniera è tutta un’altra storia.
Perché vale la pena investire su un corso di inglese per economia (senza illusioni)
L’inglese “da vacanza” purtroppo non basta. C’è tutto un vocabolario specialistico — tipo cost-benefit analysis, equity, due diligence — che spesso nei corsi d’inglese standard non compare nemmeno. Quello che serve se vuoi davvero seguire le lezioni, partecipare a un gruppo studio internazionale, capirci qualcosa nei case study o evitare il panico da “non ho idea di cosa abbiano appena detto”.
Un corso specifico per studenti di economia ti aiuta soprattutto a:
- prendere confidenza con il linguaggio tecnico (quello vero, non quello dei libri delle superiori);
- capire articoli accademici o “paper” senza dover tradurre parola per parola;
- imparare a scrivere report, fare presentazioni o magari sostenere una discussione con professori e altri studenti;
- prepararti per eventuali certificazioni di inglese orientate al business (se servono per l’iscrizione o il tuo CV).
Come non scegliere a caso (che poi è il modo migliore per buttare soldi e tempo)
Comprare il corso “più famoso” non è detto sia la soluzione giusta. Ecco qualche domanda pratica da farsi prima di iscriversi:
- Il corso parla davvero di economia o solo di inglese generale? Cerca programmi con moduli su finance, management, business law… altrimenti rischi di passare mesi a parlare del meteo.
- Chi insegna? Sembra banale, ma un insegnante che ha già lavorato con studenti di economia, magari nel mondo business, fa tutta la differenza.
- Si fanno esercizi pratici? Non ti serve sapere solo la grammatica: simulazioni di presentazioni, analisi di casi reali e scrittura di report sono oro.
- Quanto dura e quanto è tosto? Hai bisogno di un corso-lampo prima di partire o preferisci qualcosa di più diluito nei mesi? Occhio a sovraccaricarti.
- Online o dal vivo? Qualcuno si trova meglio dietro uno schermo, altri imparano solo “sul campo”. Chiediti davvero cosa funziona per te, non per la pubblicità.
Dove si trovano questi corsi? E sono tutti uguali?
No, e men che meno sono tutti utili. Spesso te li propongono le stesse università dove ti iscriveresti (di solito chiamati “pre-sessional courses”), oppure esistono scuole private super specializzate. Studey dà una mano proprio a confrontare offerte diverse — onestamente, senza venderti la promessa che uno valga l’altro. Controlla sempre che il corso sia serio (possibilmente accreditato), così eviti fregature.
Problemi e difficoltà reali (non raccontati per spaventarti, ma meglio saperlo)
Ok, un’altra cosa che di solito nessuno ti dice: imparare inglese per economia non è una passeggiata se parti da zero. Questi sono gli scogli principali:
- Troppi termini nuovi: Se non hai già una base, il lessico sembra una lingua extra rispetto a quella già straniera.
- Accenti e velocità: I prof (e i compagni) avranno provenienze diverse. Succede che capisci il docente e zero il tuo vicino australiano.
- Tanto impegno in più: Studiare economia + corso d’inglese insieme = organizzazione militare. Meglio saperlo prima.
- Costo: I corsi validi possono costare parecchio. Prima di iscriverti, cerca sempre più alternative e chiedi opinioni reali di chi ci è già passato.
Racconti veri: una voce nel casino
Marco, oggi al terzo anno a Manchester, ci ha raccontato senza filtri:
“Quando sono arrivato, ero convinto che il mio inglese fosse decente. Mica vero. Ho fatto un corso extra solo su business English e pensavo fosse una rottura, invece grazie ai role play e ai casi aziendali sono riuscito a cavarmela. Senza, probabilmente avrei mollato il primo semestre.”
Domande che riceviamo spesso (tranquillo, nessuna risposta standard)
- Devo per forza fare un corso di inglese specifico?
No, non obbligatorio. Ma se il salto ti spaventa o vuoi sentirti più sicuro, è decisamente utile. Soprattutto se l’inglese accademico è ancora ostico. - Quanto dura un corso tipo?
Dipende: si va dal “tutto in tre settimane” intensivo a percorsi più soft da un paio di mesi. Occhio a scegliere in base a quanto tempo puoi davvero dedicare. - Serve una certificazione “business”?
Non sempre, ma sempre più università o stage la richiedono. E comunque aiuta sul CV. - Online vale quanto in presenza?
Per qualcuno sì, per altri no. Se impari meglio parlando e interagendo “dal vivo”, cerca corsi blended o in aula.
In conclusione (senza slogan, promesso)
Se sei davvero deciso a portare la tua economia fuori dall’Italia, un corso di inglese mirato ti può togliere tante preoccupazioni e aprire più porte. Ma se ti senti spaesato tra mille offerte, domande e dubbi (“Sarò all’altezza? Starò sprecando soldi?”), fermati un attimo: chiedi, informati, parlane con chi ci è già passato.
Noi di Studey non ti diremo che abbiamo “la soluzione magica” o che sarà tutto facile. Però possiamo aiutarti a scegliere in modo sensato, raccontandoti anche i lati meno patinati dell’esperienza. Se vuoi una mano (davvero umana), anche solo per capire quale corso ti serve davvero oppure per confrontare i costi, scrivici: non ti vendiamo illusioni, ma condividiamo quello che abbiamo imparato sulla pelle. E, magari, qualche errore evitato insieme fa già la differenza.
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