Quando pensiamo a studiare scienze sociali all’estero, la lingua inglese non è solo una formalità da superare: è lo strumento principale che userai ogni giorno per capire, partecipare, scrivere, discutere. E no, non basta “sapere un po’ di inglese” per navigare tra esami scritti, testi pieni di termini specifici e seminari dove sembra capiscano tutti tranne te. Ecco perché scegliere il corso d’inglese giusto, adatto proprio a chi si sta preparando per sociologia, psicologia, scienze politiche (o altri mondi affini), può davvero fare la differenza già dal primo semestre.
Perché non basta un corso “generico”?
La tipica scuola d’inglese ti insegna a ordinare al ristorante, chiedere informazioni e raccontare che tempo fa in Italia. Utilissimo, certo. Ma se ti trovi davanti a un paper sulle teorie del mutamento sociale, rischi di arenarti sugli stessi vocaboli, o sulle strutture delle frasi che servono per scrivere un saggio critico.
Le scienze sociali hanno un linguaggio tutto loro: lessico, modi di argomentare, concetti astratti che nei testi ti piovono addosso come se già dovessi capirli al volo. I corsi “giusti” per chi vuole studiare queste materie lavorano su:
- parole chiave e vocabolario tecnico (che sembra arabo finché non lo mastichi sul serio);
- lettura e interpretazione di testi scientifici, report, dati;
- scrittura: non la classica essay “My holiday in London”, ma analisi, report, paper argomentati;
- ascolto e discussione, cioè capire un professore che parla veloce di temi economici, politici, culturali, e poi saper ribattere.
Che tipi di corsi puoi trovare (senza giri di parole)
- Corsi IELTS o TOEFL “tarati” sulle scienze sociali – Preparano all’esame di lingua richiesto per l’accesso, usando testi, domande e simulazioni presi direttamente da argomenti sociali. Sì, all’inizio fa paura, poi capisci quanto sia utile.
- EAP – English for Academic Purposes (ma davvero “for Social Sciences”?) – Sono i corsi universitari o delle grandi accademie che ti insegnano a studiare in inglese: organizzare una ricerca, prendere appunti, riassumere, scrivere testi complessi. Attenzione: non tutti gli EAP sono settoriali! Verifica sempre.
- Summer school o corsi brevi di settore – In estate (o in modalità intensiva) puoi trovare corsi pensati proprio per scienze sociali che mischiano lingua e argomenti specialistici. Spesso un buon banco di prova, anche solo per capire cosa ti aspetta davvero.
Come scegliere? Non c’è una risposta universale (ma qualche trucco sì)
- Quanto tempo hai? I corsi intensivi funzionano se puoi dedicarti solo a quello per alcune settimane. Sono faticosi ma efficienti. Se invece lavori, ti serve qualcosa di più “diluito”.
- Dove parti? Se il tuo livello è B1 “striminzito”, lasciar perdere i corsi avanzati. Non c’è nulla di male nel dover consolidare prima le basi. Meglio onestà che buttare soldi su qualcosa di troppo difficile.
- Fidati (un po’): ognuno impara a modo suo. Se il corso offre solo teoria e poca pratica, lascia stare. Scegli programmi in cui si parla, si ascolta, si scrive, si riceve feedback personale. Meglio se piccole classi o sessioni one-to-one.
- Serve il “pezzo di carta”? Se vuoi dimostrare il livello raggiunto, controlla che la scuola sia accreditata e rilasci attestati spendibili per università o visto (alcune non valgono fuori dal paese dove studierai!).
Cosa sbagliano spesso gli studenti? (E chi scrive ci è passato…)
- Sottostimare la differenza tra “parlo inglese” e “scrivo e leggo testi di sociologia in inglese”.
- Fare corsi “turistici” dove sì, ci si diverte, ma poi davanti al primo esame l’inglese “scappa”.
- Scegliere scuole solo perché costano poco, senza sapere se sono davvero pensate per il tuo percorso.
- Non chiedere mai consiglio prima – ci scrivono in tanti solo dopo mesi buttati tra corsi inutili o troppo vaghi. Succede, nessuna vergogna, ma meglio scoprire prima dove possa esserci una soluzione più adatta.
“Ok, ma funziona davvero?” – Esperienze di chi c’è già passato
Sara, che ora studia sociologia a Manchester, ci ha confidato:
"Dopo un anno di inglese generale, pensavo di essere pronta. Ma con le letture universitarie andavo nel pallone. Poi ho fatto un corso specifico su linguaggio delle scienze sociali: finalmente sono riuscita a scrivere saggi e prendere buoni voti, perché avevo capito come ‘costruire’ un’argomentazione in inglese."
Qualcosa di simile è successo anche a Marco, partito per l’Irlanda:
"Mi serviva un 7 nell’IELTS per entrare. All’inizio ero fermo a 5.5 e mi sembrava di perdere tempo. Poi ho provato un corso pensato per chi voleva studiare scienze politiche: le simulazioni e le discussioni mi hanno dato sicurezza, e ho passato l’esame."
Non esiste il corso perfetto per tutti, ma questi racconti (e le decine che sentiamo ogni mese) dicono una cosa: scegliere bene può risparmiarti frustrazione – e ti prepara davvero, più di quanto pensi.
Prima di partire: qualche consiglio vero (che avrei voluto sentire io)
- Non sottovalutare la scrittura: è la parte più tosta per tanti di noi. Abituati a scrivere (anche poco) ogni giorno. Fatti correggere da chi ne sa di più.
- Occhio alla destinazione: tra UK, Irlanda, Australia o Canada cambia parecchio: accenti, esami, tipo di certificazione linguistica… vale la pena buttare un occhio anche su questo.
- Cerca sempre feedback vero: sul corso che pensi di frequentare, chiedi ad altri studenti, cerca recensioni che spiegano PRO e CONTRO, non solo “tutto fantastico”.
- Non aspettare l’ultimo minuto: partire arrivando “giusti giusti” all’ammissione, senza una base solida, spesso si traduce in stress e fatica extra dopo.
Se ti servono dritte più personali (corsi, destinazioni, quale certificato prendere, come prepararti davvero), noi di Studey ci siamo passati. Non sempre abbiamo tutte le soluzioni immediate — magari ti indichiamo anche dove NON buttare i tuoi soldi o dove serve aspettare ancora un po’. In ogni caso, meglio una chiacchierata, senza impegno, che settimane perse.
Domande che sentiamo spesso (e risposte senza giri di parole)
1. Serve per forza un corso dedicato, o basta l’inglese “standard”?
Dipende dal livello che vuoi raggiungere. Se punti ad accademia o lavoro nel settore, il corso settoriale fa la differenza. Per sopravvivere ai primi mesi, almeno un’infarinatura serve.
2. Quanto ci vuole per vedere progressi veri?
Se parti da un inglese “scolastico”, 2-3 mesi con costanza fanno miracoli. Meglio se il corso è pratico e mirato sulle tue future materie d’esame.
3. Gli esami IELTS/TOEFL sono davvero così difficili? Il corso aiuta?
Sì, sono impegnativi, soprattutto nei writing e listening. Un corso ben fatto ti aiuta a capire la logica delle prove ed evitare errori “da italiani”, ma serve anche esercizio individuale.
4. Studey può aiutarmi a scegliere il corso?
Sì, possiamo darti orientamento sulle soluzioni più adatte, aiutarti a valutare cosa conviene e avvisarti dei potenziali rischi. Il nostro unico obiettivo è che tu non perda tempo né opportunità.
Se sei ancora indeciso su quale strada imboccare, vuoi confrontarti senza impegno o ti senti perso in mezzo a troppi corsi tutti uguali, scrivici. Ti racconteremo, senza filtri, cosa ha funzionato per noi — e anche dove abbiamo preso qualche scivolone. Non esiste un percorso perfetto, ma c’è sicuramente quello giusto per te (spoiler: non è detto sia quello più “facile”).
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