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Corsi di inglese per studenti di scienze naturali

Studiare scienze naturali all'estero richiede un inglese tecnico. Scopri perché un corso scientifico è indispensabile per affrontare al meglio le sfide accademiche.

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Corsi di inglese per studenti di scienze naturali: cose vere da sapere prima di partire

Studiare scienze naturali all’estero è stimolante, ma lo sappiamo tutti: la barriera linguistica può farsi sentire, soprattutto quando si va oltre il semplice “speak” da vacanza e si entra nel vivo delle materie scientifiche. In quasi tutti i corsi universitari di biologia, chimica, fisica e compagnia bella, praticamente tutto — lezioni, dispense, esami — è in inglese. Ma non basta sapersela cavare in una conversazione: serve un inglese tecnico, quello usato nei laboratori, negli articoli di ricerca, durante le discussioni accese con i prof.

Perché non basta un corso di inglese “generico”?

Forse ci sei passato anche tu: arrivi con il tuo B2 preso con tanta fatica alle scuole superiori, pensi di farcela, poi ti trovi davanti a un report di laboratorio e ti ritrovi a cercare sul dizionario la metà dei termini.
Il punto è che il linguaggio scientifico ha regole sue: certi verbi, certi modi di esprimere risultati o ipotesi, tabelle, grafici, abbreviazioni infinite.
Un corso di inglese “normale” dà una base utile, certo, ma se vuoi leggere una pubblicazione di Nature e non perderti già al secondo paragrafo ti serve qualcosa di mirato.

Perché serve?

  • Per non andare in panico davanti a termini come “assay”, “substrate”, “sample preparation” o simili
  • Per capire al volo uno statement di risultati, di metodi, una discussion senza dover tradurre mentalmente tutto
  • Per scrivere relazioni, presentazioni e mail a un livello “da addetto ai lavori”, quello che ti permette di non essere sempre l’unico studente straniero che chiede spiegazioni aggiuntive

Come si sceglie un corso che abbia davvero senso?

Vale la pena chiederti davvero cosa ti serve. Ecco alcune dritte:

  • Fatti un test serio per sapere il tuo livello reale (ci sono tanti strumenti affidabili online).
  • Se sei un po’ indietro conviene partire da un corso più generico e poi passare a quello “scientifico”, sennò rischi di saltare troppi pezzi.
  • Cerca corsi dove i docenti non sono solo “bravi con l’inglese” ma sanno cosa vuol dire scrivere una relazione di laboratorio o sanno spiegarti il lessico tecnico.
  • Occhio alla durata: meglio 3 mesi intensivi fatti bene che sei mesi passati a guardare video di gattini fra una lezione e l’altra!
  • Preferisci materiali aggiornati, non cose stampate vent’anni fa. Il mondo scientifico non aspetta nessuno, nemmeno in ambito linguistico.

Dove si trovano questi corsi? Casi reali

In UK, Irlanda, Canada, Olanda e Stati Uniti molte università propongono corsi di inglese tecnico-scientifico, spesso riservati agli studenti dei corsi STEM (sono quelli di cui generalmente si parla poco in Italia e che si scoprono per caso leggendo le pagine nascoste dei siti).
Online si trovano risorse fatte bene anche per autodidatti, alcune università riconosciute offrono corsi su piattaforme tipo Coursera o Futurelearn (e non costano un patrimonio).
Se hai già l’università estera nel mirino, spesso ti propongono loro un corso pre-partenza specializzato, o una settimana di “pre-sessional course” prima dell’inizio delle lezioni.

Le difficoltà più sottovalutate (missione onestà)

  • Terminologia killer: anche chi “parla inglese bene” può impantanarsi nel lessico scientifico
  • Parlare in pubblico (versione laboratorio): illustrare un esperimento davanti a un gruppo internazionale può mettere ansia pure ai più estroversi
  • Scrivere report: il rischio è di essere troppo informali o, al contrario, impersonali e incomprensibili

Non è tanto una questione di “bravura” quanto di abitudine. Lo shock linguistico è vero, soprattutto nei primi mesi, e non è roba di cui vergognarsi.

Una storia che ci è rimasta impressa

Francesca, vent’anni, appassionata di biologia, parte carica per Londra sicura che il suo inglese “andasse bene”. Ma già al secondo laboratorio ha dovuto chiedere tre volte istruzioni ai compagni, stressata soprattutto nei report scritti. Si è iscritta allora a un corso di inglese scientifico “veramente tosto”: tre mesi a leggere paper, fare simulazioni di presentazioni e riscrivere relazioni.
Risultato? Non è diventata Shakespeare (né Einstein), ma la consapevolezza con cui ha affrontato gli esami e le discussioni è cambiata. E — parole sue — “ho smesso di sentirmi l’outsider in classe”.

Cosa fare se il tempo (o il budget) è poco?

  • Un corso base è meglio che niente, ma integra con libri di testo in inglese, TED talk scientifici, video di lezioni o podcast di divulgatori (prova ad ascoltare senza guardarli, per allenare l’orecchio)
  • Chiedi consiglio a chi c’è già passato: spesso chi studia all'estero ha accumulato PDF, dispense, risorse utili che non si trovano su Google
  • Prima di inviare application o relazioni importanti, fatti revisionare il testo da qualcuno con esperienza vera di inglese scientifico: non è solo una questione grammaticale, ma di struttura e credibilità
  • Non pensare di essere “indietro”. Tutti, dai migliori ai più titubanti, hanno dovuto smussare il proprio inglese scientifico: ci vuole tempo

Qualche domanda che ci viene fatta spesso

1. “Che livello di inglese serve davvero?”
Di solito B2 è il minimo richiesto ufficialmente, ma chi ce l’ha appena farà più fatica. Un C1, soprattutto in scrittura accademica, ti mette molto più tranquillo.

2. “Posso fare tutto online?”
Sì, ma controlla che il corso sia pensato davvero per chi vuole lavorare/studiare in ambito scientifico e non solo imparare l’inglese “normale”. Meglio se ti fanno fare esercizi pratici su articoli veri, simulazioni di spiegazioni orali, ecc.

3. “Quanto tempo serve per migliorare?”
Se ti butti davvero e lavori con costanza, 3-6 mesi sono un buon punto di partenza per vedere cambiamenti reali, più rapidi se dedichi tempo tutti i giorni.


Se questa fase ti sembra un salto nel buio, sappi che è normale. Molti dei nostri advisor si sono trovati nella stessa situazione e possono aiutarti, almeno raccontandoti dove hanno sbattuto la testa per primi.
Hai dubbi su quale corso scegliere, vuoi confrontarti senza filtri o anche solo sapere dove trovare buoni materiali?
Scrivici senza problemi. Studey non ti vende la soluzione perfetta (semplicemente perché non esiste!), ma può aiutarti a risparmiare tempo e ansia e, magari, a sentirti meno solo mentre ti prepari a questa nuova avventura.

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