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Corsi di inglese per studenti di scienze della salute

Studiare inglese medico è cruciale per chi intraprende una carriera nelle scienze della salute. Investi in un corso specifico per superare le difficoltà linguistiche.

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Corsi di inglese per studenti di scienze della salute: consigli veri da chi ci è passato

Se stai pensando di studiare medicina, infermieristica o qualsiasi altra materia sanitaria fuori dall’Italia, probabilmente ti sei già accorto di un ostacolo: l’inglese non basta che sia “ok”. Nel mondo sanitario serve capirci davvero, soprattutto quando sei di fronte a pazienti, professori che parlano in fretta o pagine e pagine di vocaboli tecnici. E fidati — non importa quanto sei bravo a scuola, l’inglese medico è un altro pianeta.

Qui cerchiamo di dirti esattamente cosa sapere (e cosa aspettarti) quando si tratta di corsi di inglese pensati per chi vuole partire con un corso di laurea sanitaria all’estero. Senza esagerazioni e senza promesse impossibili.


Perché non basta un corso di inglese “normale”?

Lo dico per esperienza — chi parte con in tasca solo il classico inglese scolastico, si trova spesso in difficoltà. L’inglese delle scienze della salute ha una terminologia pesante, frasi fatte che difficilmente impari guardando Netflix, e tante situazioni (tipo tirocinio o laboratorio) dove serve capire subito e dire la cosa giusta.

Magari ti trovi davanti una radiografia da descrivere in inglese tecnico, o devi spiegare un sintomo a un paziente. Una volta un ex studente ci ha raccontato che la sua prima consegna scritta era una riflessione su un caso clinico: ci ha messo il doppio perché ogni parola sembrava “nuova”. In più, molte incomprensioni all’inizio derivano proprio da parole specifiche o sigle che nessuno ti spiega nei corsi tradizionali.


Come scegliere un corso di inglese medico che abbia senso?

Ci sono corsi per tutti i gusti, ma non sempre quello “più famoso” o “più caro” è quello giusto per te. Questi sono alcuni aspetti pratici da considerare:

  • Contenuti specifici: assicurati che il corso non sia solo per “English for work”. Meglio se c’è una parte dedicata a medicina, infermieristica o fisioterapia (a seconda della tua strada).
  • Livello di partenza: alcuni corsi chiedono già un B1-B2. Se parti da più in basso, forse ti conviene investire prima un po’ sul generale.
  • Materiali realistici: video di lezioni universitarie, articoli scientifici, discussioni su casi clinici. Non solo grammatiche o esercizi sulle preposizioni.
  • Metodo: quelli che fanno solo teoria spesso lasciano il tempo che trovano. L’ideale è poter simulare anche colloqui reali (roleplay, esercitazioni su pazienti, ecc).
  • Certificazioni: se devi fare IELTS/TOEFL, meglio un corso che ti fa preparare proprio sulle varianti sanitarie.

Non c’è una ricetta magica. Alcuni studenti si trovano meglio con l’online, altri vogliono un po’ di presenza per rompere il ghiaccio all’orale.


Dove li trovo, ‘sti corsi?

  • Università straniere spesso hanno moduli preparatori, soprattutto quelle più abituate agli studenti internazionali. Chiedere non costa niente.
  • Piattaforme online come Coursera abbia decine di corsi “medical English”, alcuni anche gratis.
  • Scuole di inglese in UK, Irlanda o USA: alcune sono di fatto fatte per chi prepara ingresso in medicina o simili.

Però, occhio: non tutti i corsi sono realmente utili. A volte sono troppo generici, altre volte non aggiornati. Chiedi sempre pareri a chi ci è già passato — anche un messaggio veloce a chi ha frequentato prima di te può chiarirti parecchie cose.


Quali sono davvero le difficoltà? Siate pronti (ma niente panico)

  • Lessico infinito, sembra impossibile imparare tutto. La verità è che ci si abitua: se ogni giorno dedichi un po’ di tempo, le espressioni ti restano in testa. All’inizio, però, è normale sentirsi frustrati.
  • Pronuncia. Alcuni vocaboli medici si leggono diversamente da come te li immagini. Fa parte del gioco — esercitati a voce alta, anche con app o YouTube.
  • Parte pratica. Nei corsi italiani spesso si studia tanta teoria; all’estero aspettati più simulazioni e discussioni su casi reali. All’inizio può spaventare, ma col tempo aiuta tanto.
  • Timore di sbagliare davanti ai colleghi stranieri. Tutti hanno paura di fare figuracce le prime volte, il trucco è provarci e chiedere quando non capisci.

Consigli spicci da chi ci è già passato

Un ragazzo che ora lavora in UK come fisioterapista ci ha raccontato che senza il corso di medical English avrebbe mollato tutto dopo due settimane: “Durante il tirocinio non capivo quasi nulla delle richieste dei pazienti, nemmeno i miei ‘colleghi’ riuscivano a spiegarmi certe cose, perché davano tutto per scontato.” Alla seconda esperienza — dopo il corso — tutto diverso.

Un’altra studentessa di medicina ha trovato utilissimo un gruppo di studio su WhatsApp con altri italiani: “Ci scambiavamo frasi tipo quelle delle consegne, o parole che nessuno afferrava subito. Aiuta anche a non sentirsi soli.”


Non trovi il corso “giusto”? Alcune strategie alternative

  • Segui video di conferenze universitarie o lezioni registrate in inglese medico, anche solo su YouTube.
  • Esistono app pensate per il settore sanitario, con quiz e giochi per memorizzare termini specifici.
  • Prendi un glossario (o appunti) per ogni materia, uno per volta. Non cercare di imparare tutto insieme.
  • Cerca di parlare anche con studenti stranieri. Esistono forum, Telegram o Discord gruppi per scambiare dubbi (e ansie!).

Quando è meglio rimandare?

Questo è un punto che nessuno dice mai, ma invece va detto: se il tuo inglese di base è proprio a terra (tipo livello A1 o A2), magari non è ancora il momento di partire. Fare finta che “con il tempo miglioro” rischia solo di farti sentire a disagio o di rallentarti. Nessuna vergogna: meglio fare prima un bel corso generale e poi affrontare quello medico, anche solo per risparmiare fatica, tempo e soldi.


In poche parole

Un buon corso di inglese specifico per le scienze della salute è un investimento vero — molto più di una formalità. Ti dà sicurezza e strumenti per sopravvivere (e crescere) quando arriva il tirocinio, la prima presentazione, la simulazione col paziente.

Noi di Studey siamo qui anche solo per una chiacchierata, nessun modulo obbligatorio. Se vuoi un confronto o raccontarci i tuoi dubbi, scrivici: ti mettiamo in contatto con chi ci è già passato, senza filtri. Mollare o cambiare idea non è una sconfitta, informarsi è già un passo avanti.

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