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Corsi di inglese per studenti di scienze della formazione

Studiare Scienze della Formazione all'estero richiede una preparazione linguistica specifica; un corso su misura può fare la differenza per il tuo successo accademico.

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Corsi di inglese per studenti di Scienze della Formazione: quello che avrei voluto sapere prima di partire

Se stai pensando di studiare Scienze della Formazione all’estero – e magari l’idea ti entusiasma e terrorizza allo stesso tempo – una delle grandi incognite riguarda spesso l’inglese. Non basta cavarsela con la grammatica o arrangiarsi nelle chiacchiere: qui si parla di capire (e farsi capire) in un ambiente accademico molto diverso da quello italiano. E fidati: il salto può fare parecchia differenza.

Perché ha davvero senso pensare a un corso di inglese “su misura”?

Quando ci si immerge nello studio dell’educazione o della pedagogia in un altro paese, si va ben oltre le solite quattro parole sulle hobby presentation. Ti troverai davanti a testi pieni di terminologia specifica, dovrai sintetizzare casi di studio, ti toccherà scrivere report secondo aspettative molto formali e, quasi sempre, prendere parte a discussioni con professori e compagni che parlano come se l’inglese lo avessero inventato loro ieri.
Un corso di inglese pensato per chi studia Scienze della Formazione ti fa risparmiare parecchi grattacapi: affronterai lingue e dinamiche che si vivono davvero nel mondo educativo – ad esempio, come interagire con bambini, genitori, colleghi; come spiegare un metodo didattico; come gestire il lessico della pedagogia che… ammettiamolo, a volte fa sentire fuori luogo anche in italiano.
Inoltre, tante università o master all’estero chiedono una certificazione linguistica (IELTS, TOEFL) con punteggi precisi: meglio arrivare pronti, senza ritrovarsi a rincorrere le scadenze all’ultimo minuto.

Come orientarsi nella scelta del corso?

Se c’è una cosa che abbiamo imparato, è che non ci sono risposte universali, ma qualche dritta può aiutare:

  • Contenuto e praticità: Cerca un corso che vada oltre i test di grammatica. Serve simulare situazioni vere: presentare una lezione, rispondere alle domande di un tutor, gestire una riunione con le famiglie.
  • Obiettivo chiaro: Parti dal tuo livello e fissati una meta. Serve quell’IELTS 6.5? Pinzalo sul frigo e scegli il programma che ci arriva davvero, magari con test intermedi.
  • Metodo interattivo: Le sessioni più utili sono quelle dove ti metti in gioco, tra discussioni pratiche, role play, esercizi realistici. Abbi dubbi su chi vende solo lezioni frontali e zero confronto.
  • Flessibilità: Ognuno ha il suo ritmo: esistono corsi intensivi pre-partenza ma anche formule online che puoi incastrare con altri impegni.
  • Preparazione “al seguito”: Alcuni corsi offrono anche una mano dopo le lezioni, che sia feedback, supporto per le domande di tirocinio, un “SOS” per qualche inghippo della burocrazia.

Gli ostacoli di cui si parla poco (ma ci sono)

Può capitare di pensare “tanto poi ci arrivo”, oppure “se sopravvivo ai primi mesi, l’inglese verrà da sé”. In realtà, partire con una preparazione traballante rischia di rendere più faticoso capire le lezioni, leggere materiali complessi o farsi sentire nei lavori di gruppo. E lo stress può salire rapidamente.
Un’altra difficoltà: non tutti i corsi generici coprono il lessico specifico dell’educazione, quindi non vergognarti a chiedere nomi precisi di moduli e materiali prima di iscriverti.
E, piccola nota: all’inizio ci si sente spaesati, anche se si ha un buon inglese. È normalissimo. Nessuno nasce “fluent” nelle discussioni accademiche, nemmeno chi oggi si trova dall’altra parte della cattedra.

Se il corso specialistico non è possibile?

Non tutti hanno tempo o risorse per un programma super settoriale. Qualche soluzione pratica:

  • Abbina al corso generalista materiali mirati (podcast, glossari e video pensati per insegnanti e formatori)
  • Segui webinar o incontri tematici, anche solo come “spettatore”, per abituarti a certi modi di esprimersi
  • Se sei autodidatta, sii onesto sui tuoi limiti – meglio chiedere aiuto che perdere settimane su manuali poco utili

Ma, mani avanti: se puoi permettertelo, essere guidato/a da chi ci è già passato o da chi conosce davvero il sistema educativo locale fa la differenza.

Cosa controllare prima di buttarti?

  • Che livello di inglese serva davvero all’università/master (chiedi le prove scritte dove è scritto nero su bianco!)
  • Quali certificazioni sono accettate (evitiamo brutte sorprese)
  • Se il corso è in presenza, online o ibrido e che tipo di supporto prevede prima e dopo
  • Se puoi avere accesso a feedback personalizzato, non solo “lezione e arrivederci”

A volte servono storie vere per capire

Marco aveva iniziato il suo master in Olanda con un corso base d’inglese alle spalle. “In aula mi sentivo invisibile: capivo i concetti, ma mancava il coraggio di buttarmi perché sentivo di non avere le parole giuste.” Solo più avanti, affidandosi a un corso dedicato, ha trovato sicurezza e tempo da dedicare ad altro – “Mi ha fatto la differenza, altro che grammatica.”
Sara invece ha investito in un corso intensivo per educatori prima di partire, concentrando lo studio su dialoghi, simulazioni e preparazione IELTS: “Mi ha aiutata sia a raggiungere il punteggio richiesto per l’iscrizione, sia a sentirmi più tranquilla al primo tirocinio in UK. I primi giorni sono rimasta spaesata comunque, ma almeno non mi sentivo senza strumenti.”

Le domande che ci sentiamo fare più spesso

Che livello di inglese serve per studiare Scienze della Formazione all’estero?
Dipende dal corso, ma spesso un B2 o superiore è la base, e diversi atenei chiedono certificazioni tipo IELTS o TOEFL. Se non hai idea di dove partire, Studey può aiutarti a capirlo senza stressarti.

Meglio un corso online o in presenza?
Non c’è una risposta sola: online è più flessibile, ma l’interazione offline spesso aiuta a rompere il ghiaccio più in fretta e a ricevere feedback diretti. A volte la soluzione migliore sta nel mix.

Posso prepararmi da solo?
Volendo sì: c’è tanto materiale gratuito e qualche buon libro. Ma senza guida puoi perdere tempo su dettagli inutili o trascurare aspetti fondamentali. Se puoi, chiedi almeno un check a qualcuno esperto (anche solo su un documento o una lettera motivazionale).


Studiare Scienze della Formazione all’estero non è una passeggiata, ma nemmeno una missione impossibile. Noi di Studey ci siamo passati e sappiamo quanto può far paura partire, specie senza certezze sulla lingua. Se ti serve un aiuto pratico, vuoi parlare con chi è già passato di qui o hai bisogno di capire che strada prendere, scrivici. Niente promesse magiche, solo consigli concreti basati su esperienze vere.

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