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Corsi di inglese per studenti di scienze della comunicazione digitale

Studiare Scienze della Comunicazione Digitale richiede un inglese specializzato. Prepararsi con i corsi giusti è essenziale per affrontare questa sfida con successo.

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Corsi di inglese per studenti di Scienze della Comunicazione Digitale: tutto quello che avrei voluto sapere prima di partire

Parliamoci chiaro: voler studiare Scienze della Comunicazione Digitale all’estero senza avere “l’inglese giusto” è un po’ come voler fare una gara in bici con le ruote sgonfie. Sembra tutto semplice finché non inizi davvero: il linguaggio tecnico ti travolge, i compagni discutono velocissimi durante i group work e la paura di non essere capiti si fa sentire, anche se hai sempre avuto buoni voti a scuola in inglese.

Ti parlo da chi c’è passato (e da chi, ogni anno, accompagna decine di studenti in questo salto): prepararsi con i corsi giusti può fare la differenza tra sentirsi sempre indietro e, invece, vivere l’esperienza che hai sognato.


Perché un semplice corso di inglese NON basta

Non ci giriamo intorno: l’inglese che hai imparato tra versioni e listening a scuola è solo un punto di partenza. Scienze della Comunicazione Digitale ha un lessico tutto suo: SEO, KPI, engagement rate, visual storytelling... e questi termini non li trovi nei libri di inglese delle superiori.

Devi essere in grado di:

  • Capire testi tecnici, case study, ricerche di settore.
  • Produrre report, piani di comunicazione, presentazioni e progetti che non siano solo “corretti”, ma anche chiari e credibili in un contesto internazionale.
  • Dialogare con compagni e docenti di tutto il mondo, spesso in modalità laboratorio, dove il confronto è all’ordine del giorno.

Non te la sto raccontando: all’inizio sembra complicato (e lo è), ma si può affrontare con metodo e onestà intellettuale.


Che corsi di inglese servono davvero per chi studia Comunicazione Digitale?

Te lo dico senza giri di parole: evita le soluzioni “tutto in uno”, troppo generiche. La differenza la fa la specializzazione. Ecco cosa conviene cercare (senza filtri):

  • General English + moduli settoriali
    Parti da una base solida: grammatica, lessico generale, esercitazioni sulla comprensione e produzione scritta/orale. Poi aggiungi moduli dedicati a comunicazione digitale, social, media e marketing.
  • Academic English
    Quello che salta fuori appena metti piede in un’aula universitaria: impari a leggere articoli scientifici, scrivere paper, sostenere presentazioni. Fondamentale per lavorare sui progetti di gruppo senza sentirti il “turista”.
  • Business English & Digital Communication
    Utile soprattutto se ti interessa entrare (subito o tra qualche anno) nel mondo del lavoro internazionale. Qui si lavora su email professionali, call, reporting e negoziazione nel contesto digitale.

Come si sceglie (sul serio) il corso giusto

Non c’è una risposta buona per tutti, e se qualcuno ti dice il contrario, diffida. Quello che abbiamo visto funzionare più spesso:

  • Conosci il tuo livello iniziale
    Fatti un auto-test, confronta le tue competenze reali (non quelle della pagella) e non avere paura di partire “da zero” su certi aspetti: meglio costruire bene che ritrovarsi spaesati dopo.
  • Dai valore a qualità e riconoscimento
    Meglio un corso serio, magari più caro, ma con veri insegnanti/esperti, che mille alternative low cost o troppo “standard”. Chiedi sempre chi sono i docenti e che tipo di materiali usano.
  • Occhio ai corsi offerti dalle università
    Alcuni atenei – soprattutto UK, Olanda, Irlanda – offrono moduli di inglese specialistico per digital communication direttamente dentro il percorso di studi. Se c’è questa possibilità, ti semplifichi la vita e risparmi.
  • Sii realistico su costi e tempi
    I corsi intensivi danno risultati solo se sono davvero ben strutturati (e se li segui con continuità). Diffida di corsi “miracolosi” di due settimane: serve metodo e pazienza.

I problemi di cui nessuno parla

Non credo nelle promesse “senza sforzo”: imparare l’inglese (quello vero, utile) richiede tempo ed esposizione costante. Ecco cosa abbiamo visto succedere più spesso ai ragazzi che partono con aspettative sbagliate:

  • Magari hai fatto 3 mesi di corso… e la prima lezione in università ti sembra arabo. È normale. Gli inglesismi, le abbreviazioni e i riferimenti culturali si imparano solo vivendo la lingua fuori dalla classe.
  • Esistono corsi un po’ “fuffa”
    Gente che promette risultati rapidi, poche ore settimanali e contenuti “copia-incolla” da altri settori. Se hai dubbi, chiedi materiale reale o cerca ex studenti da contattare.
  • La pratica vera è fuori dall’aula
    Eventi, tirocini, networking in inglese… sono una palestra che nessun corso ti può sostituire al 100%. A volte ha più senso un progetto pratico che mesi in classe.

Una storia vera: Martina

Martina, nostra ex-studentessa, era partita con un inglese intermedio ma totalmente “scolastico”. Aveva mille domande, soprattutto paura di fare brutte figure. Ha scelto un corso che mescolava grammatica e simulazioni pratiche a tema digital. All’inizio si sentiva lenta, poi – presentazione dopo presentazione – ha guadagnato sicurezza, ha capito come scrivere progetti e soprattutto si è sbloccata nei lavori di gruppo. Ha sempre detto: “Avere gente nella mia stessa barca, anche in difficoltà, mi ha aiutato a non mollare”.


Le domande che sentiamo praticamente ogni giorno

Quanto tempo serve per un inglese “giusto” nella comunicazione digitale?
Non esiste la risposta unica, ma in media 3-6 mesi di corso pratico (e la voglia di sperimentare anche dopo).

Meglio online o in presenza?
Entrambi hanno pro e contro. L’online è ok se fatto bene e con insegnanti veri, ma le occasioni di confronto reale in presenza sono spesso una marcia in più.

Mi serve una certificazione ufficiale tipo IELTS/TOEFL?
Spesso sì, specie per le università UK/Ireland/Holland. Ma serve pure il “saper fare” oltre al pezzo di carta.

Quanto costa un corso di inglese “giusto”?
Impossibile rispondere senza sapere dove, come, che livello: si va da qualche centinaio di euro a cifre più alte per corsi in scuole top. Parliamone, senza sorprese o promesse a vuoto.


E in pratica?

Non buttarti sul primo corso che trovi per “paura di perdere tempo”. Non c’è una scorciatoia unica. Chiedi sempre esempi concreti, confrontati con chi c’è passato (noi ex studenti ci siamo apposta per questo). Se hai dubbi, meglio parlarne piuttosto che scegliere a caso e rischiare di trovarti poi in difficoltà al primo esame.

Noi di Studey, lo dico fuori dai denti, non abbiamo la bacchetta magica: ma sappiamo metterti a disposizione confronto, consigli pratici e le nostre esperienze — proprio quello che avremmo voluto avere noi, quel primo giorno.

Se hai bisogno di una mano per capire che corso scegliere, vuoi parlare con chi ha già vissuto queste ansie o vuoi solo capire come organizzarti senza farti fregare, scrivici. Nessuna promessa impossibile, solo uno scambio reale tra persone che hanno davvero vissuto quello che stai per vivere tu.

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