Corsi di inglese per studenti di scienze dell’educazione: qualche consiglio vero, senza filtri
Se stai studiando scienze dell’educazione e sei qui, probabilmente ti sei chiesto almeno una volta: "Ha senso investire tempo (e soldi!) in un corso di inglese?” O magari il dubbio è: “Come lo incastro tra lezioni, esami e stage?” Sappi che sei in buona compagnia. Non sei l’unico a sentirti un po’ bloccato, dubbioso o anche solo curioso.
Visto che qui in Studey ci siamo passati, la guida che segue è il tentativo di rispondere come faremmo a un amico: con sincerità, storie vere e qualche trucchetto imparato a nostre spese.
I veri ostacoli (che ci siamo trovati davanti anche noi)
Facile sulla carta, ma poi:
- Il tempo è sempre poco: tra lezioni, tirocini, e mille impegni, l’idea di infilare anche un corso d’inglese sembra impossibile.
- I soldi spaventano: tanti corsi promettono risultati miracolosi a prezzi fuori portata… ma davvero serve spendere così tanto?
- La paura di “restare indietro”: mollare tutto per qualche settimana ti fa temere di perdere il passo con gli studi.
- Scegliere la meta: tutti dicono che “l’importante è viaggiare”, ma la verità è che la destinazione fa davvero la differenza sulla tua esperienza e sul prezzo.
Come (forse) affrontare la cosa senza impazzire
1. Il corso giusto non è per forza il più famoso
A volte si parte già scoraggiati: “Se non posso andare sei mesi a Oxford, tanto vale restare qui”. Spoiler: non serve.
- Paesi interessanti per l’inglese? UK e Irlanda sono la scelta classica, certo. Ma anche Olanda, Australia, Canada o Stati Uniti hanno opzioni molto valide. E se vai fuori stagione, spesso risparmi.
- Corsi generici vs. specializzati: All’inizio basta anche solo sbloccarsi nella conversazione. Per chi cerca una marcia in più, ci sono corsi specifici per educatori oppure di preparazione agli IELTS/TOEFL (utile se vorrai fare un Master internazionale).
2. Incastrare orari e impegni: sì, ma a modo tuo
- Corsi brevi o lunghi? Se pensi che serve solo partire per mesi, togliamoci subito questo peso. Esistono corsi da 2 settimane, estivi, full-immersion nel weekend… O a distanza, per chi non può spostarsi.
- Full-time o part-time? Questa è la vera svolta per chi ha già mille impegni: il formato part-time ti dà flessibilità se il calendario universitario non aiuta.
3. Costi, borse e… niente illusioni
- I prezzi cambiano tantissimo: ogni città, scuola e formula fa storia a sé. Fai attenzione agli “extra nascosti”: libri, iscrizione, certificazioni, alloggio. Non tutti li mettono in chiaro.
- Borse e sostegni: Alcune università mettono a disposizione piccoli fondi per lo studio della lingua all’estero oppure accettano riconoscimento CFU. Prima di rinunciare, chiedi.
- Lavorare mentre studi: Sì, in certi paesi puoi, ma tra permessi e ricerca non sempre è semplice. Meglio saperlo prima per non avere brutte sorprese.
Quello che a volte non si dice
- L’inglese non si impara “per magia”: Non credere alle pubblicità. Nessun corso ti renderà fluente in tre settimane senza sforzo (magari!). È tutto un processo e, per essere onesti, anche un po’ frustrante.
- La solitudine all’inizio è normale: Quando cambi paese, anche solo per poche settimane, è frequente sentirsi “sfalsati”. Non c’è una soluzione perfetta, ma spesso il gruppo corso (o una community di italiani, su WhatsApp o Facebook) aiuta, anche solo per bere qualcosa dopo le lezioni.
- Non tutti gli atenei “valgono” lo stesso per tutti: Proprio come nelle università “di casa”, tra scuola e scuola ci sono enormi differenze. Se qualcosa non ti quadra durante le prime giornate, dillo subito: cambiare corso non è un dramma, meglio parlarne prima che dopo.
Una storia vera (e senza filtri)
Maria, studentessa di scienze dell’educazione, aveva mille paranoie prima di partire per Dublino. Paura di non capire nulla, di isolarsi, di “sprecare soldi”. Alla fine, la cosa più utile l’ha imparata proprio fuori dalle lezioni: parlando coi compagni, cucinando insieme nella residenza, affrontando piccole difficoltà pratiche. L’inglese è migliorato, certo, ma soprattutto ha scoperto modi diversi di pensare l’educazione… e si è sentita meno sola nel suo percorso.
Domande che (veramente) ci fate spesso
-
Come trovo il corso giusto per me?
Devi pensare prima a cosa ti serve davvero: migliorare la conversazione? Superare un esame? O magari capire come funziona il mondo educativo all’estero? Solo da lì puoi scegliere. -
Posso far convivere il corso con lo studio?
Sì, se scegli formati flessibili e magari periodi “morti” (tipo estate o tra i semestri). -
Ci sono aiuti economici?
In alcuni casi sì, soprattutto se lo studio dell’inglese è legato al tuo percorso universitario o finalizzato a stage e tirocini. Non aspettare l’ultimo minuto per fare domanda. -
Se ho paura di non riuscire?
Fa parte dell’esperienza. A nessuno viene naturale vivere in inglese da subito: ansia, errori e imbarazzo sono normali. Chiedi supporto: nessuno ti giudica per questo.
Dubbi su tutto? Scrivici (ma davvero, senza impegno)
Se hai bisogno di qualche consiglio pratico, vuoi confrontare diverse opzioni o capire come funziona in concreto partire, scrivici. Ti risponderà una persona vera. Anche solo per rassicurarti che, sì, sentirsi spaesati è normale — e che una soluzione, anche a piccoli passi, si trova quasi sempre.
Parliamo del tuo caso specifico?
In una rapida call di 20 minuti, un nostro advisor valuterà la tua situazione e ti dirà come possiamo aiutarti a realizzare il tuo progetto all'estero.
Valuta la tua situazione gratuitamente →Chiamata introduttiva gratuita e senza impegno
Le informazioni contenute in questo articolo sono aggiornate al momento della pubblicazione, ma potrebbero subire variazioni nel tempo. Per avere informazioni sempre aggiornate e personalizzate sul tuo caso specifico, ti consigliamo di parlare con un nostro advisor.