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Corsi di inglese per studenti di psicologia

Studiare psicologia all'estero richiede un'adeguata preparazione linguistica. Scegli corsi specifici per affrontare le sfide accademiche e comunicative con sicurezza.

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Partire per studiare psicologia all’estero: quale corso d’inglese scegliere (e perché non tutti sono uguali)

Se stai pensando di studiare psicologia fuori dall’Italia, l’inglese è qualcosa di più di una materia in più: è la chiave per capire i libri, seguire le lezioni senza perdere il filo e comunicare davvero con docenti e colleghi. Lo dico senza mezzi termini – non basta conoscere qualche regola di grammatica e qualche parola tecnica. La psicologia usa un linguaggio tutto suo, e le università (specialmente in UK, Irlanda e altri paesi anglofoni) danno per scontato che tu sappia già districarti tra letture complesse, ricerche, presentazioni.

Corsi d’inglese: cosa ti serve davvero

Qui è facile perdersi nelle mille proposte online. Ecco, provo a darti una mano per capire cosa serve davvero:

  • L’inglese “da scuola” non basta. Se pensi che il classico corso “general english” sia sufficiente, ti fermi a metà strada. Molto meglio puntare su percorsi che si concentrano su:
  • Inglese accademico: ti serve per leggere articoli scientifici, scrivere essay, fare presentazioni. Qui si parla di struttura dei testi, tecniche per prendere appunti durante le lezioni, capire le domande degli esami (che spesso sono tutt’altro che dirette).
  • Vocabolario psicologico: nomi di disturbi, metodi di ricerca, espressioni tecniche. Sembra scontato, ma nella pratica spesso ci incartiamo su parole che in italiano usiamo tutti i giorni e in inglese suonano strane o hanno sfumature diverse.
  • Comunicazione pratica: in psicologia si lavora tanto in gruppo, si fanno simulazioni cliniche (“role play”), si discute di casi reali. Allenarsi su queste situazioni rende la differenza tra capirci qualcosa o sentirsi persi il primo giorno di tirocinio.

Alcune scuole – soprattutto quelle vicine alle università – propongono corsi pensati proprio per studenti di psicologia e affini, ma la verità è che spesso si tratta di personalizzazioni di corsi più generici. Se puoi, cerca feedback da chi c’è già passato prima.

Quando iniziare (e come scegliere il formato)

Qui la risposta onesta è: dipende dal tuo livello di partenza e da quanto tempo ti resta prima di iniziare. Se ti senti ancora incerto sulle basi, almeno 6 mesi prima può essere una buona soglia di sicurezza. Se invece mastichi già bene l’inglese, potresti cavartela con un corso intensivo o delle lezioni private concentrate sugli aspetti che ti mancano.

In presenza o online? Oggi molti scelgono l’online per praticità, ma occhio alle lezioni registrate: sono comode e costano meno, ma in psicologia la parte parlata è fondamentale. Il top resta un tutor con esperienza proprio in ambiti accademici o clinici, con cui fare simulazioni vere e proprie.

Occhio alle difficoltà (nessuna vergogna se ti spaventa)

Un errore classico è sottovalutare le difficoltà. L’inglese della psicologia non è difficile solo per il lessico, ma per come sono strutturati i testi accademici, per l’ansia da parlata “non perfetta”, per la burocrazia universitaria che aggiunge stress. Alcuni punti delicati:

  • Articoli scientifici: pieni di termini tecnici, abbreviazioni, strutture molto diverse dai manuali delle nostre superiori.
  • Compiti scritti: oltre alla grammatica, ci sono regole per citare le fonti, evitare il plagio (parola che qui pesa davvero!) e strutturare il testo secondo standard ben precisi.
  • Situazioni reali: al di là delle lezioni, dovrai interagire con studenti da tutto il mondo, magari in piccoli gruppi o laboratori. Le prime volte può far paura, ma è l’unico modo per fare progressi veri.

Non sentirti solo se ti sembra troppo. Tanti prima di te ci sono passati, e con il giusto supporto (e un po’ di pazienza) passi anche questa.

Due storie vere

Marco, a Londra, ci raccontava: "Mi ero preparato con un corso di inglese classico. Appena ho iniziato, mi sono perso già alla seconda lezione, perché il vocabolario era pieno di termini che non avevo mai sentito. Per fortuna ho trovato un corso di inglese accademico all’interno dell’università, che mi ha letteralmente salvato la carriera."

Giulia è partita per un master in counseling a Dublino: “La parte più difficile, per me, sono stati i role play. Parlare di emozioni, fare domande, ricevere feedback... all’inizio era un disastro. Solo con un corso ONE TO ONE con un tutor specializzato sono riuscita a sentirmi sicura.”

Domande che riceviamo spesso

  • Serve un certificato ‘specifico’ di inglese per psicologia?
    No, di solito basta IELTS o TOEFL, ma i corsi specializzati sono spesso ciò che ti fa davvero sentire a tuo agio con i contenuti universitari.
  • I corsi online valgono la pena?
    Sì – se sono interattivi e con un docente affidabile (meglio ancora se abituato a lavorare con studenti internazionali di psicologia). Se invece sono solo video da guardare, non sempre ti aiuteranno sulla conversazione reale.
  • Quanto costa?
    Qui dipende da mille fattori: l’ente, il formato, la durata… Occorre informarsi bene e attenzione alle promesse miracolose: piuttosto, cerca soluzioni che permettano anche solo una prova per capire se fanno per te.

In sintesi (senza risposte magiche)

Studiare psicologia all’estero è una sfida vera, e la lingua è spesso la prima montagna da scalare. Preparati per tempo, scegli corsi che ti mettano realmente in gioco (non solo quiz online!) e non ti vergognare di chiedere aiuto, anche se le difficoltà arrivano dopo la partenza. Noi di Studey non abbiamo bacchette magiche, ma sappiamo cosa vuol dire ritrovarsi soli davanti a un testo che sembra scritto in aramaico e possiamo aiutarti a identificare il percorso che abbia davvero senso per te.

Dubbi? Ci sono sempre mille dettagli da chiarire – se vuoi parlarne con qualcuno che ci è passato prima, scrivici. Anche solo un confronto, a volte, aiuta a vedere le cose con meno paura e più chiarezza. Nessuna promessa, solo un confronto onesto.

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