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Corsi di inglese per studenti di lingue

Studiare inglese non è solo un corso, ma un percorso fondamentale per chi ama le lingue. Scopri come scegliere il corso giusto per te.

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Corsi di inglese per studenti di lingue: una guida reale (niente fuffa)

Studiare inglese, se vuoi davvero occuparsi di lingue – all’università, al lavoro, o in giro per il mondo – non è solo “una tappa” che si risolve in qualche lezione ben fatta. È qualcosa che ti porti dietro dappertutto: quando devi capire una lezione, scrivere la mail giusta o anche solo chiacchierare senza andare nel panico. Da fuori sembra tutto ovvio (“faccio un corso e via, sono pronto!”), ma chi c’è passato lo sa: ci sono più domande che risposte, e non sempre è facile distinguere quello che serve davvero da quello che ti fanno solo comprare.

Se sei qui per cercare il corso “perfetto”, mi dispiace, non posso venderti miracoli. Ma posso raccontarti meglio come orientarti, quali trappole evitare (anche quelle che non ti dicono), e che cosa puoi aspettarti davvero se sei uno studente di lingue alle prese con l’inglese.


Perché il corso giusto di inglese fa la differenza (e a volte no)

Se vuoi lavorare in lingue, o vuoi semplicemente arrivare preparato a un’esperienza all’estero, un corso fatto bene serve (non giro di parole). Ti aiuta a:

  • Colmare quelle lacune che il liceo, spesso, lascia lì in un angolo.
  • Fare il salto dalle “frasi fatte” alla vita vera: scrivere saggi, parlare ai seminari, capire accenti difficili.
  • Non limitarti al solito “livello scolastico” – e, fidati, le università straniere e i datori di lavoro se ne accorgono subito.
  • Preparare bene gli esami che servono davvero, tipo IELTS o TOEFL, che non sono impossibili ma nemmeno la barzelletta che qualcuno vorrebbe venderti.

Un corso serve, ma non è la bacchetta magica. Il salto di qualità lo fai solo se è il corso giusto per te.


Quali corsi esistono, e cosa va bene (o meno) a seconda del caso

Qui spesso ci si perde. Ti propongono “pacchetti” indistinti, e dopo mesi ti accorgi che quello che hai imparato non basta. Facciamo chiarezza, senza lustrini:

Corsi generali

Sono quelli che vanno un po’ per tutti: grammatica di base, tanto ascolto parlato, roleplay vari. Vanno bene se hai ancora insicurezze forti su basi, ma attenzione: dopo un po’ rischiano di non portarti oltre se hai già un livello B1/B2.

Corsi accademici (l’EAP, per intenderci)

Sono mirati se hai intenzione di seguire lezioni universitarie, scrivere essay, fare esami in inglese. Qui si lavora su essay, presentazioni, listening tosto. Non è proprio facile all’inizio, ma se finisci qui dopo troppi corsi generici rischi di faticare un bel po’.

Preparazione alle certificazioni

Se ti serve un punteggio IELTS, TOEFL, Cambridge, questi corsi sono fatti apposta. Di solito sono tosti e pratici: simulazioni d’esame, tecniche per non perdere tempo, gestione del panico. Attenzione: farli “fai da te” è rischioso. Fallire un esame può farti sprecare mesi.

Lezioni con madrelingua

Dove impari davvero quelle sfumature di pronuncia e cultura che nessun libro ti dà. Spesso sono le più costose, ma se puoi permettertele – anche solo per qualche mese – fanno una differenza che si sente subito.

Online o in presenza?

Non c’è una risposta unica. Online spesso costa meno ed è più flessibile, ma ti devi imporre una disciplina ferrea, e puoi sentire meno il passo della classe. In presenza, la fatica di andare vale spesso come stimolo extra (e socializzi anche di più, che non guasta).


Domande reali da farsi prima di firmare per qualunque corso:

  • Da dove parto davvero? Fatti un test di livello, anche informale, e non farti illusioni. Chi pensa di essere “già a livello B2” solo perché ha preso 8 a scuola spesso poi si schianta sui primi essay veri.
  • Cosa mi serve, in pratica? Serve il certificato IELTS? Devo capire un prof scozzese? Devo solo chiacchierare in Erasmus?
  • Chi insegna? Un insegnante che ha già formato gente per università estere, meglio ancora se madrelingua, fa una differenza enorme. Evita i “tuttologi” – sanno di tutto ma niente di utile.
  • Quante ore? Quanto costa? Diffida delle offerte “full immersion” di tre settimane che promettono che “parlerai come un nativo”. Non funziona così. La costanza, anche pochi mesi ben spesi, pagano più della full immersion improvvisata.
  • Se sbaglio corso, posso cambiare? Non incastrarti. Chiedi questa cosa prima di iscriverti. È meglio cambiare direzione subito che accanirsi per mesi.

Le difficoltà che quasi nessuno racconta (e che invece esistono)

È normale avere paura di non farcela, sentirsi stupidi quando i compagni capiscono più di te, farsi venire l’ansia se ti bloccano domande banali. Anche chi ha l’accento perfetto, i primi tempi, soffre: è uno shock.

Alcune trappole in cui spesso si cade:

  • Sottovalutare il tempo necessario. Raggiungere davvero il livello C1 non è roba di sei mesi partendo da zero.
  • Lasciarsi prendere dalla frenesia del “devo avere il certificato”. Meglio prendersi qualche settimana in più e sostenere l’esame quando sei pronto.
  • Fidarsi delle “scorciatoie”. Le trappole sono ovunque: corsi online spropositatamente economici, promesse di imparare “giocando”. Se sembra troppo facile per essere vero, probabilmente lo è.

Una storia vera (che ci succede ancora troppo spesso)

Marco, 22 anni, voleva prepararsi alla partenza per un master a Londra. Opta per il corso “più facile da incastrare con la sua vita”: quattro ore a settimana, insegnanti italiani (bravi, per carità… ma non era quello che serviva). Arriva a luglio e si rende conto che non capisce i podcast, fatica a scrivere essay, e il test IELTS è un incubo. Ha dovuto rifare tutto da capo – con l’ansia del tempo che scappa e una botta di autostima non da poco.

Se si fosse fatto seguire in modo personalizzato – anche solo qualche ora coi madrelingua o una revisione serie dei suoi materiali d’application – avrebbe probabilmente risparmiato stress e almeno un semestre. Non siamo qui a dire che serve sempre “il massimo”. Ma raccontiamo queste cose perché ci passiamo tutti.


E ora? Cosa puoi fare in pratica?

  1. Fermati e valuta (davvero) il tuo livello e quello che ti serve.
    Non farti fuorviare dal bisogno di “chiudere la pratica”.
  2. Scegli il corso che serve a te, non quello che vendono meglio.
    Chiedi referenze, parla con chi ci è già passato (anche noi, se vuoi).
  3. Considera il coaching e la revisione documenti.
    Spesso ci si incarta più su personal statement e CV che sulle listening.
  4. Fatti un budget, e decidi su cosa davvero non vuoi fare economia.
    Un buon corso intensivo può valere più di sei mesi low cost dopolavoro.
  5. Se non sei sicuro, chiedi!
    Nessuno nasce imparato. Il rischio non è “essere ignoranti”, ma fare finta di non esserlo.

Non ti facciamo promesse da pubblicità: le incertezze restano, e l’inglese non diventa “facile” solo perché si fa un corso. Ma puoi evitare tanti errori, e magari farti qualche amico in viaggio.


Dubbi, paure, indecisioni?
Noi ci siamo davvero – anche solo per capire insieme di cosa hai veramente bisogno, o per dirti onestamente che a volte serve solo tempo, costanza e pazienza.

Non devi “scegliere Studey” per forza: ti promettiamo solo chiarezza, ascolto, e nessuna promessa che non possiamo rispettare.
Il resto… lo costruirai passo dopo passo. Anche con qualche errore – che fa parte del gioco.

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Le informazioni contenute in questo articolo sono aggiornate al momento della pubblicazione, ma potrebbero subire variazioni nel tempo. Per avere informazioni sempre aggiornate e personalizzate sul tuo caso specifico, ti consigliamo di parlare con un nostro advisor.