Scegliere un corso di inglese se frequenti un liceo linguistico: cosa c’è da sapere davvero
Se sei uno studente di liceo linguistico (o un genitore preoccupato), probabilmente senti da tutte le parti che “bisogna” fare un corso di inglese per migliorare. Ok, tutto vero — ma la realtà è che ci sono una marea di opzioni, promesse roboanti e mille dubbi che quasi nessuno affronta con onestà. Proviamo a fare chiarezza, senza filtri e senza “venderti” una scelta, perché ognuno ha la sua storia e quello che va bene per uno, magari non funziona per un altro.
Cosa c’è davvero “sul mercato”: i diversi tipi di corsi
1. Corsi intensivi in Italia
Ce ne sono tanti, spesso organizzati dopo scuola o in estate da scuole private (alcune serie, altre un po’ improvvisate) o da enti pubblici. La formula tipica mescola grammatica, conversazione e preparazione ai famosi certificati (Cambridge, IELTS, TOEFL…). Sicuramente comodi: resti a casa, niente grandi trasferte. Occhio però, alcuni non sono per niente personalizzati e ti ritrovi a fare esercizi fotocopia. Consigli spicci? Chiedi sempre quanti insegnanti madrelingua ci sono, e come sono formate le classi (livello, età, obiettivi).
2. Corsi estivi (o invernali) all’estero
Un classico: “Vai tre settimane a Londra e torni bilingue”. Sarebbe bello… ma non è sempre così semplice. L’immersione nella vita quotidiana di un paese inglese aiuta tanto — nessun dubbio — però serve essere preparati psicologicamente (e un po’ pure dal punto di vista della lingua). Non per tutti è una passeggiata. Alcuni si sentono spaesati, altri carichi a mille, altri ancora tornano e perdono tutto perché non hanno modo di continuare. Il costo poi è elevato, quindi vale la pena chiedersi: mi sento pronto? Avrò qualcuno che mi segue al ritorno? Non partire solo perché “lo fanno tutti”.
3. Corsi online
Hanno preso piede tantissimo, anche grazie alla pandemia, e sono molto più vari di quanto si pensi. Qui il rischio è fare corsi fatti male, magari tutti registrati e zero feedback vero. Però se becchi quello giusto (tutor madrelingua, appuntamenti regolari, esercitazioni che ti pungolano davvero), può essere uno strumento potentissimo, soprattutto per allenarti fuori dall’orario standard. Piccolo avviso: ci vuole una buona autodisciplina, altrimenti dopo la terza lezione ti ritrovi a scrollare Instagram sotto la scrivania.
Come scegliere senza farsi fregare: 5 domande da porsi (seriamente)
- Perché voglio (o devo) fare un corso?
Mi serve per davvero la certificazione ora? Fatto per piacere, per passo futuro all’università, per recuperare una carenza? - Di cosa ho davvero bisogno?
So leggere bene ma in speaking mi blocco? Il contrario? Sono debole nella listening? Un buon corso dovrebbe puntare sui miei “punti scoperti”, non andare avanti a caso. - Chi insegna?
Sembra banale, ma la differenza tra insegnante che “mastica” italiano e uno totalmente ignaro del nostro modo di imparare (e dei nostri tic) è enorme. - Cosa capita dopo?
Un corso da solo, senza modo di praticare in modo costante (magari qualche scambio linguistico, amici con cui fare pratica, ecc) rischia di svanire in fretta. - Quanto investo?
Non solo soldi (che contano eccome), ma soprattutto tempo ed energie. Scegliere solo in base al prezzo o solo in base a dove vanno tutti, spesso porta delusioni.
Un esempio autentico, senza retorica
Ti raccontiamo la storia di Martina, che abbiamo aiutato due anni fa. Studentessa di un liceo linguistico a Milano, super entusiasta della possibilità di andare in Inghilterra per tre settimane a luglio. Torna… e la sensazione è: “Ok, esperienza bella, magari ho preso un po’ di soggiorno, ma non mi sento DAVVERO più sicura con l’inglese”. Come mai? Perché, detto terra terra, nessuno le aveva suggerito che senza praticare ogni settimana, e senza un minimo di preparazione prima (non solo grammatica, ma davvero esercitarsi a parlare), l’effetto “tuffo linguistico” dura poco. Quello che ha funzionato per lei, poi, è stato aggiungere un ciclo di lezioni online settimanali con un tutor madrelingua. Lì ha visto miglioramenti. Tutto qui, nessuna magia.
Sfide da non sottovalutare (che nessuno ti dice)
- L’inglese si impara sì, ma solo praticandolo in modo costante, non solo con corsi-lampo.
- Andare all’estero, specialmente se sei timido o non abituato a stare da solo, può essere tosto. Non vergognartene: molti barcollano all’inizio.
- Spesso ti promettono “salti di livello” in 2 settimane — in genere quello che succede è che diventi un po’ più sciolto, ma per consolidare serve tempo.
- I corsi costano, ma anche il tempo speso conta. Evita “collezionismo di certificati” se non è utile per quello che vuoi fare davvero.
Domande che sentiamo spesso (e risposte senza peli sulla lingua)
Q. Si può davvero diventare fluenti solo con un corso? | A. No, se per “fluente” intendi parlare come un inglese dopo 3 mesi. Però puoi fare passi in avanti grossi se il corso è ben pensato SU DI TE e se pratichi anche fuori. |
Q. I corsi estivi all’estero servono a tutti? | A. Solo se tu ti ci senti pronto e non li vivi come una vacanza “sotto stress”. Per qualcuno sono uno slancio, per altri un trauma. Serve essere sinceri con se stessi. |
Q. Ha senso fare corsi online? | A. Se ti organizzi e trovi insegnanti validi, sì. Ma ci vuole metodo, e un po’ di voglia di mettersi in gioco anche quando è più comodo fare altro. |
Q. Quanto costa, più o meno? | A. Dipende da mille fattori: corso in Italia, online, all’estero… I prezzi cambiano spesso. Meglio chiedere a qualcuno che ci è già passato (anche Studey può aiutare, se vuoi un confronto senza impegno). |
In sintesi (ma senza slogan)
Studiare inglese, soprattutto al liceo linguistico, non è un passaggio “pro forma” da spuntare sul CV ma un vero investimento su te stesso. Non esistono ricette magiche e ciò che fa per un amico o compagno potrebbe non coincidere con le tue esigenze. Prendi i tuoi tempi, informati, chiedi a chi ci è già passato — e non vergognarti se ti senti confuso o in difficoltà. Se hai bisogno di confrontarti con qualcuno che ha vissuto tutto questo, e che dice le cose come stanno (belle o meno belle), noi di Studey ci siamo, senza giudicarti e senza prometterti la luna. La strada la scegli tu, noi possiamo aiutarti a illuminarla un po’.
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