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Corsi di inglese per studenti di liceo classico

Investire nell'inglese è fondamentale per ampliare le proprie possibilità accademiche e lavorative, specialmente per chi proviene da un liceo classico.

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Corsi di inglese per studenti del liceo classico: cosa c’è davvero da sapere, senza filtri

Se fai il liceo classico, probabilmente l’inglese non è stato proprio al centro del tuo programma. Tra versioni di latino e miriadi di declinazioni greche, magari l’inglese lo hai studiato un po’ “di riflesso”—in classe, o forse con qualche app, ma senza mai sentirlo davvero tuo.

Però eccoci qui: magari hai voglia di migliorarlo sul serio, magari pensi di fare l’università all’estero, o vuoi semplicemente sentirti più sicuro in una lingua che, piacciano o no i giochi di parole, oggi serve praticamente ovunque. Ecco un po’ di idee, dritte e avvertimenti schietti, da chi ci è passato prima di te.


Perché ha senso investire sull’inglese (anche se ami il greco!)

Non è solo questione di superare un esame: l’inglese è la chiave per tante porte, che tu voglia provare a studiare in UK, Olanda, Irlanda, USA, o semplicemente costruirti più opzioni nel lavoro, anche restando in Italia. La verità? Chi viene dal classico spesso ha una marcia in più su analisi del testo e logica, ma può fare più fatica quando si tratta di usare l’inglese per parlare davvero, scrivere e capire velocemente la lingua viva. Pensaci già ora, non soltanto “dopo la maturità”.


I corsi di inglese che possono avere senso (e a chi servono davvero)

Te lo dico subito: non esistono soluzioni magiche. Ognuno ha bisogni diversi, e un corso perfetto per tutti non c’è (anche se ti capita di leggere pubblicità che lo promettono…). Quindi, ecco cosa offre davvero il mercato, con pro e contro:

1. Corsi intensivi di inglese generale

Dove: scuole di lingue, summer school, programmi brevi in Italia o all’estero.
Quando servono: se vuoi dare un colpo di acceleratore al tuo livello, “sporcandoti le mani” con l’inglese vero.
Attenzione: se i corsi sono troppo generici, rischi di parlarne poco e fare troppa grammatica. Assicurati che siano pratici, con un bel po’ di conversazione.

2. Preparazione a certificazioni (IELTS/TOEFL)

Qui si fa sul serio: queste certificazioni servono per l’accesso a quasi tutte le università estere.
Pro: sono strutturati, pieni di strategie, simulazioni, compiti mirati.
Contro: richiedono costanza (e spesso è un investimento economico non da poco). Occhio agli insegnanti: ci vogliono persone che conoscono sia l’esame che il tipo di difficoltà tipiche di chi viene dalla scuola italiana.

3. Percorsi online o “ibridi”

Ce ne sono tantissimi, alcuni fatti bene (lezioni di gruppo, individuali, personalizzazione), altri molto “automatizzati”.
Pro: puoi gestire i tempi, sei flessibile, spesso spendi meno.
Contro: serve parecchia forza di volontà per non perdersi per strada. E non sempre sono interattivi quanto servirebbe.

4. Summer school all’estero

Esperienza pazzesca se hai modo di farla: qualche settimana in UK, Irlanda o USA può farti uscire dalla comfort zone a livello linguistico e sociale.
Pro: impari a “sopravvivere” davvero in inglese, ti misuri con la lingua di tutti i giorni.
Contro: i costi possono essere impegnativi, e senza un po’ di preparazione, rischi di trovarti spaesato/a i primi giorni.


Cosa serve davvero a uno studente del classico che vuole salire di livello

  • Esporsi all’inglese vero, evitare di limitarsi ai soliti esercizi di grammatica “da libro”. Bisogna rischiare di sbagliare mentre si parla e ascolta.
  • Imparare i meccanismi degli esami internazionali. IELTS e TOEFL hanno format tutti loro: vanno capiti e allenati, non improvvisati all’ultimo.
  • Scegliere insegnanti con esperienza vera: meglio se madrelingua o comunque abituati a lavorare con italiani “umanisti”. Fidati, fa la differenza.
  • Se punti all’università fuori, preparati anche sulla parte ‘pratica’ dell’application: personal statement, reference letter, CV… Serve supporto e non tutti i corsi lo danno.

Le difficoltà (quasi) inevitabili — e come affrontarle

  • Fraintendere il livello di inglese richiesto per un’università estera. Non bastano le basi del liceo. Si parla di livelli B2/C1 veri, non “so risolvere l’ennesimo esercizio di grammatica”.
  • Scegliere corsi che sembrano “avanzati” ma sono quasi solo ripassi scolastici, magari con insegnanti che non conoscono davvero le esigenze di chi viene dalla scuola italiana.
  • Separare troppo lo scritto dall’orale: tipico errore. Saper tradurre non aiuta granché se non riesci a interagire live.
  • Spendere tanto in corsi che non danno attenzione personalizzata: purtroppo succede più spesso di quanto si pensi.

Qualche storia vera di chi ci è passato

Sara, liceo classico, in prima liceo pensava sul serio che l’inglese “non facesse per lei”. Poi si è innamorata dell’idea di poter studiare medicina in UK. Dopo un paio di false partenze (corsi online fatti “solo di esercizi”), ha trovato un corso di preparazione IELTS con molti role-play e simulazioni. In un trimestre ha fatto un salto di quasi un punto e mezzo. “Il vero salto l’ho fatto quando ho iniziato a usare l’inglese anche fuori dal corso, tra amici e serie tv—e quando ho smesso di avere paura di sbagliare”.

Marco invece ha mescolato lezioni online e incontri di gruppo in città. “All’inizio ero iper-imbarazzato—girava sempre la voce che dal classico viene fuori gente che sa le regole, ma parla poco. Un paio di insegnanti mi hanno proprio ‘costretto’ a buttarmi. E quando ho dovuto scrivere il personal statement per l’università, avere qualcuno che lo correggesse davvero, non solo con consigli vaghi, è stato cruciale”.


Consigli pratici prima di scegliere un corso

  1. Chiediti dove vuoi arrivare (generale, certificazione, application università?). La chiarezza su questo ti aiuta a non buttare soldi e tempo.
  2. Fai un test di livello onesto (no, non quelli “velocissimi” da social…). Così sai da dove parti davvero.
  3. Verifica l’esperienza degli insegnanti: controlla le certificazioni e soprattutto se hanno già lavorato con chi si prepara a esami come IELTS o TOEFL.
  4. Scegli corsi che ti danno feedback veri, non solo voti: hai bisogno di capire che cosa va e dove invece serve insistere.
  5. Valuta anche la durata: per certi salti di livello, servono settimane o mesi, non miracoli da weekend.

Domande che riceviamo spesso

Che livello di inglese serve per studiare fuori?
Dipende dal corso e dal paese, ma in UK la soglia più comune è IELTS 6.0-6.5 (livello B2-C1). Non lasciarti ingannare dal “tanto l’inglese l’ho sempre studiato”—servono allenamento e tecniche precise.

Bastano i corsi online per fare davvero progressi?
Se sono interattivi, sì. Ma attento/a: serve disciplina. E serve trovare spazi per mettere in pratica l’inglese anche fuori dai meeting su Zoom.

Quanto costa prepararsi bene?
Non c’è una cifra unica: varia dal tipo di corso, dalla durata, dal paese e dall’offerta in quel momento. Spesso si trovano soluzioni personalizzate, specie se ti muovi presto. Altrimenti rischi di pagare per corsi “mordi e fuggi” che poco aggiungono davvero.


Studiare inglese, soprattutto al classico, vuol dire uscire dalla zona comfort. Non è tutto rose e fiori, e nessuno può prometterti di diventare fluentissimo/a in poche settimane. Ma se hai le idee chiare e scegli supporti giusti (persone vere, meglio se con esperienze simili alla tua), la differenza si sente, eccome.

Se sei indeciso o non sai da dove partire, parlarne con chi ci è già passato può davvero aiutare a non perdere tempo prezioso. Noi di Studey—consulenti, ex studenti, gente che ha fatto proprio questi passaggi—siamo qui per rispondere senza venderti fumo. Se serve anche solo una chiacchierata, ci trovi.

Non esitare a chiedere: anche partire da una domanda “banale” può sbloccare il primo passo.

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