Corsi di inglese per studenti di lettere: quello che avrei voluto sapere prima di partire
Fare un corso di inglese all’estero quando studi lettere sembra un classico: “tanto l’inglese serve sempre, no?”. Sì, ma se vuoi andare davvero oltre i manuali e le frasi fatte, serve essere più strategici. Trovarsi davanti a un testo letterario in lingua o dover argomentare una tesi in un seminario universitario – spoiler: non è solo questione di sapere la differenza fra “past” e “present perfect”.
Se stai pensando di partire per migliorare il tuo inglese da studente di lettere, ecco qualche verità nuda e cruda (e qualche dritta):
1. “Un corso va bene vale l’altro?” — Eh, magari fosse così semplice.
Molti corsi di inglese sono pensati per viaggiatori, futuri business manager o ragazzi alle prime armi. Ma se vieni da lettere — e parlo per esperienza — hai bisogno di qualcosa di diverso:
- Ti servirà cavartela con testi difficili, non solo dialoghi da pub
- Devi imparare a scrivere saggi, non solo “email formali”
- Il vocabolario? Meglio se incentrato su concetti filosofici, artistici, linguistici, non sugli “itinerari turistici”.
Se scegli il corso “generico”, rischi di annoiarti o, peggio, di non ottenere strumenti utili per il tuo percorso universitario. Chiedi sempre quali moduli e quali letture offre il programma, prima di iscriverti.
2. Che tipo di corsi ci sono davvero (e per chi sono adatti)
Non c’è solo il classico corso “speaking-listening”. Alcune opzioni utili:
- Corsi intensivi accademici: si concentrano su scrittura critica, analisi di testi, discussioni di gruppo. Possono durare anche solo qualche settimana, ma preparati a un ritmo sostenuto.
- Preparazione agli esami universitari (IELTS Academic, TOEFL): non sempre sono centrati sulle lettere, ma alcuni programmi hanno moduli per discipline umanistiche.
- Laboratori universitari di lingua per humanities: sono una manna se vuoi puntare a un’università all’estero. Di solito i docenti sono abituati ad affrontare i problemi classici di chi viene da lettere (es. come riformulare un argomento, o come scrivere una bibliografia corretta).
- Lezioni individuali o micro-gruppi, se hai bisogno di potenziare parti specifiche: c’è chi ha problemi soprattutto con la scrittura, chi con la comprensione orale.
Sii onesto con te stesso sul tuo livello e su ciò che ti serve davvero — anche questa non è una cosa scontata, perché l’orgoglio spesso ci fa sottovalutare le difficoltà con l’inglese tecnico o accademico.
3. Dove andare? Non esiste “la” scelta perfetta per tutti.
Regno Unito, Irlanda, Stati Uniti, Australia, Canada... ognuno ha le sue carte da giocare, ma anche qualche difetto. Ad esempio:
- In UK trovi università storiche e prof specializzati, ma la vita costa tanto.
- In Irlanda ci si sente a casa subito, l’ambiente è rilassato, ma fare esperienza pratica (stage, lavori nel settore) può essere più complicato.
- Canada e USA: l’offerta di corsi è enorme, ma spesso la burocrazia mette alla prova anche chi ha molta pazienza.
- Australia? Esperienza intensa, team docente spesso super disponibile, ma preparati al trauma del fuso (e del volo...).
Prima di guardare solo al prezzo, chiediti: dove potrei trovare il taglio più adatto al mio modo di studiare? Dove potrei integrarmi meglio (anche fuori dalla lezione)? E, dettaglio non da poco, se poi volessi restare per un master?
4. Gli errori che ho fatto io, così magari tu li eviti
- Pensavo che bastasse “capire l’inglese”: invece, leggere Virginia Woolf in originale è tutta un’altra storia.
- Ho scelto corsi troppo generici: poi, al primo compito accademico, crisi totale.
- Non ho chiesto aiuto per scrivere il personal statement: ho rischiato di mandare una lettera piena di frasi banali e qualche strafalcione.
- Non ho provato a farmi aiutare nella revisione dei miei elaborati, perché “tanto va bene così”. E invece, anche un piccolo feedback può fare la differenza.
5. Esperienza vera (che vale più di cento pubblicità)
Ci scrive spesso chi, dopo un corso mirato in UK, dice: “solo lì ho capito cosa voleva dire studiare critica letteraria in inglese, senza sentirmi costantemente fuori luogo.” C’è chi si è sbloccato sulla scrittura accademica solo dopo aver passato settimane a riscrivere, con il supporto di insegnanti che correggevano ogni giro di frase troppo “italiano”.
Anche chi parte con un inglese decente spesso si accorge che passare agli standard universitari è tutta un’altra fatica — per questo è importante che il corso scelto ti metta davvero alla prova su queste cose, non solo sulle chiacchiere da bar.
6. Qualche consiglio spiccio, da chi ci è passato
- Se puoi, fatti valutare prima di iscriverti. Un test serio (non solo il “placement test” online).
- Portati dietro letture originali (almeno racconti brevi o poesia), così inizi subito a confrontarti con il lessico reale delle lettere.
- Cerca qualcuno che ti supporti nella scrittura di documenti (personal statement, CV, email formali), perché la differenza rispetto a una versione “fatta in casa” si sente eccome.
- Non mollare se all’inizio ti senti sempre “indietro”: è proprio normale, soprattutto venendo dall’università italiana.
- Chiedi di poter lavorare su testi o temi che ti piacciono davvero; è più facile imparare su argomenti che senti tuoi.
Quindi, serve davvero fare tutto questo?
Se vuoi davvero leggere, scrivere e pensare in inglese da studente di lettere – non per forza da madrelingua, ma da universitario serio e curioso – scegli un corso che ti accompagni in questa direzione. Fare “solo conversazione” o prendere un certificato qualsiasi rischia di essere uno spreco di tempo e soldi.
Poi, e questa non è una marchetta: se ti serve supporto concreto per scegliere, per le application, per limare la tua documentazione, scrivici. Magari su alcune cose non abbiamo la bacchetta magica, ma almeno possiamo dirti subito pro e contro delle diverse opzioni, senza filtri. E, per onestà, non esistono corsi perfetti per tutti: ci vuole un po’ di ricerca, di adattamento e, a volte, anche di tentativi ed errori.
In ogni caso, meglio partire informati, senza illusioni, ma anche senza paure inutili. Alla fine, il bagaglio “vero” che ti porti a casa non è solo la miglior pronuncia, ma la capacità di muoverti fra testi e pensieri nuovi. E questo, se studi lettere, fa tutta la differenza.
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