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Corsi di inglese per studenti di ingegneria gestionale

Studiare ingegneria gestionale all'estero richiede un inglese tecnico specifico. Scopri corsi utili e strategie per prepararti efficacemente senza fronzoli.

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Corsi di inglese per studenti di ingegneria gestionale: cosa serve davvero sapere (senza giri di parole)

Se sogni di studiare ingegneria gestionale all’estero, preparati: l’inglese non è solo “parlare”, e non bastano le solite regole di grammatica imparate a scuola. Quando arrivi in aula – o davanti a una pagina di manuale tecnico – ti accorgi che il vocabolario è un altro pianeta. Lo sappiamo, ci siamo passati anche noi.

Ecco cosa è utile sapere davvero sui corsi di inglese per studiare ingegneria gestionale fuori dall’Italia, senza raccontartela.


Perché l’inglese “da scuola” non basta

Ingegneria gestionale mescola matematica, economia, management, tanta teoria ma anche casi pratici. Le parole che servono – e la velocità con cui vengono sparate da professori e compagni – spesso non hanno nulla a che vedere con le classiche conversazioni “What’s your hobby?” delle medie. Qui parliamo di:

  • articoli scientifici scritti in “inglesese tecnico”
  • lezioni in cui il ritmo è serrato e le domande incalzano
  • progetti di gruppo dove nessuno aspetta che trovi la parola giusta
  • simulazioni aziendali, presentazioni, fogli Excel con istruzioni in inglese

Tanto vale essere onesti: imparare l’inglese “vero” di ingegneria gestionale non è impossibile, ma richiede tempo e pratica continua. E sì, in molti all’inizio fanno fatica – poi le cose migliorano (abbiamo visto storie di ogni tipo).


Che corsi di inglese funzionano davvero per questo percorso

Ce ne sono mille in giro: alcuni utili, altri un po’ fuffa. Quelli che vediamo funzionare di più per chi vuole studiare ingegneria gestionale all’estero sono:

  • Corsi di Academic English: Questi ti aiutano a capire e scrivere testi universitari, fare riferimenti bibliografici, strutturare tesi e saggi. Chi li ha seguiti, di solito non si trova spaesato i primi mesi.
  • Inglese tecnico per ingegneria: Più specifici, ti insegnano vocaboli e formule che torneranno VERE alleate per capire esercizi, ricerche e discussioni in aula (e per non sentirsi costantemente “l’ultimo della classe”).
  • Preparazione a certificazioni linguistiche (IELTS, TOEFL, Cambridge): Piacciono poco a chi non ama i test, ma sono quasi sempre richieste dalle università. Prepararsi vuol dire almeno non doversi preoccupare della burocrazia all’ultimo minuto, che tanto lo stress arriva comunque.
  • Corsi online con materiali per “business engineering” e management: Qui ce n’è di buona qualità, ma attenzione: se scegli questa strada da autodidatta, disciplina e costanza sono fondamentali.

Occhio: non sempre serve “tutto”, in molti casi basta modulare in base alla propria sicurezza (e budget).


Quando iniziare a pensarci (spoiler: prima è meglio)

Ideale? Darsi almeno un anno per prendere il ritmo, soprattutto se vuoi raggiungere un livello che ti permette di:

  • Seguire le lezioni senza arrancare dietro ogni parola
  • Fare una figura decente nei lavori di gruppo
  • Superare gli esami di certificazione con margine, senza studiare di notte all’ultimo
  • Smettere di dubitare ogni volta che devi scrivere una relazione o parlare davanti alla classe

Se invece parti “tardi”? Si può recuperare, ma lo sforzo diventa bello intenso. So che sembra una frase fatta, ma è davvero così.


Testimonianze (reali, non da brochure)

C’è chi parte convinto di cavarsela:
“Facevo il Cambridge B2 a scuola, quindi pensavo di essere a posto. Mi sono bastati i primi 10 minuti di lezione per capire che non era abbastanza: non capivo le slide, avevo paura a fare domande… dopo due settimane ho iniziato a studiare inglese come non avevo mai fatto prima.”
(Mario, 2° anno management engineering UK)

E chi trova aiuto nei compagni (o nella community):
“Parlare con altri italiani che ci erano già passati mi ha aiutato a non mollare nei primi mesi: sapevano quali esercizi fare e come non sentirsi degli idioti quando sbagliavo la pronuncia!”
(Giada, master in business engineering)


Cinque cose che è meglio sapere prima di scegliere (anche se nessuno te le dice mai)

  1. I corsi “generici” servono a poco se vuoi essere davvero pronto per ingegneria gestionale. Meglio puntare su quelli teorici e tecnici insieme.
  2. Il costo non sempre corrisponde alla qualità. Alcuni corsi carissimi valgono meno di un buon gruppo di studio online… se hai pazienza e motivazione.
  3. Studiare solo “sui libri” non basta: il vero salto lo fai nella pratica o nei progetti con altri. I corsi che obbligano a lavorare in gruppo o fare presentazioni sono ottimi, anche se all’inizio mettono ansia.
  4. La lingua serve in tutto il percorso, non solo per entrare: prepararsi bene ti toglie una zavorra nei primi mesi, che sono già complicati di loro.
  5. Non vergognarti a chiedere aiuto: mentor, tutor, ex studenti o amici che hanno già vissuto questa esperienza possono davvero cambiare le carte in tavola.

Se il budget è basso (o il tempo è pochissimo)

Si può “integrare” senza spendere troppo, specie se sei disciplinato:

  • Segui podcast e video (in inglese, settoriali, non solo “general English”)
  • Usa piattaforme gratuite tipo edX o Coursera con MOOC su engineering/business (alcuni sono di super livello)
  • Trova un paio di compagni online o in città con cui studiare insieme, anche solo per fare esercizi o dialoghi
  • Chiedi a chi ci è già passato: magari ti passano materiali e consigli che non trovi su Google

Domande che ci fanno spesso (e nostre risposte oneste)

Devo arrivare per forza a C1?
In teoria B2 va già bene per partire, ma alcune università sono più severe. Per stare tranquilli (soprattutto se sei insicuro con relazioni scritte e presentazioni), meglio puntare a C1.

Quanto ci vuole per l’inglese tecnico, partendo da zero?
Se parti da un B1/B2 minimo e ti impegni seriamente, dai 6 ai 12 mesi puoi fare un salto notevole. Meno se ti metti sotto con qualcuno che sa guidarti.

Posso cavarmela e fare la certificazione dopo l’ammissione?
Qualcuno lo fa, ma il rischio è alto: tra scadenze e “pressione”, meglio arrivare già con un certificato o almeno averlo in tasca.

Studey aiuta sulla parte linguistica?
Sì, ti aiutiamo a capire che cosa davvero serve (non solo a scegliere una scuola!), a preparare i documenti in inglese e a migliorare l’inglese tecnico, anche solo facendo “revisione” delle email o presentazioni.


Studiare all’estero ingegneria gestionale è una gran sfida, ma anche una di quelle esperienze che – se affrontata con la giusta preparazione – ti cambia davvero. L’inglese è solo uno degli scogli, ma averlo come alleato può fare una grossa differenza nei primi sei mesi. Se vuoi info su corsi specifici, hai dubbi pratici, o ti serve solo una dritta spassionata, fatti sentire: la community di Studey è qui anche per quello, senza filtri e senza finire subito dentro una newsletter promozionale. Per noi sei una persona, non una pratica da “processare”.

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