Studiare filosofia all’estero: perché serve un inglese “su misura”
Quando si pensa di andare a studiare filosofia fuori dall’Italia, una delle prime cose che ci colpisce – spesso anche un po’ di sorpresa – è quanto il proprio inglese, magari buono per il viaggio o per i social, fatichi a reggere la sfida di una lezione o della lettura di un testo filosofico. Succede a tutti, anche a chi si sente “forte” in inglese generale. E non si tratta solo di imparare qualche parola nuova: qui si parla proprio di aprire la porta su un mondo di concetti, ragionamenti e toni che, se affrontati senza preparazione, possono davvero spaventare o scoraggiare.
Perché fare un corso di inglese pensato per filosofi (o umanisti)?
La filosofia, si sa, ha il suo linguaggio. E spesso è tanto elegante quanto spigoloso: tra termini iper-tecnici, strutture grammaticali poco “naturali” e riferimenti che sfuggono se non sei già dentro il gioco. Un corso di inglese generico, nella realtà, raramente arriva a questi livelli di profondità. Un corso invece pensato per chi affronta materie umanistiche o filosofiche può davvero fare la differenza. Perché ti abitua non solo a leggere e capire, ma proprio a “pensare” in inglese filosofico: cioè a costruire argomentazioni, scrivere saggi, capire cosa si nasconde dietro espedienti linguistici come “nevertheless” o “thus”, gestire una discussione accademica senza sentirsi fuori posto. Piccola nota di onestà: non è facile e non è una bacchetta magica che risolve tutto – però è una risorsa vera, concreta e spesso sottovalutata.
Che corso scegliere? Qualche domanda utile
Non esiste il corso perfetto per tutti. Ecco cosa chiedersi prima di investire tempo (e soldi):
- Il corso è pensato proprio per chi studia filosofia o materie affini? O è una versione “light” per chi vuole solo migliorare l’inglese?
- È intensivo (da fare subito prima di partire) o lo puoi seguire mentre frequenti l’università?
- Ti fanno una valutazione del livello di partenza? Così da non capitare in una classe troppo facile o troppo avanzata.
- Hai modo di sentire opinioni di chi il corso l’ha già fatto o di ex studenti di filosofia che hanno studiato all’estero?
Fai domande, insisti, confrontati con chi ci è già passato: nessun sito internet o brochure dà risposte migliori della testimonianza reale.
Le vere difficoltà (che nessuno ti racconta bene)
Parliamoci chiaro: la maggior parte degli studenti che arriva all’estero si scontra con più insidie linguistiche di quello che pensava. I testi filosofici in inglese sono spesso densi e poco “lineari”. Alcune strutture grammaticali sembrano uscite da un manuale dell’Ottocento, altre sono talmente sintetiche che ci si perde negli incisi. Nessun corso può eliminare la fatica delle prime settimane in cui ti sembra di capire solo la metà (e a volte nemmeno quella) di quello che leggi. Ma allenarsi prima – anche solo un po’ – aiuta ad attutire lo shock.
Se non puoi permetterti un corso ad hoc…
Non sempre ci sono tempo e risorse per fare il “corso perfetto”. In questi casi non buttare la spugna:
- Scegli (se puoi) un corso di inglese accademico: meglio della conversazione classica.
- Cerca gruppi di studio (anche online) con altri studenti di filosofia: leggere insieme testi, discuterne, anche solo confrontarsi su una traduzione, aiuta tantissimo.
- Usa risorse gratuite: podcast, video, canali YouTube di filosofia in inglese (sì, anche quelli con un po’ d’accento).
- Chiedi un feedback puntuale: un mentore, un ex studente, qualcuno che capisca la materia può farti vedere dove inciampi e come migliorare.
Un paio di consigli veri (senza promettere troppo)
- Fai un test onesto del tuo inglese adesso. Non aspettare la “scadenza”: c’è sempre tempo per un piccolo salto di qualità, ci vuole solo costanza.
- Non rinunciare mai alla scrittura: esercitati a fare brevi saggi, prova a scrivere piccoli riassunti dei testi che leggi. È noioso, sì, ma è la chiave per ragionare in modo chiaro.
- Mescola strategie: corso, letture originali, piccoli seminari o workshop online. Non aspettarti che la sicurezza arrivi tutta insieme – ma ogni giorno qualcosa si incastra meglio.
- Sii paziente con te stesso: se parti, lo shock linguistico c’è per tutti. Tutti sbagliano, tutti si vergognano all’inizio. Passa, giuro.
Chiudendo il cerchio
Uno strumento serio per allenare l’inglese filosofico non è un capriccio né un optional per chi vuole “arrivare primo”. Serve davvero e, se ben scelto, ti toglie un po’ di quella sensazione di “non ce la farò mai” che tutti, prima o poi, provano. Se vuoi capire se hai già le basi giuste o se ti serve un aiuto più strutturato, Studey può darti una mano: niente pacche sulle spalle o promesse impossibili, ma un orientamento onesto su risorse, corsi o strategie adatte al tuo caso personale. Se hai domande senza risposta o vuoi solo parlarne con chi ci è già passato, scrivici pure – anche solo per toglierti quell’ansia che “non sarai mai pronto”. Non è così: si parte sempre, anche con qualche dubbio addosso.
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