Corsi di inglese per studenti di economia e management: cosa sapere (sul serio) prima di partire
Hai scelto di studiare economia o management all’estero e il pensiero ti gasa… ma ti mette anche un po’ d’ansia? Quella famosa frase “tanto l’inglese lo so...” ti rimbalza in testa, ma poi inizi a dubitare appena pensi a un esame di microeconomia o a un project work internazionale. Tranquillo, ci siamo passati tutti.
La verità è semplice: l’inglese “da verifiche scolastiche” è una cosa, l’inglese che serve per seguire lezioni accademiche, scrivere paper, fare una presentazione in aula o – peggio – buttarti in uno stage in azienda, è un altro mondo. Per questo i corsi di inglese specifici per studenti di economia e management non sono tempo sprecato, ma spesso la salvezza per restare a galla.
Perché fare un corso di inglese "da economisti"?
Non si tratta di tornare a ripassare i verbi irregolari o fare il classico listening sulla famiglia inglese al supermercato. Questi corsi sono uno step in più:
- Ti aiutano a masticare davvero il lessico tecnico (il confine tra “revenue” e “profit” è più sottile di quanto pensi).
- Impari a decifrare e produrre report, analisi, business plan, articoli scientifici – quelli veri, che poi ti troverai davanti ai tuoi esami.
- Ti alleni a seguire discorsi belli tosti, tipo lezioni frontali a razzo o interventi di manager in azienda dove se perdi il filo… sei fuori.
- Migliori la sicurezza nel parlare, così puoi buttarti nei seminari (sì, anche se all’inizio la voce trema) o rispondere a domande “scomode” in inglese.
Che tipi di corsi trovi in giro? (E come scegliere con la testa)
Sui siti delle scuole di lingue troverai mille opzioni. Qualcosa che ci sentiamo di consigliarti:
- Corsi di inglese generale con modulo business: ti aiutano a ripassare la base e in più trattano un po’ di linguaggio economico (bene se parti da un B1 e vuoi salire).
- Business English “puro”: qui si fa sul serio, e si lavora su casi studio, vocabolario manageriale, role-play di negoziazione… Serve almeno un livello intermedio per reggere il ritmo.
- Preparazione certificazioni (IELTS, TOEFL, BEC): molte università te le chiedono. Fai attenzione, però, perché il “punteggio minimo” non sempre equivale alla sicurezza di capire tutto una volta a lezione…
- Corsi integrati nelle università: alcune uni o business school offrono moduli specifici per international students. Informati bene perché a volte sono obbligatori e a volte facoltativi ma molto utili.
Difficoltà vere: spoiler, arriveranno
Nessuno te lo dice, ma il primo crash lo avrai quando ascolterai una lezione di macroeconomia in inglese senza slides dettagliate e con l’accento del professore che non è proprio “BBC”. È normale non capire tutto all’inizio. E scrivere un paper ben strutturato, con citation & co., richiede tempo.
I problemi più comuni che ci riportano gli studenti?
- Si confondono certi termini tecnici, spesso simili ma che cambiano tutto il senso.
- Si sentono frustrati perché fanno fatica sia a prendere appunti che a intervenire nelle discussioni.
- Si perdono nei feedback dei tutor, che non sempre sono chiari come quelli italiani.
Tutto questo è normale, le prime settimane sono dure quasi per tutti. Ecco perché è importante un corso che non sia solo “teoria”, ma includa esercizi pratici, simulazioni e feedback personalizzati. E, se possibile, una persona vera con cui confrontarti sui dubbi (meglio ancora se è un ex studente).
Cosa controllare PRIMA di buttarti su un corso
- Il tuo livello: fai un test serio, inutile spararti un corso avanzato se in realtà hai bisogno di rinforzare le basi (meglio metterlo in conto ora che trovarlo scritto in rosso sul primo essay).
- L’offerta didattica: chiedi se trattano davvero l’inglese economico o solo “business etiquette” e simili. Tante volte i programmi sembrano super, poi non sono quello che serviva a te.
- Durata e flessibilità: se hai già altri impegni dovrai incastrare tutto. La regolarità (anche poche ore a settimana, ma fatte bene) è la chiave.
- Chi insegna: meglio se hanno esperienza nel settore business, non solo in aula.
- Che materiali usano: casi reali recenti, video, esempi pratici… non solo libroni di grammatica.
Storie e verità che magari non hai sentito
Un nostro ex studente, Andrea, lo dice sempre: “Mi sentivo preparato a livello scolastico, ma la prima settimana di lezioni capii la metà. Il vero problema? Non il vocabolario ‘base’, ma capire battute, riferimenti tecnici, segni che scriveva il prof sulla lavagna. Ho recuperato solo dopo un corso mirato.”
Altri studenti ci confessano che gli esercizi di scrittura sono ciò che li fa più sudare: passare dalla tesina in italiano a un paper in inglese accademico sembra una cosa da poco, ma non lo è.
Poi c’è chi prova un corso “business” solo online, e si accorge che serviva più interazione vera. O chi pensa che basti la pratica una volta atterrato all’estero – magari funziona, ma spesso ci si sente fuori luogo proprio nei primi mesi, quelli in cui serve essere attivi e sicuri.
In che modo (concretamente) possiamo aiutarti
Studey nasce da studenti che ci sono passati davvero, e per questo affianchiamo gli iscritti non solo con informazioni generiche ma con:
- Revisione vera di CV, lettere motivazionali e ref in inglese (niente correzioni automatiche: ci mettiamo la faccia!)
- Coaching 1-to-1 sul personal statement in chiave business
- Orientamento sulle certificazioni che servono davvero (e non tutte sono necessarie per tutti)
- Collegamento con ex studenti e advisor che hanno appena vissuto lo stesso percorso
Nessuna soluzione magica, ma feedback onesti, dritti, senza filtri.
F.A.Q. (versione rapida & vera)
Quanto serve sapere davvero l’inglese prima di partire?
Più ne sai, meglio è. Il livello “ufficiale” spesso è il B2, ma la verità è che nelle università più toste – o se vuoi fare un internship – serve un C1 per non rischiare. E non c’è niente di male a non esserci ancora.
Se aspetto a migliorare l’inglese, succede qualcosa?
Puoi sempre recuperare “in corsa”, ma i primi mesi sono uno shock se non parti già abbastanza sicuro. Più difficile costruire amicizie e seguire le lezioni da zero.
Quanto costa un corso vero di business English?
Dipende: da un paio di centinaia di euro (online) fino a oltre mille per periodi più lunghi in presenza. Noi possiamo aiutarti a capire quali sono quelli seri (alcuni, ahimè, sono davvero buttati lì solo per vendere ore).
Online o in presenza?
Dipende da come impari meglio. L’online va benissimo se ti dai delle regole e cerchi gruppi di pratica reali. Ma se hai bisogno di esercitarti con le presentazioni dal vivo, l’aula è insostituibile.
Se hai dubbi, paure o semplicemente non sai bene da dove partire, raccontacelo. Seriamente. Capiremo insieme se ti serve un corso specifico e quale potrebbe fare davvero al caso tuo.
Niente promesse da televendita: ti diciamo come stanno davvero le cose e, se non esiste il corso “perfetto”, ti aiutiamo a trovare una soluzione realistica che tenga conto di dove sei adesso e dove vuoi arrivare.
Scrivici se vuoi un confronto sincero: ci siamo già passati e questa volta tocca a te, ma non sei solo/a.
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