Corsi di inglese per studenti delle scuole superiori: cosa aspettarsi davvero dalle opportunità estive
L’idea di passare qualche settimana all’estero per studiare inglese attira ogni anno tantissimi studenti delle superiori. Non si tratta solo di migliorare i voti scolastici o preparare un test d’ingresso: per molti è la prima vera occasione di scoprire come si vive, ci si muove e si parla fuori dall’Italia. Ma, prima di partire in quarta e prenotare il primo corso che capita, ci sono tante domande che vale la pena farsi – e qualche mito da sfatare.
Qui abbiamo raccolto consigli e piccole (grandi) verità, raccontate da chi queste esperienze le ha vissute sulla propria pelle, magari perdendosi all’uscita dell’aeroporto o cercando di sopravvivere alla prima cena da una host family.
Perché buttarsi in un corso estivo all’estero?
Non giriamoci intorno: l’inglese serve. A volte chi lo parla bene quasi si dà per scontato, ma lo step che va dal “me la cavo” all’usarlo davvero ogni giorno fa tutta la differenza. Un corso estivo, specie se fatto bene e senza filtri italiani intorno, ti costringe a pensare (e sbagliare) in inglese. È faticoso, lo diciamo subito, ma dopo i primi giorni la fluency arriva. O almeno… ci si avvicina!
C’è di più: provare a vivere anche solo per un mesetto la quotidianità in un altro Paese ti predispone a capire dinamiche, regole non scritte e abitudini che nessun libro di testo racconta davvero.
Dove andare? Le mete più scelte e cosa sapere
Il Regno Unito resta in cima alla lista di molti, anche perché è vicino, i voli vanno e vengono e la scelta tra scuole e college è vasta. L’Irlanda però attira per un’atmosfera meno “caotica” e costi spesso leggermente più accessibili. Se invece vuoi fare il salto oltreoceano, USA, Canada e Australia offrono proposte top, ma bisogna mettere in conto viaggi lunghi, qualche sfida in più per i visti o l’assicurazione sanitaria, e budget più alto.
Destinazione | Punti di forza | Cose da sapere |
---|---|---|
Regno Unito | Tanta scelta, ottima qualità | Prezzi estivi elevati, prenotare con anticipo |
Irlanda | Ambiente accogliente, scuole più piccole | Scelta città/università più limitata |
USA/Canada | Corsi in campus di alto livello | Costi elevati, attenzione ai visti e assicurazioni |
Australia | Esperienza intensa, possibilità di viaggiare | Grande distanza, fuso e costi da considerare |
Niente è perfetto e spesso la scelta migliore dipende da quello che cerchi davvero: vuoi una full immersion totale, magari anche un po’ “avventurosa”, o preferisci una situazione più strutturata e protetta?
Occhio a cosa prenoti: scegliere (sul serio) il corso giusto
Qui bisogna essere onesti: esistono praticamente più corsi di inglese che pizzerie in Italia – e tra brochure patinate e promesse di “parlare come un nativo in due settimane” è facile perdersi. Ecco alcune domande scomode (ma importanti):
- La scuola è riconosciuta e ha insegnanti veri, con esperienza? Non tutte possono dirlo.
- Che livello sei oggi, e cosa vuoi/vorresti essere alla fine del corso? Punta a un livello che ti metta alla prova, ma senza frustrazione.
- Preferisci solo lezioni “classiche” o anche attività pratiche, gite, incontri? L’inglese vero spesso si impara fuori dall’aula.
- Dove dormirai? Famiglia, residence, studentati: ogni soluzione ha pro e contro, specie per chi sente il bisogno di più (o meno) autonomia.
- Hai già controllato i documenti? Sembra noioso, ma tra assicurazioni, magari qualche vaccino, e rischi di sorprese in aeroporto, meglio pensarci in anticipo.
Quello che non viene quasi mai detto (ma serve sapere)
- Il miglior corso del mondo ti dà possibilità, non risultati garantiti. Quello dipende anche da te, dal tempo che hai voglia di passare a chiacchierare con un local e da quante volte “rischierai” una domanda anche se temi di sbagliare.
- Ci sono costi “nascosti”. A volte nella cifra iniziale non includono materiali, trasferimenti dall’aeroporto, assicurazioni extra. Chiedi sempre un preventivo completo. La sorpresa la lasciamo a chi non ci legge.
- L’adattamento non è automatico. Cambiare abitudini, cibo, orari: va da persona a persona, e qualche momento di nostalgia o fatica può arrivare. Trovare un punto di riferimento, una persona con cui confidarsi, aiuta tantissimo.
- I posti migliori finiscono prima. Vale soprattutto nei college UK e nelle scuole più piccole in Irlanda: non aspettare l’ultimo momento per prenotare.
Racconti dal vero
Sara voleva andare in Irlanda per scappare dal caldo di agosto e scoprire come se la sarebbe cavata da sola in una famiglia ospitante. “Ero super in ansia i primi giorni, non capivo quando mi parlavano al mattino e temevo di sembrare scortese. Poi, a piccoli passi (e grazie a tante colazioni), ho trovato il mio ritmo. Se tornassi indietro mi preparerei meglio sulla pronuncia, ma in poche settimane mi sono sbloccata.”
Marco è partito per il Regno Unito con l’idea di “spaccare” all’IELTS. “Il corso era tosto (per fortuna), ma onestamente gli incontri extra per studenti internazionali mi hanno dato più fiducia di mille simulazioni d’esame. Se avessi chiesto una consulenza personalizzata prima, forse avrei scelto un pacchetto più adatto e meno dispersivo.”
Le domande che (“stranamente”) nessuno fa mai
Quanto dura davvero un corso estivo?
Minimo due settimane per entrare nel meccanismo, massimo otto, ma attenzione: la fatica si sente, specie nei programmi intensivi.
Serve la certificazione a fine percorso?
Se vuoi preparare un esame specifico (IELTS, Cambridge), cerca corsi che abbiano sistemi di verifica e simulazione. Altrimenti, la vera certificazione sarà quella che ti porti a casa: più sicurezza nel parlare e muoverti in inglese.
Meglio partire da soli o in gruppo?
Dipende. Con un gruppo organizzato l’atterraggio è più soft, specie per chi si sente insicuro/a. Da soli si cresce tantissimo, ma serve essere pronti a gestire imprevisti.
Come capire se il corso è proprio adatto al mio livello?
Le scuole serie, di solito, fanno un test prima o subito all’arrivo, ma il vero salto si fa con una valutazione onesta delle proprie lacune. Qui chiedere a chi ci è già passato – magari un advisor che ha vissuto la stessa esperienza – può risparmiarti parecchi grattacapi.
Vale la pena? Un consiglio trasparente
Un’estate all’estero per studiare inglese è una di quelle esperienze che, nel bene e nel male, ti lasciano qualcosa. Tutto perfetto? No, lo diciamo subito. Ma, se cerchi un modo concreto per prepararti a un’università internazionale, superare ansie o semplicemente capire chi sei fuori dalla tua zona di comfort, può fare davvero la differenza.
Se hai mille dubbi, domande specifiche, ansie da affrontare (o genitori da convincere), sappi che qui non ci sono risposte “da agenzia” né promesse impossibili. Possiamo però raccontarti la realtà, aiutarti a scegliere in base a quello che vuoi e sei, e metterti in contatto con chi c’è già passato — senza nascondere le difficoltà e senza giudizi.
Se vuoi parlarne, siamo qui. Anche solo per capire da dove partire — e per ricordarti che non sei l’unico a sentirsi spaventato.
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