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Corsi di inglese per studenti che vogliono lavorare nel settore turistico

L'inglese nel turismo è fondamentale. Scegli corsi specifici, pratici e con esperienze reali. Evita corsi generici e puntate sulla specializzazione.

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Corsi di inglese per lavorare nel turismo: consigli (veri) di chi ci è passato

Se stai pensando di lavorare nel turismo – in hotel, agenzie viaggi, villaggi turistici… – prima o poi dovrai fare i conti con l’inglese, e non basta conoscere qualche parola di base o aver visto Friends in lingua originale. Qui voglio darti una panoramica vera e poco pubblicitaria su come scegliere un corso di inglese per il turismo, quali difficoltà aspettarti (quelle reali, non solo quelle sui libri), cosa serve davvero e cosa, invece, puoi lasciar perdere.


Perché l’inglese non è “solo una materia”

Di essere “capaci in inglese” ce lo sentiamo ripetere da quando abbiamo dieci anni… e la realtà è che nel turismo, l’inglese non è più un bonus: è la normalità. Dalle reception ai tour guidati, da una chiacchierata con colleghi stranieri a una chiamata con un cliente australiano alle 7:00 di mattina: serve saper capire e, soprattutto, farsi capire. Un buon corso di inglese per chi vuole lavorare nel turismo dovrebbe quindi andare oltre la grammatica base: serve imparare le parole giuste (reservation, guest, complaint, sightseeing…), saper gestire situazioni pratiche, risolvere problemi all’ultimo minuto. Tutto qui? Magari!


Scegliere un corso che… serve davvero

Online ne trovi a milioni, dal corso “express” da 5 lezioni al super-pacchetto “diventi bilingue in un mese”. Attento/a però: non sono tutti uguali e, fidati, ci sono errori che fanno perdere tempo e motivazione a molti. Ecco cosa guardare (senza peli sulla lingua):

  • Specificità: focus su vocabolario e casi tipici del turismo, NON solo inglese generico.
  • Pratica vera: role-play, simulazioni, situazioni dove parli tu (e non solo ascolti l’insegnante per 50 minuti).
  • Esperienza dei docenti: molto meglio chi ha lavorato nel settore o conosce cosa succede davvero in reception o all’agenzia.
  • Possibilità di certificazione: ok, il turismo non è l’università di Harvard, ma dare una prova scritta aiuta soprattutto all’inizio della carriera.
  • Durata decente: nessuno è “professional” dopo una settimana, ci vogliono mesi di esercizio – meglio 3 mesi ben fatti che un corso lampo.

Le (vere) difficoltà che nessuno ti dice

Te lo garantisco: anche chi parla bene inglese, i primi tempi nel turismo, si trova spiazzato da almeno una di queste difficoltà:

  • Accenti diversi: non esiste solo madrelingua UK o US. In turismo sentirai accenti di mezzo mondo, e all’inizio ti sembrerà che abbiano la bocca piena di marshmallow. Serve tempo e pratica.
  • Rispondere veloci: i clienti non aspettano che tu ci pensi su. Bisogna allenarsi a capire, rispondere e, se serve, anche improvvisare.
  • Aspetti culturali: non basta tradurre alla lettera. Gesti, cortesia, “quel modo di dire” – tutto cambia da una cultura all’altra.
  • Gestione dei nervi: a volte qualcuno si arrabbia, chiede la luna o semplicemente è in ritardo. L’inglese tecnico non basta, serve anche calma e capacità di negoziare.

Dove studiare (e perché il “fuori Italia” vale la pena, ma non è la sola strada)

Fare un corso a Londra, Dublino, o negli USA è bello, immersivo e spesso fa fare il salto di livello. Ma, onestamente, non è alla portata di tutti per costi o logistica. In Italia però oggi trovi tante scuole (anche online) che offrono corsi specifici per turismo – alcuni sono davvero validi, se sai cosa cercare. Una regola mai cambiata: evita corsi generici “per tutti” o promesse tipo “impari senza studiare”, e se hai dubbi, chiedi a chi ci è passato – anche noi di Studey possiamo aiutarti, ma senza venderti sogni.


Esperienze reali (vere, non inventate)

  • Marco, 22 anni, Irlanda: corso intensivo + stage in hotel. Bello, ma la grammatica trascurata gli ha dato problemi. Ha dovuto integrare con ripetizioni. “Lavorare con clienti veri è stato utile ma impegnativo, soprattutto all’inizio.”
  • Lucia, 19 anni, online: corso specifico per receptionist, da casa. Ottimo per il lessico tecnico, ma ha capito che l’atteggiamento e la mimica sono fondamentali: “Comunicare non è solo parlare bene, è anche gestire il sorriso, la calma, la postura.”
  • Paolo, 24 anni, autodidatta: ha provato solo con le app e si sentiva pronto… poi un cliente tedesco l’ha steso con una domanda banale. Si è iscritto a un corso tecnico e si è sbloccato: “Niente batte la simulazione di casi reali.”

Attenzione agli errori classici

  • Non accontentarti di corsi base: per lavorare davvero serve almeno un B1, meglio B2.
  • Evita corsi lampo o generici.
  • Non pensare che la grammatica conti poco: senza una base, sotto stress si va nel pallone.
  • Pratica la lingua – ogni giorno, anche solo mezz’ora: leggere, parlare, ascoltare. Farsi coraggio aiuta.

Domande frequenti (che riceviamo spesso)

Quanto dura un corso “valido”?
Almeno 3 mesi, meglio se con sessioni pratiche oltre alla teoria.

Serve il certificato?
Non sempre, ma fa curriculum (e a volte serve per gli stage).

Posso imparare solo online?
Sì, ma solo se il corso ha lezioni dal vivo e ti fa parlare, non solo guardare video.

Meglio studiare all’estero o in Italia?
L’esperienza all’estero accelera tanto, ma non è la soluzione magica. Conta quanto ti immergi, non solo dove sei fisicamente.


In sintesi (senza promesse magiche)

Scegli il corso che ti mette davvero alla prova, che ti fa parlare (anche quando sbagli), e che ti prepara al mondo reale – non solo alla lezione. Nel turismo, conta saper risolvere problemi con parole semplici e nervi saldi, non usare solo frasi perfette da libro.

Se vuoi un confronto, scrivici pure: ti raccontiamo anche le nostre gaffe (ce ne sono state tante!) e cerchiamo insieme quello che ti può davvero aiutare, senza fregature. Alla fine, qui nessuno è nato perfetto: si cresce insieme, un errore e una conversazione alla volta.

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Le informazioni contenute in questo articolo sono aggiornate al momento della pubblicazione, ma potrebbero subire variazioni nel tempo. Per avere informazioni sempre aggiornate e personalizzate sul tuo caso specifico, ti consigliamo di parlare con un nostro advisor.