Corsi di inglese per chi vuole fare carriera internazionale: tutto quello che nessuno ti dice davvero
Se hai in mente una carriera internazionale, imparare l’inglese bene non è un “nice to have”, ma quasi una necessità. Non voglio raccontartela facile: non basta seguire qualche lezione o fare due esercizi su Duolingo. Non serve neanche iscriversi al primo corso che trovi in promozione. Studiare inglese — e farlo con criterio, guardando davvero alle proprie ambizioni — può davvero fare la differenza nelle tue opportunità all’estero, ma ci sono diversi aspetti concreti da mettere in chiaro prima di investire tempo, energie (e soldi).
Qui trovi una guida, più che un elenco di regole: abbiamo raccolto tutto quello che avremmo voluto sapere noi prima di partire. Niente giri di parole, niente promesse che non possiamo mantenere.
Perché non tutti i corsi di inglese sono uguali (e non tutti servono allo stesso modo)
Sarà banale, ma ci siamo passati: il rischio di finire in un corso “generico”, dove si parla dell’ombrello o di come ordinare un caffè, è concretissimo. Se il tuo obiettivo è lavorare, studiare o fare networking in un ambiente internazionale, serve ben altro. Ti serve l’inglese che serve per davvero, quello delle email di lavoro, dei colloqui, delle riunioni infinite su Zoom, degli stage o delle certificazioni che ti chiedono come requisito minimo.
E non è solo questione di vocaboli: capire le sfumature della cultura lavorativa, evitare gaffe per non conoscere i tempi giusti di risposta o l’etichetta nelle conversazioni formali, può fare una grossa differenza.
Che tipo di corso scegliere? Un po’ di chiarezza (senza fuffa)
- Inglese “Business” e settoriale: Se già sai in che settore vuoi specializzarti, magari medicina, ingegneria, legge, tecnologia… cerca corsi pensati specificamente per quelle aree. Se invece vuoi aprirti strade nel business in generale, esistono corsi dedicati a questo, dove si affronta non solo la lingua ma proprio la giornata-tipo di uno che lavora (o vorrebbe lavorare) all’estero.
- Corsi per certificazioni: Spesso sottovalutati. Sì, sono oggettivamente impegnativi, ma una certificazione ufficiale (tipo IELTS o TOEFL) può fare la differenza non solo nell’accesso a università straniere, ma anche per stage, visti e assunzioni in aziende medio-grandi.
- Esperienza in presenza (magari all’estero): Ok, il corso online durante la pausa pranzo può aiutare, ma la vera svolta è quando devi cavartela da solo in un contesto in cui nessuno “ti fa sconto perché sei straniero”. Provare per credere.
- Non dimenticare l’immersione: I corsi che mescolano vita reale e studio (attività di gruppo, lavori su casi veri, incontri con aziende) funzionano meglio di quelli troppo “da libro”.
Prima di iscriverti: le domande che devi porti (anche se a volte fanno paura)
- Qual è il mio livello “vero”? Sii onesto: partire troppo in alto rischia di buttare soldi e tempo, ma anche partire troppo dal basso demotiva subito.
- Quanti soldi posso dedicare in totale (non solo il corso)? L’alloggio soprattutto in UK o America costa; i voli, la vita, la burocrazia pure. A volte ci si scorda dei “costi nascosti”. Meglio metterli in conto da subito.
- Ho tempo/voglia di affrontare la burocrazia? A domanda retorica: serve prepararsi. Solo per la richiesta visto UK ci sono una serie di passaggi che vanno seguiti alla lettera, altrimenti la domanda rischia di saltare.
- La scuola è seria? Sembra una domanda banale, ma abbiamo visto troppa gente finire in corsi improvvisati o in scuole senza accreditamenti, e uscire con nulla in mano.
Preparati agli ostacoli veri (tanto arrivano per tutti)
- Il rischio di sentirsi fuori posto: Nessuno te lo dice quando parti, ma a volte l’inglese delle prime settimane sembra arabo. È normale, non ti abbattere. Non sei “strano”, non sei arretrato: serve solo tempo.
- Il mito della fluidità istantanea: Non esistono corsi che ti rendono perfettamente fluent in due mesi. Se qualcuno te lo promette, meglio scappare.
- Burocrazia e piccoli drammi quotidiani: Domande per il visto respinte per un documento sbagliato, problemi con l’assicurazione, alloggi promessi ma poi mai disponibili… Sono cose che succedono. Meglio esserne consapevoli che ritrovarsi a Londra senza sapere dove dormire (già successo).
- Il rischio isolamento: Soprattutto se non conosci nessuno. È dura fare amici all’inizio, ma c’è qualche trucco e, spesso, le scuole stesse organizzano attività proprio per rompere il ghiaccio.
Due storie concrete, non “case study”
Marco, 23 anni – Da Milano a Londra, corso di Business English:
"Pensavo che un corso di inglese fosse ‘studiare la lingua e basta’, invece mi sono dovuto scontrare con una realtà lavorativa completamente diversa. Il corso è stato davvero utile solo perché avevo la possibilità di parlare con gente di altri paesi, confrontarmi con insegnanti che lavorano/raccontano la propria esperienza, e simulare colloqui reali — tutte cose che non avevo minimamente messo in conto. Tornassi indietro, sceglierei ancora di mettere il networking al centro… forse addirittura più della grammatica."
Sara, 21 anni – Irlanda, back to start:
"Pensavo bastasse un'esperienza breve per cambiare tutto, invece due mesi mi hanno dato poca sicurezza e nessuna certificazione utile. Ho speso tanto e mi sono sentita persa. Dopo, mi sono affidata a chi mi ha aiutata davvero a capire quali corsi avessero valore, e a preparare per bene la certificazione IELTS. Fa male dirlo, ma sbagliare è facilissimo — vorrei averlo saputo prima."
UK, Irlanda, USA, Canada… vale la pena? Dipende da che cerchi davvero
Non ci sono paesi “perfetti” per tutti. Alcune info sincere:
- UK: Offre una quantità di corsi disarmante (anche di altissima qualità), ma i costi sono saliti dopo la Brexit e la burocrazia non è mai stata così complessa. Budget importante (davvero molto importante).
- Irlanda: Più accogliente, costi un filo più bassi, forse meno varietà di corsi super-settoriali.
- USA: Ottimo per chi vuole respirare davvero il business internazionale, fare networking (e mettere a dura prova il proprio portafogli). I visti qui sono una storia a parte.
- Canada: Ambiente super-inclusivo e scuole ottime, anche se i tempi d’attesa tra iscrizione, visto e inizio possono dilatarsi parecchio. Clima non proprio “mediterraneo”, mettilo in conto.
Ok, ma come ti aiutiamo noi — senza favole
Noi di Studey, come ex studenti e advisor, non ti promettiamo risultati “miracolosi”. Quello che possiamo fare:
- Svolgere una revisione vera e personale dei tuoi documenti per le iscrizioni (niente che “smarmella” su Google).
- Confrontarci con te sui corsi più adatti alle tue esigenze (e, se nessuno ti convince, ti diciamo sinceramente di aspettare o cercare altro).
- Farti parlare con chi ci è già passato, senza “patinature”.
- Aiutarti ad affrontare la burocrazia evitando gli errori più banali.
Sappiamo bene che ogni storia è diversa. A volte la soluzione migliore è aspettare, altre è partire subito, in altri casi è dedicarsi prima a una certificazione.
Domande super frequenti (e risposte senza filtri)
Quanto tempo ci vuole per un risultato “vero”?
Se sei già a un buon livello, con tre-sei mesi intensivi ottieni progressi forti. Meno di così rischia di essere solo una “vacanza studio”. Più di così? Dipende da quanto vuoi investire.
Serve davvero una certificazione?
Nella stragrande maggioranza dei casi sì, soprattutto per proseguire in master, lavorare in grandi aziende o chiedere visti. Ma se il tuo obiettivo è altro, parliamone: ogni situazione è a sé.
L’online funziona o ci vuole la presenza?
Per la grammatica e le basi, l’online va benissimo. Per la pratica vera — e per la sicurezza che serve quando sei fuori dalla tua comfort zone — l’esperienza all’estero dà una marcia in più.
Come evitare fregature o corsi di scarso valore?
In gergo: “Schiva le mete facili e le promesse troppo rose”. Chiedi sempre quali sono gli accreditamenti della scuola, cerca ex studenti, controlla bene le opinioni (possibilmente non solo su TikTok) e confrontati con chi ha davvero fatto quel percorso.
Se hai dubbi, sei ancora in fase di "ci sto pensando", o non sai davvero da dove partire, puoi scriverci. Nessun obbligo di iscrizione: una chiacchierata per capire insieme se e come ha senso organizzare il tuo percorso. Meglio una domanda in più oggi, che una brutta sorpresa domani.
Parliamo del tuo caso specifico?
In una rapida call di 20 minuti, un nostro advisor valuterà la tua situazione e ti dirà come possiamo aiutarti a realizzare il tuo progetto all'estero.
Valuta la tua situazione gratuitamente →Chiamata introduttiva gratuita e senza impegno
Le informazioni contenute in questo articolo sono aggiornate al momento della pubblicazione, ma potrebbero subire variazioni nel tempo. Per avere informazioni sempre aggiornate e personalizzate sul tuo caso specifico, ti consigliamo di parlare con un nostro advisor.