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Corsi di inglese con preparazione per presentazioni pubbliche

Scegliere un corso di inglese con focus sulle presentazioni pubbliche è fondamentale per affrontare con successo sfide come presentazioni universitarie o conference call internazionali.

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Corsi di inglese con preparazione alle presentazioni pubbliche: cosa sapere (davvero) prima di scegliere

Studiare inglese all’estero è uno degli step più gettonati quando si vuole migliorare veramente la lingua, ma — parliamoci chiaro — non tutti i corsi sono uguali. E di certo non tutti ti preparano davvero a parlare in pubblico, magari davanti a professori o futuri colleghi, in un’altra lingua. Questa cosa del “public speaking” non è solo una parola da CV: se sogni l’università fuori o vuoi lanciarti nel mondo del lavoro internazionale, saper gestire una presentazione in inglese può fare la differenza.

E no, non si tratta solo di pronuncia o di ricordarsi qualche regola di grammatica. Qui sotto ti racconto, senza filtri, cosa offrono davvero i corsi di inglese con preparazione alle presentazioni pubbliche, a cosa fare caso e quali difficoltà potresti incontrare (che nessuno ti dice prima di partire).


Perché puntare su un corso “con presentazioni” e non su uno qualsiasi

Faccio un esempio concreto: immagina di dover presentare un lavoro di gruppo all’università a Londra o di partecipare a una conference call nel tuo stage a Berlino. Anche se il tuo inglese è decente, quando si tratta di parlare davanti ad altri, l’ansia sale e spesso le parole non escono come vorresti.

Un corso che ti prepara alle presentazioni pubbliche, se fatto bene, ti aiuta a:

  • Prendere confidenza con il microfono (vero o figurato), quindi a gestire il nervosismo e parlare con più sicurezza, anche se hai l’accento italiano.
  • Creare slide che davvero aiutano quello che dici, non solo riempiono lo schermo.
  • Sapere come rispondere alle domande (quelle che ti fanno sudare freddo).
  • Scegliere le parole giuste per il tuo settore: presentazione scientifica e pitch di business non sono la stessa cosa.

Queste cose nei corsi “generici” raramente le trovi — o le affrontano solo in modo molto superficiale.


Come riconoscere un corso utile (e non solo sulla carta)

Qui in Studey ci siamo passati (e ci siamo cascati…): corsi che promettono, costano, ma poi in pratica non ti fanno esercitare seriamente. Ecco cosa cercare davvero:

  • I docenti: qualcuno che ha esperienza vera, non solo “madrelingua”. Se ha lavorato o parlato in pubblico, ancora meglio.
  • Esercitazioni pratiche: fare, fare, fare. Non c’è altro modo per sbloccarsi.
  • Feedback personalizzati: dopo la tua presentazione, qualcuno deve dirti sinceramente cosa va e cosa no, senza giri di parole.
  • Contenuti veri, non solo lingua: come impostare un discorso, come organizzare le idee, dove mettere il punto forte. Non serve saper solo parlare inglese, serve saper dire cose che restano in testa agli altri.
  • Simulazioni realistiche: magari anche registrate, così (dolorosamente) ti riguardi e capisci da solo dove migliorare.

Dove spesso questi corsi deludono (occhio alle promesse facili)

La realtà? Tanti corsi generalisti buttano dentro un paio di lezioni sulle presentazioni e via. E tu spendi il doppio, ma a fine corso… non ti senti più preparato di prima. I problemi che vediamo spesso sono:

  • Troppa teoria, poca pratica vera (spoiler: è la parte che serve di più).
  • Nessuno ti corregge sul serio.
  • Si resta sul generico: “Parla lentamente!” “Mantieni il contatto visivo!” — Ok, ma come si fa davvero con un pubblico straniero?
  • Si paga di più per l’etichetta “public speaking”, ma i contenuti extra sono pochi.

Esistono alternative? Certo, ma non sono tutte uguali (e a volte vanno mixate)

Se vuoi davvero migliorare sul serio, puoi anche:

  • Iscriverti a workshop intensivi di public speaking in inglese (molte università ne organizzano, spesso poche settimane ma molto pratici).
  • Unire un classico corso di inglese con qualche ora di coaching individuale.
  • Buttarti in qualcosa di reale: club di dibattito, Junior Enterprise, volontariato. Le “presentazioni vere” fanno molta più paura, ma qui impari per davvero.

Ah, e ognuno impara a modo suo: se ti senti un disastro, è normale. Nessuno nasce “naturalmente bravo”. Davvero, guardaci nei video delle prime presentazioni che abbiamo fatto noi (meglio non vederli…).


Consigli veri (che avrei voluto leggere prima di partire)

Parlare in pubblico in un’altra lingua è una sfida. Le prime volte ti trema la voce e perdi il filo. Va bene così.

Marco — che ha organizzato tutto con Studey l’anno scorso — ce lo dice spesso:

“Pensavo che parlare meglio inglese bastasse. Ma quando mi sono trovato a dover presentare, non sapevo da dove iniziare. Un corso specifico mi ha cambiato la vita: ora so da dove partire, come rispondere alle domande, e soprattutto… respiro prima di parlare!”

Ecco: non sottovalutare l’utilità di un percorso dedicato. Se decidi di investire, fallo consapevolmente, ponendo domande anche un po’ scomode ai provider dei corsi.


Domande che ci fate spesso (e risposte oneste)

Un corso “speciale per presentazioni” è proprio diverso da uno classico?
Sì, se è fatto bene. Lavori su contenuti, struttura, gestione dello stress, tecniche di comunicazione — non solo sull’inglese scritto e parlato.

Quanto dura?
Dipende! Da 4 settimane a qualche mese, ma ciò che conta è la frequenza delle prove pratiche. Meglio poche settimane molto intense che mesi di teoria.

Serve già un buon livello di inglese?
Certo. Con livello intermedio (B1/B2) ci lavori bene e ti godi i progressi. Se parti da zero, tanto vale consolidare prima le basi.

Online o in presenza?
Si trova di tutto. Online ormai ci sono ottimi corsi, basta che siano “live” e con feedback veri, non solo video-lezioni da guardare.


La sintesi: non basta “sapere l’inglese”, serve saperlo usare davvero

Se hai in mente di studiare o lavorare dove le presentazioni contano — e all’estero succede spesso — investi in un corso che ti aiuti a sentirti più sicuro, a organizzare le idee, e anche a gestire i momenti di panico. Non sarà tutto facile e perfetto, ma almeno sarai meno impreparato.

Noi di Studey ci siamo dentro ogni giorno: se vuoi un consiglio tutto tuo (senza farti perdere tempo né illuderti che tutto sarà una passeggiata), scrivici o prenota una call — anche solo per sbrogliare qualche dubbio. Parliamo chiaro, non ti vendiamo fumo.

E se ancora non sei sicuro che serva, ricorda: la prima presentazione in inglese non si scorda mai — tanto vale prepararsi un po’, per non doversi pentire dopo.

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Le informazioni contenute in questo articolo sono aggiornate al momento della pubblicazione, ma potrebbero subire variazioni nel tempo. Per avere informazioni sempre aggiornate e personalizzate sul tuo caso specifico, ti consigliamo di parlare con un nostro advisor.