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Corsi di inglese con preparazione per esami di lingua

Se desideri studiare all'estero, prepararti per gli esami di lingua inglese è fondamentale: scopri come scegliere il corso giusto e evitare frustrazioni.

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Corsi di inglese per esami di lingua: una guida vera per chi vuole partire (e non buttare tempo)

Se stai pensando di studiare all’estero, è probabile che uno degli ostacoli più grossi si chiami “certificazione di inglese”. Lo so perché ci siamo passati in tanti qui: i nomi suonano sempre uguali (IELTS, TOEFL, Cambridge, Trinity) ma dietro quelle sigle ci sono regole precise, esercizi standardizzati, e commissioni di tutto rispetto. Nessuna improvvisazione. Le università spesso non fanno sconti: senza l’esame giusto — e il punteggio giusto — la porta rimane chiusa. E prepararsi all’ultimo momento raramente aiuta.

Che cosa sono davvero i corsi di preparazione agli esami?

Non sono i soliti corsi d’inglese che trovi un po’ ovunque, quelli che “fai due chiacchiere, ripassi i tempi verbali e magari impari qualche parola”. Sono programmi costruiti per farti arrivare esattamente dove serve per superare UN test specifico. Questo significa:

  • Capire a fondo come funzionano le singole parti dell’esame (tipo: “ma davvero devo scrivere un essay in 40 minuti senza accesso a Google Translate?”)
  • Esercitarti a leggere, scrivere, ascoltare e parlare, ma seguendo la struttura reale del test
  • Scoprire trucchetti pratici come gestire meglio il tempo, autocorreggersi al volo, superare i blocchi del “blank panic” (quando hai il vuoto totale)
  • Fare simulazioni che sembrano veri esami (e credimi: la prima volta che lo provi, lo stress sale…)

La durata? Dipende da dove parti: c’è chi in un mese ce la fa, chi ha bisogno di più tempo. Inutile illudersi.

Tutti parlano di “preparazione esame”, ma… serve davvero?

Risposta onesta: sì, soprattutto se l’ultima volta che hai fatto grammatica inglese era alla maturità e se il tuo obiettivo è un’università internazionale (che te la chiede, nera su bianco, nel bando).

Perché non basta “parlare inglese bene”? Semplice: gli esami hanno regole, formati, trucchi che nessuno ti insegna nei corsi generici. Ad esempio:

  • L'IELTS ti chiede di argomentare in modo accademico, il TOEFL ama le domande a risposta multipla ascoltando accenti impossibili, il Cambridge CAE ti mette davanti a “use of English” che sbaglia anche un madrelingua.
  • Ogni esame ha tempi stretti e compiti specifici. Impararli fa la differenza tra “quasi ce l’ho fatta” e “ho preso il punteggio che mi serve”.

A volte, i corsi generici fanno sì che migliori nel parlare o capire, ma resti bloccato su esercizi che non hai mai nemmeno visto. E lì scatta la frustrazione.

Come si sceglie il corso giusto? Non esiste una ricetta unica

Ecco su cosa ragionare — senza pressioni:

  • Cosa ti chiede davvero l’università? Non tutti i test sono accettati ovunque. Spesso il bando specifica tipo e punteggio. Non inventare.
  • Da che livello parti? Se sei A2, un corso per “raggiungere il 7 IELTS in sei settimane” è quasi fantascienza. Meglio essere onesti.
  • C’è spazio per fare simulazioni? Sono fondamentali. Non dico che devi andare subito in panico, ma abituarti a quelle dinamiche è oro.
  • Ti serve parlare davvero tanto? Molti italiani si bloccano all’orale più che allo scritto: valuta corsi dove il “speaking” è parte grossa.
  • In presenza o online? Dipende da come studi meglio, e da quanto tempo hai. Occhio però che online richiede molta autodisciplina.

Quali sono le difficoltà che quasi nessuno ti racconta?

  • Corsi troppo generici: Ti sembra di migliorare, ma poi il punteggio resta basso. Esperienza comune.
  • Promesse troppo belle: Se leggi “100% superamento garantito”… onestamente, diffida.
  • Costi inaspettati: Tra iscrizioni e materiali, una preparazione fatta male può far sprecare un sacco di soldi e mesi preziosi.
  • Sottovalutare il proprio livello: Il test non mente. Se la base è troppo bassa, meglio investirci più tempo piuttosto che sperare in un miracolo last-minute.

Una storia vera: Martina e il panico dell’IELTS

Martina, da Milano, convinta di essere “ok” con l’inglese, ha fatto un corso generico in gruppo. Dopo tre mesi, zero miglioramenti sul test ufficiale. Si è demoralizzata, pensando di “non essere portata”. Poi ha provato un corso specifico per IELTS: simulazioni, correzioni mirate, focus su come argomentare nell’Essay. Due mesi e, con fatica (e qualche crisi), ha centrato il famoso 7. Adora ancora l’inglese? Ci convive, ma ora studia in UK.

E se non hai tempo, soldi o sei solo confuso/a? Qualche alternativa vera

  • Magari non puoi permetterti un corso full immersion ma puoi alternare gruppi piccoli e qualche lezione privata mirata solo alle tecniche dell’esame.
  • Online c’è di tutto: siti con test gratuiti, video su YouTube, esercizi. Attenzione però: serve costanza e non tutte le risorse sono aggiornate.
  • Se il livello è troppo basso, prendersi più tempo non è una sconfitta. Puoi partire un semestre dopo: meglio tardi che giocarsi tutto per “fretta”.

La verità? Non esistono scorciatoie, ma un percorso fatto bene si vede

Alla fine conta soprattutto questo: lavorarci con metodo, simulare davvero la prova, imparare dai tuoi errori (e dai nostri! Ne abbiamo fatti tanti…). Soprattutto, non farti ingannare da chi promette risultati facili o “successi sicuri”.

Se hai dubbi — anche quelli che ti sembra “sciocco” chiedere, tipo: “Ma davvero nessuno capirà il mio accento?” — scrivici. Siamo stati dall’altra parte molte volte e non giudichiamo. Non sappiamo sempre tutto, ma se c’è un modo lo troviamo insieme. Nessuna pubblicità, nessuna pressione: solo chiarezza, supporto, e qualche consiglio vero per non perdere tempo (e fiducia).

Se vuoi parlarne, anche solo per capire da dove iniziare, puoi scrivere quando vuoi o prenotare una chiacchierata con uno di noi — ex studenti, non call center. Sappiamo cosa vuol dire partire da zero e arrivare in fondo. E se qualcosa non va secondo i piani, siamo qui anche il giorno dopo gli esami.

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