Corsi di inglese per esami di ammissione: le cose che nessuno ti dice davvero
Quando si parla di andare a studiare all’estero – soprattutto se l’obiettivo è l’università in UK o in altri paesi di lingua inglese – la preparazione dell’esame di ammissione è spesso uno scoglio che non tutti affrontano con la giusta consapevolezza. Non è solo questione di “parlare bene inglese”: c’è proprio un mondo dietro tra moduli, certificazioni come IELTS e TOEFL, ansie per le scadenze e differenze rispetto a come ci hanno insegnato le lingue a scuola.
Visto che ci siamo passati anche noi, volevamo metterti nero su bianco quello che di solito nessuno ti dice: i rischi, i dubbi comuni, ma anche le opzioni concrete per non impazzire e perdere tempo (o soldi).
Perché serve davvero un corso di inglese mirato all’esame (e quando forse puoi farne a meno)
Spesso le università pretendono una certificazione d’inglese aggiornata, con un punteggio minimo. Che tu voglia andare in UK, Irlanda, Paesi Bassi o altrove, di solito parliamo di IELTS, TOEFL o, in certi casi, test interni delle università stesse. Ma, parliamoci chiaro, non basta sapere un po’ d’inglese: questi test hanno strutture particolari, tempi strettissimi, tranelli linguistici e soprattutto aspettative molto più alte che a scuola.
Fare un corso dedicato all’esame (magari anche solo per qualche settimana) fa la differenza soprattutto se:
- Non hai la minima idea di che tipo di domande aspettarti o soffri la pressione del “tempo che scorre”.
- Ti serve un feedback concreto su dove sbagli e su come migliorare: l’autovalutazione, purtroppo, spesso ci illude.
- Vuoi imparare le strategie e i trucchi del mestiere (sapere la risposta giusta è una cosa, capire come “piace” agli esaminatori è un altro sport ancora).
Vale sempre la pena? No. Se hai già il livello richiesto e qualche esperienza con test strutturati, magari puoi farcela anche studiando in autonomia, ma in molti casi un po’ di aiuto mirato non fa male.
Come scegliere un corso davvero adatto (senza farsi fregare da promesse troppo belle)
Qui bisogna essere onesti: i corsi sono tutti diversi, e non tutti valgono i soldi che chiedono. Scegli con attenzione tenendo d’occhio:
- L’esame a cui vuoi (o devi) puntare: sembra banale, ma c’è ancora chi si iscrive a corsi generici che poi non preparano davvero all’IELTS (o magari preparano al TOEFL, che non ti serve).
- Chi insegna: meglio trovare docenti che l’esame lo conoscono bene per esperienza diretta, non solo per sentito dire. I materiali devono essere aggiornati (i test cambiano!).
- Durata e metodo: se promettono risultati in 3 giorni, scappa. Di solito servono almeno 2-3 mesi belli intensi. Ancora meglio se ci sono simulazioni vere e feedback personalizzati.
- Cosa c’è incluso, oltre all’inglese: ti serve anche aiuto per personal statement, cv, interview? Alcuni corsi fanno solo grammatica ed esercizi e ti lasciano da solo sulle parti più noiose (ma essenziali) della candidatura.
Se hai dubbi, chiedi sempre di parlare direttamente con qualcuno che c’è passato: spesso le recensioni online sono generiche, il confronto diretto invece aiuta a chiarirsi le idee.
Le difficoltà più sottovalutate (e qualche dritta per affrontarle)
Vai tranquillo/a: nessuno parte “pronto”. Ecco i problemi che capitano più spesso, con qualche consiglio che abbiamo visto funzionare sul campo:
- La lingua “universitaria” sembra arabo: capisco! In aula non si parla come nei video su YouTube. Un buon corso ti aiuta a prendere confidenza col lessico tecnico e con le richieste (tipo scrivere essay, interpretare domande complesse).
- I test a tempo sono uno shock: chi non è abituato rischia di “congelarsi” durante l’esame. Allenati con simulazioni vere, timer alla mano, fai finta sia il giorno X.
- È una corsa a ostacoli burocratica: ci sono sempre nuove scadenze, regole che cambiano e informazioni poco chiare (e stare dietro ai siti delle università fa venire il mal di testa). Qui avere un advisor esperto può davvero risparmiarti attacchi di panico.
Non dimenticare l’aspetto mentale: lo stress da preparazione e la paura di non farcela sono normalissimi. L’importante è parlarne (anche con chi ti accompagna, davvero, non solo in teoria).
E se non voglio il “corso classico”?
Non è obbligatorio farsi settimane e settimane in aula. Ci sono alternative valide:
- Studiare con piattaforme online che fanno anche simulazioni vere degli esami (magari integrate con qualche ora di coaching individuale per feedback mirato).
- Mini-corsi intensivi, a piccoli gruppi, che ti seguono nei punti dove sei più debole (es. solo speaking o solo writing).
- Iniziare a prepararti molto prima del dovuto, affiancando alla preparazione lo studio “sul campo”: guardare serie TV, partecipare a scambi linguistici o vivere esperienze brevi all’estero ti aiuta più di mille pagine di grammatica.
Non c’è una soluzione unica che va bene per tutti. Dipende da che tipo sei, da quanto tempo (e testa) hai, e dal tipo di università a cui punti.
Due storie vere per capire meglio
- Sara, aveva bisogno di un IELTS 7.0 per accedere al suo master a Londra, ma partiva da un 5.5 scarso (e con parecchia ansia all’idea di fallire). Ha lavorato per 11 settimane con un mix di lezioni, simulazioni ogni weekend e piccoli lavori di gruppo. Non solo ha preso il punteggio che serviva, ma dice che affrontare l’esame con la mente “allenata” le ha salvato anche dopo, durante i primi esami universitari là.
- Marco, invece, voleva entrare in una università in Olanda e pensava bastasse il solito corso d’inglese. Scoprendo (con noi) che la parte di personal statement era fondamentale, ha integrato il corso con coaching mirato sulle application, evitando l’errore di sottovalutare quello che “non viene mai spiegato a scuola”: come raccontare davvero sé stessi in inglese.
Domande che ci fanno spesso
È obbligatorio fare un corso per forza?
No, ma aiuta tantissimo se non sei già abituato agli esami internazionali e vuoi evitare di incappare in errori banali. Almeno fatti una simulazione “vera” prima di tentare l’esame ufficiale.
Quanto tempo ci vuole per essere pronti davvero?
La risposta politicamente scorretta: dipende! Ma la media che vediamo per chi parte da un livello intermedio è sugli 8-12 settimane, se si studia davvero con costanza.
Ha senso prepararsi da autodidatta?
Si può fare – specie se sei già abbastanza avanti – ma rischi di non vedere i tuoi punti deboli, oppure di perderti cambiamenti recenti nei test. Un occhio esterno esperto spesso aiuta a migliorare più in fretta.
Se vuoi parlarne senza impegno, anche solo per capire a che punto sei e quali opzioni hai, scrivici: non abbiamo soluzioni magiche, ma una chiacchierata con chi ci è passato può davvero aiutare a chiarirsi le idee e scegliere meglio – senza fretta, né promesse da venditori. Siamo qui anche per i dubbi e le paure che non trovano risposta nelle FAQ sul sito delle università.
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