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Corsi di inglese con preparazione per colloqui di lavoro

Scegliere un corso di inglese per colloqui di lavoro richiede attenzione: cerca praticità, simulazioni e un supporto post-corso per un reale miglioramento.

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Corsi di inglese per i colloqui di lavoro: cosa sapere davvero prima di scegliere

Se stai pensando di studiare inglese con l’idea di essere pronto per uno o più colloqui di lavoro all’estero, probabilmente hai già capito che non basta studiare “come a scuola”. Ti serve qualcosa che vada dritto al punto, che ti aiuti a sentirti credibile e a tuo agio in una situazione reale di selezione. Negli ultimi anni questa domanda è cresciuta tantissimo tra studenti italiani, ma la verità è che c’è ancora molta confusione su cosa serva davvero.

Voglio essere chiaro fin dall’inizio: un corso generico di inglese non basta quasi mai. Ed è normale essere un po’ spaesati all’idea di scegliere tra mille proposte. Ecco qualche spunto onesto e pratico, nato proprio dalle storie di chi c’è già passato.


Un corso di inglese “per colloquio” serve davvero?

Se quello che vuoi è riuscire a rispondere con sicurezza alle domande di un selezionatore straniero, presentarti bene e magari anche “difenderti” quando ti fanno la classica domanda a sorpresa (“Tell me about a time you failed” – sigh…), allora sì: ha senso puntare su un corso di inglese mirato proprio agli aspetti pratici del colloquio.

La differenza rispetto a un corso normale? Qui ci si concentra su:

  • Risposte concrete alle domande più frequenti (e le domande trabocchetto!)
  • Role play e simulazioni: ti metti nei panni del candidato vero, con feedback
  • Inglese “da lavoro”, non solo la grammatica e i vocaboli genericissimi
  • Cose che a scuola non ci dicono mai: come leggere tra le righe cosa vogliono sapere davvero, le differenze nelle aspettative tra Italia e Paesi UK/USA, la questione “soft skills” ecc.

Sembra banale, ma per molti è la prima volta che si allenano davvero a rispondere per iscritto e a voce senza bloccarsi. E lo dico anche per esperienza personale: il primo colloquio in UK che ho fatto sembrava una partita a scacchi… e ho sbloccato diversi “game over” prima di capire dove sbagliavo.


Come scegliere un corso: domande da farsi (davvero)

Ti capiterà di vedere mille proposte online, tutte promettono “successo facile”. In realtà, più che guardare lo slogan, ti consiglio di andare a fondo su alcune domande pratiche:

  • Chi insegna? Ha esperienza di recruiting vero nei paesi dove vuoi andare?
  • C’è solo teoria o anche esercitazioni pratiche? Le simulazioni sono la parte che fa la differenza, soprattutto se ricevi correzioni sincere e suggerimenti sulle tue risposte tipiche (anche “dritte” sulla mimica e sulla sicurezza).
  • Il corso ti aiuta a costruire anche CV e cover letter? Oppure è “solo inglese”?
  • Quanto dura e quanto costa davvero? A volte i percorsi migliori sono quelli dove hai tempo di assimilare, non le scorciatoie “one shot”.
  • Offrono un supporto dopo il corso, se dovessi trovare difficoltà reali? Oppure sei “fuori” appena finito?

Capisco che il prezzo pesi, ma occhio a non giudicare solo dal budget: spesso i corsi più superficiali costano meno, ma non ti danno nulla di spendibile in un colloquio vero.


Attenzione a queste cose – reality check

  • Un corso non fa miracoli: Prepararsi è importante, ma anche allenarsi per i fatti propri, ascoltare podcast, fare colloqui mock con amici o mentor (anche se ti senti un po’ scemo all’inizio – passa, te lo assicuro).
  • Occhio ai corsi che promettono “colloquio facile!” o “inglese perfetto in 4 settimane”: la realtà è che ognuno ha tempi suoi, e solo l’errore e il feedback ti sbloccano davvero.
  • Non sottovalutare l’aspetto culturale: Il modo di “vendere” se stessi cambia moltissimo tra Italia, UK, USA… Spesso in Italia ci sembra vanitoso parlare bene dei propri punti di forza: in un colloquio inglese, invece, è un must.
  • Il livello di partenza conta: Se il tuo inglese è ancora base, forse la priorità è una rinfrescata generale prima di passare alle simulazioni. Chiedi sempre se il corso lo prevede.

Non solo corso: altri consigli pratici (che fanno la differenza)

  • Prepara il CV in inglese: Sembra scontato, ma moltissimi studenti si affidano a template trovati su Google… e i selezionatori se ne accorgono al volo. Vale la pena lavorarci sopra.
  • Allena il “pitch” personale: Ovvero, chi sei, dove vuoi andare, cosa ti rende unico/a. Ci si sente scemi a ripeterlo davanti allo specchio, ma funziona.
  • Informa il corso sul settore che ti interessa: Se punti a un ambito specifico (hospitality, business, medicina…), serve poter parlare di sé con il lessico adatto. Un buon corso ti aiuta proprio lì.
  • Chiedi feedback anche dopo, se possibile: Spesso la parte difficile arriva DOPO la fine del corso, quando magari ti chiamano per un colloquio vero e lì l’ansia sale.

Noi di Studey, per esempio, non ci limitiamo a suggerire i corsi: aiutiamo anche a revisionare CV, personal statement, lettere di reference e, soprattutto, a chiarire i tanti dubbi pratici che vengono fuori solo “a caldo”, sul campo.


Una storia vera: Marco, l’ansia del colloquio e un trucco imparato per caso

Marco (23 anni, Milano) voleva fare esperienza a Dublino e si è iscritto a un corso molto pratico prima di tentare i primi colloqui. “La simulazione con il tutor mi ha fatto scoprire che parlavo troppo veloce e che le mie risposte erano confuse, anche se pensavo di parlare un buon inglese. Avevo sempre puntato sulla grammatica, ma non mi ero mai allenato a ‘gestire il tempo’ delle risposte. Dopo qualche role play, invece, sono diventato molto più sicuro. All’inizio mi vergognavo, ma ora rifarei tutto da capo.”

Un consiglio che dà a chi inizia? Non studiare solo le “soluzioni perfette”, ma imparare a improvvisare risposte semplici e sincere se si resta bloccati (tipo: “Sorry, can I take a moment to think about it?”).


Domande che sentiamo spesso

Che differenza c’è tra un corso di inglese classico e uno per colloqui?
Il secondo punta sulle situazioni reali di intervista (anche caotiche, anche scomode) e ti insegna trucchi per superare quel senso di “panico muto” che viene quasi sempre alla prima esperienza.

Quanto tempo serve per sentirsi sicuri?
Sinceri: qualche lezione non basta. Serve tempo per assimilare le correzioni e i feedback onesti. Calcola almeno qualche settimana di simulazioni pratiche, e non scoraggiarti se agli inizi sembri “impacciato”: lo siamo stati tutti.

Devo già parlare bene inglese per iniziare?
Sì, di solito serve almeno un livello intermedio (B1 minimo), altrimenti il rischio è di perdere dettagli importanti.

Posso farcela da autodidatta?
Allenarti da solo aiuta, ma senza qualcuno che ti corregge si rischia di fossilizzarsi su errori. Avere almeno un mentor, anche solo per alcune simulazioni, fa la differenza.


Dove trovare i corsi giusti (e come evitare fregature)

Studey seleziona da anni programmi che rispettano questi criteri, e se ti va possiamo parlarne in modo umano, senza pressioni. Ci piacerebbe poterti consigliare qualcosa di davvero adatto al tuo profilo e ascoltare le tue domande, anche se sei solo in “fase curiosità”. Noi aggiorniamo sempre le informazioni e ti diciamo senza problema cosa è incluso, cosa no, e soprattutto se un corso non fa proprio al caso tuo. Nessuna promessa irrealistica, solo consigli pratici.

Se vuoi capire meglio le differenze tra i corsi, sapere come funzionano le selezioni in diversi Paesi, o semplicemente hai paura di fare una scelta “alla cieca”, scrivici o chiedi una chiacchierata con chi è passato per quelle ansie prima di te.

Non sei solo/a: se sei qui, sei già sulla strada giusta — anche se a volte può sembrare tutto troppo incerto. Ci passiamo insieme, passo dopo passo.

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