Corsi di inglese con attività di startup e innovazione: cosa c’è dietro, cosa aspettarsi e come scegliere bene (davvero)
Se l’idea di seguire solo lezioni di grammatica ti mette già ansia e senti il bisogno di qualcosa di più concreto — tipo lavorare su progetti veri, respirare l’atmosfera di una startup e vedere come si muovono le persone che innovano per davvero — allora sì, esistono corsi d’inglese diversi dalle solite formule. Ma occhio: non è tutto oro quel che luccica e non tutte le scuole che mettono “startup” in brochure sanno di cosa parlano. Cerchiamo di fare chiarezza, senza giri di parole.
Perché scegliere (o almeno valutare) un corso così?
L’inglese ormai serve a tutti, ma essere davvero a proprio agio quando si parla di progetti, idee da lanciare, presentazioni in pubblico e lavoro di squadra è un altro paio di maniche. Molti studenti ci dicono che il classico inglese accademico li lascia un po’ “a metà”: sanno usare i tempi verbali ma si bloccano alle prime call con gente di mezzo mondo. Ecco, i corsi con focus su startup e innovazione servono proprio a sbloccarti in queste situazioni, con attività concrete e simulate (ma neanche troppo).
Cosa si fa davvero in questi corsi? (spoiler: dipende)
È facile finire su siti pieni di promesse tipo “diventerai imprenditore innovativo in 3 settimane” — la realtà è più sfumata. Ecco cosa puoi trovare, se scegli bene:
- Inglese pratico, non solo grammatica: Lavori sulla lingua che useresti davvero in una riunione, a una presentazione, in una chat di lavoro. Magari il passato remoto lo lasci da parte.
- Progetti di gruppo, veri o quasi: Dalla creazione di un piano di business al lancio di una finta app. Qualcuno magari si inventa soluzioni green, altri si buttano su idee per nuovi social network.
- Workshop con imprenditori, startup locali, mentor: non sono sempre Steve Jobs, ma spesso hanno cose molto utili (e “sopravvivibili”) da raccontare.
- Hackathon e simulazioni di “pitch”: Ovvero provare a raccontare la tua idea in pochi minuti, spesso davanti ad altre persone (spesso più timide di te).
- Attestati e feedback veri: Se il corso è serio, alla fine avrai qualcosa in mano — di solito un certificato che non è la soluzione a tutti i problemi, ma mostra che ci hai messo la faccia.
Domande vere che ci fanno spesso
Serve già saper tutto su startup & business?
No. Conta la voglia di metterti in gioco. Se hai già “l’idea del secolo”, bene. Se no, va benissimo lo stesso (anzi, spesso è meglio così).
Serve un inglese già buono?
Dipende dal corso. Alcuni sono pensati per chi parte da zero, altri chiedono almeno un livello intermedio per stare dietro alle attività di gruppo o capire cosa dicono i mentor. Lo diciamo sempre chiaro: se il tuo inglese non è ancora “da battaglia”, meglio un corso con percorso più graduale.
Quanto dura, e quanto costa?
Qui spazio per le sorprese ce n’è. Si va da 2-3 settimane intensive (tipo campus estivi) a trimestri interi. I prezzi cambiano molto a seconda del Paese, della scuola, di cosa è incluso (workshop, visite a incubatori, ecc). Meglio chiedere il listino specifico per evitare brutte sorprese e costi extra — e ti assicuro, ce ne sono sempre.
Quali mete hanno le proposte migliori?
UK (soprattutto Londra), Olanda (Amsterdam), Irlanda (Dublino), USA (alcune città universitarie), Canada e ora anche Australia. Ognuna ha un taglio diverso: c’è chi punta tutto su pitching e teamwork, chi su laboratori pratici, chi fa entrare davvero nel mondo delle startup locali. Cambia parecchio anche l’ambiente (e la pressione): ad Amsterdam l’aria “startup” è ovunque, in Irlanda si punta più sul lavoro di gruppo e sul networking.
Cosa può andare storto?
- Corsi che vendono solo “grande energia” ma poi sono teorici: Occhio alle scuole che “parlano” solo di startup, senza mai farti provare nulla di concreto. Se nel programma trovi solo lezione frontale e poca pratica, fatti due domande.
- Costi extra nascosti: A volte paghi per un workshop che in realtà è una chiacchierata su Zoom, altre volte ti chiedono “fee” strane per materiali o eventi. Chiedi sempre la lista precisa prima di accettare.
- Sentirsi fuori posto (all’inizio): Lavorare in gruppo con persone che non conosci (e magari davanti a mentor inglesi o americani che parlano a mitraglietta) può farti venire il dubbio di aver sbagliato tutto. Succede a tutti — di solito dopo il primo imbarazzo ci si scioglie.
Cosa raccontano davvero gli ex-studenti (senza filtri)
“Arrivato a Dublino non capivo perché dovessi lavorare su una startup ‘ecologica’ se nella vita mi interessa tutt’altro. In realtà mi è servito: la cosa più difficile è spiegare l’idea, non inventarla. E dopo tre settimane, anche se il mio inglese faceva ridere, riuscivo a parlare davanti a sconosciuti.”
“A Londra, abbiamo usato strumenti come Trello e Slack, imparato come si fa un pitch (mica facile!), ma soprattutto ho capito che le idee si migliorano lavorando insieme ad altri che la pensano diversamente. L’inglese è cresciuto quasi senza che me ne accorgessi.”
Quali alternative ci sono?
Esistono anche corsi più tradizionali dove, però, puoi aggiungere workshop su business english, project work e qualche accenno al mondo startup. Se hai ancora un livello basso, meglio iniziare gradualmente: non serve bruciare le tappe per sentirsi “innovativi” a tutti i costi. A volte ha più senso fare prima un corso di inglese generale, e poi dedicarsi ai laboratori pratici quando te la senti davvero.
Dove andare? Cosa cambia da una destinazione all’altra?
Paese | Focus | Network startup | Eventi pratici | Costo indicativo |
---|---|---|---|---|
UK | Pitch, business plan | Alto | Spesso | Medio-alto (Londra costa!) |
Irlanda | Progetti di gruppo | Medio | Frequenti | Medio |
USA | Teamwork, digital tools | Molto alto | Dipende dalla città | Alto |
Canada | Innovazione e collaborazioni | Medio | In crescita | Medio |
Olanda | Startup culture | Alto | Molti | Medio |
Australia | Business english + networking | In crescita | Vari | Medio-alto |
Questi dati cambiano, e anche tanto. I prezzi che vedi sono indicativi, spesso variano da città a città. Domanda sempre prima di prenotare.
Sei ancora perplesso?
Dubbi? Normale — nessun corso è perfetto per tutti. Se non ti senti sicuro/a sul tuo livello di inglese, sulla formula dei corsi, su dove conviene investire (tempo e soldi), chiedici pure: la consulenza è gratuita e non perdi nulla. Al massimo scopri che quello che volevi non è davvero quello che fa per te. E va bene così.
Non servono promesse da film: la verità è che imparare (bene) inglese, buttarsi in un progetto di startup e conoscere gente davvero diversa è tosto, a volte persino faticoso… ma ti cambia la testa molto più di quanto immagini. Se vuoi capire da dove partire — o anche solo evitare corsi fuffa — parliamone con calma. Niente risposte preconfezionate, solo quello che serve davvero.
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