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Corsi di inglese con attività di project management

I corsi di inglese con project management uniscono teoria e pratica, migliorando la lingua e le competenze professionali attraverso progetti collaborativi e reali.

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Corsi di inglese con project management: quello che (forse) nessuno ti racconta

Se stai pensando a un corso di inglese all’estero, probabilmente ti sarai già imbattuto in mille offerte diverse e promesse più o meno iperboliche (“Torna bilingue!” “Trova subito lavoro!”). Ma la verità è che non tutti i corsi sono uguali – e soprattutto, non tutti vanno oltre la grammatica e le chiacchiere sul tempo.

Una delle proposte più interessanti degli ultimi anni sono quei corsi che affiancano allo studio dell’inglese attività di project management. È un po’ come imparare a nuotare mentre costruisci una zattera con persone che non conosci, in una lingua che ancora non padroneggi al 100%. Detto così sembra un casino, ma per moltissimi studenti italiani (compresi diversi del nostro team...), questa esperienza ha segnato davvero la differenza, sia in termini di sicurezza con l’inglese, sia di capacità di lavorare sul serio in gruppo.

Cos’è, in pratica, un corso di inglese con project management?

Lascia stare le definizioni da manuale. In concreto, significa che mentre migliori l’inglese – non solo il listening o la grammatica, ma proprio la capacità di cavartela in discussioni complesse – inizi a metterti in gioco con piccoli progetti: magari una presentazione su un problema reale, oppure la simulazione di un piano di lavoro da gestire con altri studenti. A volte sono casi reali portati da aziende, altre volte esercitazioni, sempre comunque con l’inglese come lingua “ufficiale” e un gruppo internazionale seduto accanto a te.

Questa combinazione cambia molto il modo in cui vivi il corso. Non sei più “solo” uno studente che studia, ma qualcuno che gestisce (e affronta!) le stesse dinamiche che poi ritroverai all’università, nei lavori di gruppo, nelle aziende.

Perché questa scelta può funzionare davvero

Ok, sembra tutto molto bello. Però, quali sono i veri vantaggi? Ti lascio qualche spunto che esce dalla retorica da brochure:

  • L’inglese che serve davvero: Non è una battuta. Scrivere report, discutere punti di vista, fare una call su Zoom… tutto diverso dal parlare di come faceva caldo ieri.
  • Soft skills che servono anche dopo: gestione del tempo, leadership, saperti far capire quando ci sono mille accenti diversi intorno (spoiler: succede spesso).
  • Esperienza preziosa per le applications: Alcuni corsi universitari – non solo business! – apprezzano vedere che sai già lavorare in team e affrontare problemi in modo pratico.
  • Il CV non mente: Esperienze di project management sono sempre più richieste, soprattutto se vuoi restare (o tornare) all’estero.

A cosa fare attenzione (senza filtri)

Te lo diciamo chiaro: non basta trovare online “corso con project management” per stare tranquilli. La realtà è che:

  • Non tutte le scuole sono serie allo stesso modo. Chiedi sempre dove hanno studiato i docenti e che esperienza hanno sul campo (non solo in aula!).
  • Project management sulla carta… non significa niente. Meglio corsi con molti casi pratici, magari laboratori, non solo teoria o role-play finti.
  • Durata: Una o due settimane sono spesso troppo poche. Se hai poco tempo cerca comunque moduli più intensivi, ma reali.
  • I costi non sono bassissimi. Spesso conta quanto sei seguito e quante ore pratiche “vere” ci sono.
  • Livello d'inglese: Tanti corsi chiedono almeno un B1/B2 reale, altrimenti rischi di vivere tutto con l’ansia di “tradurti” ogni parola — lo capiamo, ma tanto vale saperlo subito.

Quando rischi di sprecare tempo (e soldi)

Non ci giriamo troppo intorno: diversi studenti italiani scelgono corsi “all inclusive” super generici, sperando che qualcosa di concreto arrivi “nei pacchetti”. Spesso, poi, chi torna racconta: “Ho migliorato l’inglese, ma non ho imparato niente di davvero pratico sul project management”. Tradotto: sanno spiegarti bene la grammatica, ma poi sul lavoro di gruppo ti arrangi.

Come evitare questa trappola? Fatti queste domande:

  • Che tipo di progetti si fanno?
  • Sono previsti incontri con aziende, tutor, feedback veri?
  • Si lavora davvero in team misti (internazionali) o solo tra italiani?
  • Viene data qualche certificazione realmente utile?

Se la risposta è troppo vaga: meglio cercare alternative.

Soluzioni alternative se non trovi il corso ideale

Può capitare che non trovi il mix perfetto. Allora puoi considerare:

  • Fare un corso di inglese “classico” e poi integrare con workshop di project management online (magari anche gratuiti, ce ne sono parecchi ben fatti).
  • Summer school all’estero specifiche su business o gestione di progetti, spesso pensate per studenti internazionali.
  • Se hai tempo e budget, considera anche corsi universitari brevi oppure certificazioni che puoi aggiungere dopo (PRINCE2, PMP, ecc) quando ti sentirai più sicuro con l’inglese.

Dove… e cosa cambia davvero tra le mete?

Piccolo spoiler: la destinazione spesso incide più di quanto sembri.

  • UK: qui sono avanti anni luce, sia come varietà, sia come reputazione delle scuole, sia come praticità dei moduli.
  • Irlanda: buona atmosfera, prezzi più accessibili, ma meno esperienza sui moduli avanzati di project management.
  • USA/Canada: programmi molto strutturati, spesso integrati con certificazioni e possibilità di fare rete, ma spesso più cari e lunghi.
  • Nord Europa (Paesi Bassi, Scandinavia): tante opzioni innovative, soprattutto per chi ama lavorare in gruppo con persone da tutto il mondo.
  • Australia/Nuova Zelanda: ambiente molto aperto e pratico, ma serve organizzarsi per bene con i tempi.

“Ma Studey, quindi, che c’entra?”

Siamo (quasi) tutti ex studenti passati da queste scelte: qualcuno ha fatto la scelta giusta al primo colpo, altri hanno preso qualche “scoppola”. Il nostro lavoro non è dirti che esiste il corso perfetto per tutti. È ascoltare cosa vuoi davvero e aiutarti a capire se questa strada può essere quella più onesta e utile per TE — anche a costo di consigliarti soluzioni alternative.

Quindi, sì — ti aiutiamo a vagliare corsi, vedere alternative, capire che budget e livello di inglese servono, non solo a “mandare i moduli”.

Domande che sentiamo spesso (tanto vale rispondere subito)

Serve già un inglese perfetto?
No, però con meno di un B1/B2 rischi di perderti un po’ nella parte più pratica dei progetti.

Ci sono certificazioni che contano davvero?
Alcuni corsi danno qualcosa di riconosciuto (tipo moduli PRINCE2), altri solo attestato interno. Chiedilo chiaramente prima.

Si può fare online?
Sì, molti corsi ora hanno versioni ibride o digitali. Funziona, magari perdi un po’ la parte umana, ma è meglio di niente!

Se vuoi parlarne con qualcuno che ci è passato, anche solo per capire se questa strada può fare per te (o trovarti una via alternativa), noi ci siamo. Niente pressione, niente promesse di sogni facili – solo una mano concreta, qualche domanda in più… e la sincerità di chi sa che ogni percorso, alla fine, è davvero personale.

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Le informazioni contenute in questo articolo sono aggiornate al momento della pubblicazione, ma potrebbero subire variazioni nel tempo. Per avere informazioni sempre aggiornate e personalizzate sul tuo caso specifico, ti consigliamo di parlare con un nostro advisor.