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Corsi di inglese con attività di peer learning

Imparare l'inglese insieme agli altri attraverso il peer learning rende l'esperienza più efficace, abbattendo la paura di sbagliare e favorendo connessioni autentiche.

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Corsi di Inglese con Peer Learning: Cosa Vuol Dire Davvero Imparare Insieme

Se sogni di studiare all’estero, probabilmente ti sei sentito almeno una volta un po’ spaesato all’idea di dover “parlare inglese davvero”. Non parlo dell’inglese studiato a scuola, quello delle regole e delle frasi fatte, ma di quello che ti serve per sopravvivere la prima settimana a Londra, fare amicizia, chiedere indicazioni, spiegare chi sei.

Qui le aule contano fino a un certo punto: molto spesso a farti fare il vero salto sono le persone che incontri, i tuoi nuovi compagni. Vivere l’inglese, insomma, più che studiarlo e basta. E qui entra in gioco il cosiddetto peer learning, ossia l’imparare insieme agli altri, da pari a pari. Niente di lontano dalla teoria: è il classico “se non sai una cosa, chiedi a chi ne sa un pochino più di te. E il giorno dopo magari sarai tu ad aiutare qualcun altro”.

Ma cos’è davvero il Peer Learning?

Non è magia e non fa miracoli: è il contrario dell’apprendimento da soli chini sui libri. Vuol dire creare piccoli gruppi, scambiarsi domande (anche quelle che ti vergogni a fare al prof), ascoltare accenti diversi e imparare a cavartela nella vita quotidiana: sì, anche quando ci si capisce a metà. Durante i corsi di inglese improntati su questo approccio, spesso ti ritrovi a lavorare in tandem, in gruppo, o a ruoli alterni: oggi correggi tu, domani ti correggono loro. Non c’è competizione, solo voglia di migliorare un pezzo dopo l’altro.

Perché scegliere un corso dove si impara davvero insieme?

Se chiedi a chi ci è passato, quasi tutti ti diranno che il salto di qualità lo fanno grazie agli altri. Ecco perché:

  • Diventi più sicuro: Parlare con altri studenti, magari nella tua stessa situazione, ti aiuta ad abbattere la paura di sbagliare. E ti accorgi che nessuno è perfetto all’inizio, davvero.
  • Non impari solo la grammatica: Ogni persona porta vocaboli, modi di dire e soluzioni diverse. Le regole si capiscono meglio quando le vedi all’opera, senza che qualcuno te le imponga.
  • Scambi consigli pratici: Dai suggerimenti sulle app migliori per ripassare, al trucco per ricordarsi i “phrasal verbs” più usati. Ma anche robe più terra terra: dove trovare il pane che ti ricorda casa, come risparmiare con i supermercati sconosciuti agli inglesi.
  • Ti aiuta a non sentirti solo: Incontrare chi ha le stesse ansie (la pronuncia, il curriculum in inglese, ecc.) fa passare la paura di sembrare “fuori posto”.

Come funziona in pratica (senza filtri)?

Ogni corso è diverso e non esiste il metodo magico per tutti. Ma se trovi un programma che dedica spazio al peer learning, preparati a:

  • Conversazioni (spesso piuttosto spontanee): Non parlo dell’esercizio “recitiamo la scenetta sul ristorante”. Più facile trovare conversazioni sulle serie tv, i modi di vivere la città, usanze strane.
  • Lavori a coppie o in piccoli gruppi: Ti tocca collaborare, spiegarti, aggirare le parole che non ricordi, chiedere aiuto. A volte frustrante, quasi sempre utile.
  • Feedback senza giudizio: I tuoi compagni ti dicono cosa si capisce e cosa no (e spesso sono più delicati di certi insegnanti). In cambio, impari anche ad ascoltare e correggere.
  • Risorse condivise: Difficile non scambiarsi appunti, siti web, esercizi trovati per caso. E se non hai tutto, qualcuno ha sempre una dritta.

Un paio di domande che escono spesso (e risposte oneste)

Serve essere già bravi in inglese per questi corsi?
Nessun problema ad arrivarci con un livello base: spesso i gruppi sono formati proprio mixando studenti con livelli diversi, così ognuno spinge e sostiene l’altro. Se hai una certificazione (come IELTS o TOEFL) meglio, ma non farti bloccare: in tante scuole c’è un test iniziale, non un giudizio finale.

Funziona davvero o rischio di restare indietro?
Onestamente: non funziona per tutti uguale. Se ti blocchi facilmente a parlare davanti agli altri ci vorrà un po’ per sbloccarti. Però il confronto quotidiano, la routine delle “piccole conversazioni”, aiuta più di quanto pensi. E se dopo le prime settimane non ti sembra il tuo metodo, puoi parlarne: non è un matrimonio!

Dove trovare informazioni serie?
Molte università e scuole all’estero dichiarano se nei loro corsi spingono su questi metodi. Se non lo dicono, chiedi. Da Studey ci siamo passati quasi tutti: se vuoi capire che possibilità ci sono, cosa può fare per te e cosa invece proprio no, puoi scriverci senza problemi. Non abbiamo sempre la risposta per ogni situazione, ma possiamo raccontarti come è andata a noi.


In poche parole: imparare l’inglese non è mai una passeggiata perfetta e senza ostacoli. Ma farlo con gli altri, in un contesto onesto dove ci si aiuta davvero, spesso rende le cose più leggere. E qualche volta — ma non sempre — ti fa pure scoprire nuovi amici.
Se vuoi sapere di più su come orientarti tra i corsi o hai ansie e domande che non trovi mai nei siti ufficiali, qui ci siamo. Anche solo per ascoltare.

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