Imparare l’inglese con il giornalismo: com’è davvero e perché potresti pensarci
Quando immagini un corso di inglese all’estero, probabilmente ti vengono in mente lezioni di grammatica interminabili, esercizi di ascolto pieni di dialoghi improbabili e quelle discussioni forzate su temi di cui, francamente, ti importa poco. Eppure, esistono corsi che hanno poco a che vedere con questa idea un po’ noiosa. I percorsi che integrano l’inglese con attività di giornalismo sono tra i più interessanti — e sì, te lo diciamo dopo averci sbattuto la testa pure noi.
Questi corsi sono fatti per chi vuole davvero rimboccarsi le maniche, imparare un inglese “vivo” e mettersi alla prova su progetti reali: articoli, interviste, piccole inchieste, lavoro di redazione. Qui non si lavora (solo) sui libri, ma si va dritti al punto: imparare scrivendo davvero e collaborando con altri.
Come funzionano questi corsi?
Non aspettarti la solita lezione frontale. Di solito, si alternano momenti in cui si analizzano articoli di giornale veri, si lavora sul lessico tipico dei media o si parla di come si struttura una notizia, ad altri in cui tocca a te scrivere, intervistare, editare e produrre contenuti in inglese. Ci sono workshop pratici, scadenze da rispettare (proprio come in una vera redazione) e spesso strumenti digitali da usare — insomma, abituati a lavorare come se stessi costruendo un piccolo portfolio personale.
I corsi possono variare molto: alcuni sono più brevi, tipo summer school di poche settimane, altri pensati quasi come un semestre in una scuola di lingua. E quasi sempre c’è spazio per il confronto diretto con insegnanti che vengono proprio dal mondo del giornalismo o della comunicazione.
Per chi sono pensati questi corsi?
Se ti piace scrivere, ti incuriosisce il giornalismo o magari ti stai già guardando intorno per un futuro tra media, comunicazione o marketing, sono sicuramente da tenere in considerazione. Ma anche se non vuoi fare il giornalista “di mestiere”, questi corsi sono validi per sviluppare un inglese più pratico. Attenzione: se parti da un livello di inglese davvero basso, la curva iniziale può essere tosta. Meglio avere già un minimo di base, altrimenti rischi di sentirti sopraffatto (l’abbiamo visto diverse volte: niente di grave, ma meglio non partire da zero assoluto).
Vale davvero la pena? (e quando no?)
Parlando con studenti che li hanno frequentati (e sì, ci siamo passati anche noi), i vantaggi concreti sono diversi:
- Prima di tutto impari a scrivere e parlare un inglese “che respira”, non quello da test scolastico. Soprattutto la scrittura migliora: impari a sintetizzare, ad andare dritto al punto, a comunicare meglio anche nella vita di tutti i giorni.
- Moltissimi portano a casa nuove “soft skills” che spesso non si imparano altrove: organizzazione, lavoro di gruppo, saper cercare informazioni tra mille fonti (verificare le bufale è fondamentale pure fuori dall’aula).
- Altro valore aggiunto: puoi creare un portfolio reale, da spendere magari per una domanda universitaria, uno stage, o semplicemente per sentirti più sicuro quando scrivi in inglese.
Attenzione però: non sono corsi “miracolosi” che ti trasformano in reporter in due mesi. Il lavoro fuori dalle ore di lezione è tanto e più faticoso di quanto pensi, soprattutto all’inizio. E sì, spesso costano un po’ di più dei classici corsi d’inglese generalisti. A volte ci si sente anche un po’ “impostori” quando i primi pezzi vengono corretti senza pietà — ma fa parte del gioco e, di solito, sono proprio queste esperienze che fanno crescere in fretta.
Alternative pratiche
Il giornalismo non fa per te? Nessun problema: esistono corsi d’inglese “tematici” su business, comunicazione, tecnologia, volontariato… Il sistema può essere simile (tanto lavoro pratico, attività di gruppo, meno teoria “pura”), ma ovviamente cambia il focus. Per qualcuno, un English for Business è più sensato, per altri la preparazione a certificazioni come IELTS o TOEFL è la priorità. L’importante è scegliere qualcosa che ti faccia lavorare davvero con la lingua e che ti motivi.
Che consigli possiamo darti, sulla base di chi ci è già passato?
- Valuta onestamente a che livello sei: non per “frenarti”, ma per non rischiare di buttarti in acque troppo profonde e demoralizzarti subito. Un test d’ingresso serio (fatto dalla scuola o insieme a un advisor onesto) è già un ottimo primo filtro.
- Chiedi sempre com’è il programma: che tipo di testo si scrive? Si lavora più in team o in autonomia? Quanta tecnologia si usa? Non tutti i corsi sono uguali e, credici, le differenze si sentono.
- Informati bene su chi insegna: i docenti dovrebbero avere esperienza sul campo, non solo essere “madrelingua”.
- Considera tempo e impegno fuori dalle lezioni: spesso il lavoro vero inizia quando la campanella suona. Se sei disposto a impiegare anche qualche ora extra, i risultati arrivano.
- Sfrutta la rete di ex studenti se esiste: noi di Studey e altri studenti passati possiamo raccontarti come va davvero e darti dritte “non da brochure”.
Dentro le storie vere (perché non tutti la vivono allo stesso modo)
A qualcuno fare giornalismo in inglese ha sbloccato paure che si portava dietro da anni: “Non avevo mai il coraggio di parlare per primo, ma dopo aver intervistato sconosciuti per un articolo… il terrore passa — se non altro, fuori dalla comfort zone impari a cavartela!” raccontava Giulia, ripensando alle sue prime “uscite” a Londra.
C’è anche chi, tipo Luca da Roma, ha sfruttato il materiale prodotto nel corso per far vedere (letteralmente) cosa sapeva fare nella domanda a una università inglese. Non sempre va tutto liscio, alcuni trovano il ritmo intensissimo. Serve sapersi adattare e, se qualcosa non fila, chiedere aiuto: la scuola, i compagni, anche noi di Studey siamo lì anche per i momenti no.
Dubbi frequenti (li sentiamo spesso):
- Devo essere già esperto di giornalismo? No, basta voglia di scrivere e curiosità. L’esperienza si fa strada facendo.
- Quanto durano questi corsi di solito? Da poche settimane a tutta l’estate, ma ci sono anche opzioni più lunghe se vuoi immergerti davvero.
- Si può fare tutto online? Qualcosa sì, ma la versione in presenza di solito coinvolge di più (soprattutto fuori dalle ore di lezione).
- Si riceve un certificato ufficiale? Spesso sì, ma non aspettarti una certificazione internazionale come IELTS. È però una nota in più nel CV.
In sintesi?
Se un corso di inglese con attività giornalistiche ti incuriosisce ma hai mille domande (o ansie, quelli normali), parliamone apertamente. Possiamo aiutarti a capire se, davvero, fa al caso tuo, senza giri di parole o “promesse da brochure”. Abbiamo visto esperienze di ogni tipo e sappiamo che ogni studente è una storia a sé: non esiste la scelta perfetta, ma solo quella più giusta per te adesso. Se vuoi parlarne, ci siamo — senza pressioni. E se invece non è la soluzione giusta… va bene lo stesso, c’è un mondo di alternative per trovare il percorso che senti davvero tuo.
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