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Corsi di inglese con attività di cucina internazionale

Scopri perché i corsi di inglese con cucina internazionale possono migliorare le tue abilità linguistiche, superando la comfort zone e vivendo esperienze uniche.

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Corsi di inglese con attività di cucina internazionale: cosa sapere davvero prima di partire

Imparare l’inglese all’estero è molto più di fare grammatica e parlare in classe. Se hai curiosato tra le varie offerte delle scuole e hai notato i corsi che abbinano l’inglese alla cucina internazionale, probabilmente ti starai chiedendo: “Ma serve davvero? È solo una trovata simpatica o può fare la differenza per il mio inglese?”

Visto che abbiamo vissuto queste scelte sulla nostra pelle, ti raccontiamo cosa c’è dietro questa formula – senza filtri, promesse strane o frasi fatte.

Perché abbinare l’inglese alla cucina?

Semplice: cucinare (davvero) con altri studenti – magari da ogni parte del mondo – ti costringe a parlare, ascoltare, spiegare, seguire istruzioni e fare domande, tutto in inglese e senza il tempo di spulciare il dizionario. Le parole nuove servono subito e i gesti aiutano, ma vivere la lingua mentre impasti o tagli le verdure ti obbliga a uscire dalla “zona comfort” della lezione tradizionale. Non è solo “divertente” – anche se, ok, preparare un pad thai o dei cupcake insieme agli altri non è come stare su Zoom. Però è anche impegnativo, specie se non ami molto buttarti o se ti stressi facilmente di fronte a cose nuove.

Cosa serve sapere PRIMA di partire

Un po’ di cose che avremmo voluto ci dicessero chiaramente:

  • Il livello di inglese conta. Di solito serve almeno un livello base (A2-B1, insomma: riesci a capire e farti capire nelle situazioni semplici). Altrimenti rischi di non seguire le spiegazioni o di restare in disparte, e sarebbe un peccato.
  • Il ritmo delle attività. Queste “cooking classes” non sono sostitutive delle lezioni di lingua: sono un’aggiunta, spesso programmata nei pomeriggi o una/due volte a settimana. Se cerchi un corso leggero per poter cazzeggiare il resto del tempo, questo tipo non fa per te: impegna, richiede energia, specie all’inizio.
  • Costi extra. Non sempre sono comprese nel pacchetto “corso + alloggio”. A volte le scuole includono le cooking experiences nel prezzo, altre volte sono attività opzionali e bisogna sborsare di più (per ingredienti, materiali, docenti specializzati, ecc). Chiedilo con chiarezza, sempre, per evitare sorprese.
  • Le scuole non sono tutte uguali. Nel Regno Unito, Irlanda o Australia queste iniziative sono abbastanza frequenti, specie nelle scuole che puntano a farti vivere anche la città e la cultura del posto. In altri paesi – come USA e Canada – spesso i corsi di cucina sono più orientati verso chi vuole lavorare nella ristorazione o nel turismo: qui la parte “inglese” rischia di passare in secondo piano. Nel resto d’Europa, la proposta è molto meno diffusa e quasi sempre ruota intorno a poche scuole grandi o a programmi estivi.
  • Valuta i tuoi obiettivi. Se vuoi diventare fluente in inglese accademico, preparare esami come IELTS o dedicarti solo a lezioni frontali, forse questa formula non è la più adatta. Ma se il tuo vero limite è lanciarti in una conversazione informale, questa esperienza potrebbe darti una grossa mano – anche psicologica, non solo linguistica.

Cosa NON è questo tipo di corso

Non è “Masterchef in inglese”. Non ti trasforma in uno chef (sarebbe bello eh), e nemmeno l’inglese migliora miracolosamente in due settimane, perché LA fatica di imparare resta. Un corso del genere è un modo per uscire dalla comfort zone, conoscere persone senza l’ansia dei banchi e magari stupirti di quanto impari in poche ore… ma solo se ci metti la voglia di interagire davvero. Sì, può essere spossante: non è la “scorciatoia per imparare senza studiare”.

Esperienze reali: quello che abbiamo vissuto (e visto da vicino)

Marco, uno degli studenti che abbiamo seguito, è partito per Londra pensando solo a migliorare il suo inglese, e si è trovato iscritto a una settimana di cucina internazionale. Ci ha detto: “La cosa migliore? Alla fine della prima lezione avevo già parlato con più gente di quanto avessi fatto in un mese in Italia. Però bisogna partecipare, anche se hai paura di fare errori.”

Un’altra cosa che Marco ci ha insegnato: chiedi sempre un esempio pratico di cosa si farà nelle attività extra. Non tutti i programmi sono genuini: in certe scuole qualche dimostrazione di cucina diventa una scusa per attirare studenti senza davvero insegnare niente di nuovo. Un advisor onesto queste cose (te) le racconta.

Domande frequenti che ci sentiamo fare spesso

  • Mi serve già un livello di inglese decente?
    Sì, almeno da “sopravvivenza”. Tradotto: devi riuscire a capire le istruzioni base e non andare in crisi appena qualcuno ti chiede di passargli una padella.
  • Costa di più?
    Può darsi. Dipende dal programma e dalla scuola. Alcune attività sono gratuite, altre richiedono un supplemento: chiedi la lista delle attività e specifica cosa è incluso e cosa no prima di firmare.
  • Imparo davvero l’inglese così?
    Aiuta tanto sulla conversazione e – sorprendentemente – sull’ascolto. Sull’inglese scritto o sulle regole più tecniche, però, serve sempre lo studio.
  • Posso fare solo la parte di cucina?
    Di norma no. Di solito la cucina è parte di un pacchetto con il corso di lingua.
  • Che differenza c’è tra queste esperienze nel Regno Unito, in Australia e altrove?
    Nel Regno Unito e Australia punti di più sulla cultura locale, mentre in Nord America la cucina a volte è più “professionale”. Comunque, ogni paese e scuola propone attività (e cibo) diversi: cerca recensioni, chiedi referenze e non basarti solo sui volantini patinati.

Consiglio spassionato

Se stai valutando di partire per un corso di inglese che include la cucina, fatti queste domande:

  • Sei disposto a buttarti anche se magari all’inizio ti senti fuori posto?
  • Preferisci qualcosa di più strutturato, tipo lezioni e libri?
  • Il tuo obiettivo è conoscere persone e rompere subito il ghiaccio, o prepararti a un esame preciso?

Scrivici se hai ancora dubbi o vuoi che qualcuno (che c’è già passato!) ti racconti come va davvero. A volte serve solo una telefonata franca per capire se questa esperienza fa per te – senza venderti fumo o illusioni.

Forse non sarà sempre facile, ma almeno sai a cosa vai incontro. E se trovi la strada in salita, sappi che non sei solo.

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