Come prepararsi mentalmente a un viaggio studio all’estero
Decidere di studiare fuori dall’Italia è uno di quei momenti che ti cambia davvero la vita, e no, non sto esagerando. Di solito ci si concentra su cosa portare in valigia, sui documenti che servono e magari su cosa vedere nel weekend... ma la verità è che la testa gioca un ruolo enorme, tanto quanto il passaporto o il conto in banca.
Qui raccontiamo spesso che prepararsi mentalmente è la vera base di partenza: molti lo sottovalutano, ma non è una cosa che riguarda solo i “deboli” o gli ansiosi – riguarda praticamente tutti. Anche quelli che, almeno all’inizio, sembrano super entusiasti di partire.
Perché la preparazione mentale conta (davvero)
Se in famiglia o tra gli amici c’è chi dice “dai, sarà fantastico!”… ecco, sanno solo una parte della storia. Quando arrivi là, lontano dalla solita routine, può colpirti un bel mix di entusiasmo e malinconia, aspettative (tue o altrui), voglia di farti valere, qualche paranoia sull’inglese…
Prepararsi mentalmente significa proprio mettersi davanti al fatto che:
- Ci saranno giorni in cui ti sentirai fuori posto.
- Magari il corso che hai scelto non è come te l’aspettavi.
- L’inglese (o la lingua locale) ogni tanto ti metterà KO.
- E sì, un po’ di nostalgia di casa ti prenderà, anche se non lo ammetterai mai su Instagram.
Eppure, è tutto normale. Ci siamo passati tutti. Vediamo, però, come rendere questi momenti meno pesanti.
Strategie pratiche per non perdere la bussola
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Informarsi davvero (e non solo su TikTok)
Google ti dice quali sono i locali più popolari. Ok, ma qui serve altro: come funziona l’università, quanto si paga davvero per l’alloggio, che documenti servono a regime… Non tutto è rosa, ma meno sorprese hai, meno ansia provi. Anche chiedere dritto a chi già vive quella realtà aiuta (i nostri advisor sono lì apposta). -
Chiediti: “Perché lo sto facendo?”
Sembra banale, ma se vai solo perché “lo fanno tutti” o per scappare da qualcosa, dopo un po’ la motivazione scende. Se invece hai un obiettivo (voglio laurearmi qui, migliorare il mio inglese, vivere in una città diversa…), quando le cose si fanno dure quello ti aiuta a non mollare. -
Avere un piano B non è da sfigati
Anzi. Magari ti accorgi che il corso o la città non ti piacciono: ci sta. Informati prima su cosa succede se vuoi cambiare corso, università o tornare a casa. Sapere che “non sei incatenato” aiuta a rilassarti di più. -
Allenarsi all’indipendenza, un passo alla volta
Organizzarsi i documenti, rispondere alle mail ufficiali, prenotare i voli… prova a fare queste cose da solo già adesso. Meglio un errore qui che in UK o in Olanda, fidati. -
Costruisci la tua rete
Portarsi dietro i contatti di casa aiuta, ma cerca appena arrivi gruppi di studenti (online e offline), magari anche italiani, almeno all’inizio. Noi di Studey siamo sempre in ascolto, ma trova anche qualcuno lì: può fare la differenza nelle sere in cui la nostalgia si fa sentire. -
Gestire lo stress: sembra un consiglio “zen”, ma è pratico
Respirazione, pause-Netflix, una camminata, tenere un diario… trova quello che funziona per te. Non si tratta di non sentirsi mai in crisi, ma di saperci convivere senza andare in tilt.
Le brutte sorprese che nessuno ti racconta (e a cui pensare PRIMA)
Non è per metterti ansia – anzi, il contrario: sapere le cose aiuta a parare meglio i colpi. Ecco qualche rischio concreto:
- Ritrovarsi più isolato di quanto si pensava: capita, e serve più tempo di quello che immagini per costruirsi il proprio gruppo.
- Devi davvero cavartela in inglese (o altra lingua) ogni giorno, non solo durante le lezioni: frustrante all’inizio, ma passa!
- I soldi: qualche costo in più, imprevisti (il riscaldamento che si rompe, l’abbonamento che sale…), e la gestione di bollette e pratiche di ogni tipo.
- Burocrazia tosta: diversa da quella italiana, e spesso richiede pazienza doppia.
La verità è che ci sono studenti per cui l’esperienza fuori è perfetta… e altri per cui forse ha più senso aspettare o scegliere strade diverse. Non c’è vergogna né fallimento, basta dirlo con onestà.
Dalla voce di chi ci è già passato
Luca, un ragazzo che abbiamo seguito l’anno scorso, lo dice meglio di chiunque altro:
"Pensavo che la difficoltà maggiore sarebbe stata capire le lezioni in inglese. Invece, mi sono ritrovato a gestire momenti di solitudine che non avevo messo in conto. Col tempo, parlandone e accettando che fosse normale, ho imparato a chiedere aiuto, anche per cose piccole."
Ecco alcune delle domande che ci sentiamo fare più spesso:
- “E se non faccio amicizia subito?”
- “E se non riesco ad adattarmi oppure sbaglio corso?”
- “Quando non capisco una mail urgente, chi mi aiuta?”
La verità? Nessuno ha risposte magiche, ma sapere che queste domande sono normali è già un primo passo.
Domande (vere) che ci fanno su questo tema
Come faccio a capire se sono pronto a partire?
Nessuno lo è al 100%, ma se sei disposto ad accettare momenti di insicurezza, imparare dai tuoi errori e chiedere aiuto quando serve, sei già abbastanza avanti. Un confronto con chi è appena partito può aiutare a vedere le cose con più realismo.
Mi sento insicuro: è normale o dovrei preoccuparmi?
Normalissimo. Anzi, chi non ha nessuna paura probabilmente non sta realizzando davvero cosa lo aspetta. L’importante è non bloccarsi. Se l’ansia si fa troppo forte, parlarne è sempre una scelta intelligente.
Come mantengo la motivazione dopo i primi mesi?
Torna ogni tanto con la mente al motivo per cui sei partito. E dagli obiettivi piccoli, non solo “prenderò la laurea”, ma anche “oggi provo a parlare con qualcuno nuovo”, “questa settimana non salto le lezioni”. Meglio fare un passo alla volta che pensare sempre al traguardo finale.
Il succo, senza filtri
Andare a studiare fuori non è mai solo una scelta accademica. Richiede testa, flessibilità e, ogni tanto, la capacità di chiedere una mano senza sentirsi meno “forti”. Non c’è niente di strano ad avere paura, anzi: chi la prende con consapevolezza parte più preparato.
Noi di Studey siamo qui per consigli, ascolto, e anche per dirti con franchezza quando un percorso magari non è quello giusto per te. Non crediamo nei miracoli, ma nella preparazione vera e nei piani fatti con testa e cuore.
Se vuoi parlarne con qualcuno che ci è passato o vuoi semplicemente sciogliere qualche dubbio, scrivici senza problemi – davvero, anche solo per raccontarci cosa ti preoccupa di più. Nessuna domanda è “scema”, siamo qui per questo.
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