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Come ottenere una lettera di referenza dal viaggio studio

Ottenere una lettera di referenza efficace dopo un viaggio studio è cruciale; è un biglietto da visita per il futuro accademico o professionale.

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Hai finito un viaggio studio? Ecco come ottenere una lettera di referenza che abbia davvero valore

Arrivare a fine viaggio studio, magari con la mente piena di ricordi e qualche nostalgia, è un bel traguardo. Ma se c’è una cosa che spesso finisce in fondo alla lista, è proprio la lettera di referenza. Eppure, una buona referenza può pesare più di qualsiasi attestato. Non è una formalità, né qualcosa da chiedere alla sbrigativa: qui parliamo di un vero e proprio biglietto da visita per ciò che viene dopo—università, stage, o magari il tuo primo lavoro.

Quindi: come si ottiene una lettera che abbia davvero senso? Qui troverai consigli pratici, qualche dritta per evitare errori di percorso, e anche un paio di alternative utili se qualcosa va storto.


Perché vale la pena chiederla?

Non è solo un documento da allegare qua e là. Una referenza racconta AD ALTRI chi sei stato durante il viaggio studio: la tua affidabilità, come ti sei impegnato, in cosa sei cresciuto. Serve spesso:

  • Per iscriversi a corsi universitari o master (specialmente all’estero)
  • A chi fa domanda per tirocini e stage
  • Per alcune borse di studio

Una “lettera fatta bene” non si riduce al classico “Ha partecipato con profitto…”. Aiuta a distinguerti, specie quando le esperienze sembrano tutte uguali sulla carta.


Chi è la persona giusta a scriverla?

La regola d’oro è questa: la referenza ha valore solo se firmata da chi ti ha davvero visto all’opera. In pratica:

  • Un coordinatore del programma
  • Un insegnante o tutor che ti ha avuto in classe durante il viaggio
  • Un responsabile della scuola ospitante

Evita parenti o amici e, se possibile, chiedi a chi ha avuto modo di osservarti “sul campo”—non solo in modo formale.


Quando e come la si chiede senza impaccio?

A volte sembra una richiesta “ingombrante”, soprattutto se non si vuole disturbare. In realtà, è molto più semplice di quanto immagini se ti muovi con il giusto tempismo:

  • Meglio prima che finisca il viaggio o appena rientrato. Così chi la scrive ha ancora memoria fresca di te e non rischia di confondersi tra tanti studenti.
  • Chiarisci a cosa servirà. Dire “Mi serve per l’università X” o “per uno stage Y” aiuta chi scrive a sottolineare cose davvero utili (ad esempio la tua autonomia, l’inglese, la voglia di fare).
  • Dai spunti pratici. Se hai lavorato a un progetto, partecipato a un evento, o superato qualche difficoltà evidente, ricordalo in modo sincero.
  • Un grazie non costa nulla. Può sembrare banale, ma spesso la differenza tra una lettera “meh” e una curata è tutta qui.

Cosa dovrebbe esserci dentro una buona lettera?

Se hai mai visto una referenza sola di una riga, già sai cosa NON funziona. Una lettera utile, invece, racconta senza fronzoli:

  • Chi scrive e perché è la persona adatta.
  • In che periodo ti ha seguito e in quale contesto.
  • Cosa hai imparato o dimostrato di saper fare. (Lingua? Lavoro di gruppo? Spirito d’iniziativa?)
  • L’atteggiamento che hai tenuto. Qui contano anche onestà, costanza, apertura mentale.
  • Un piccolo bilancio su perché crede che tu abbia qualità per il passo successivo (università, stage…)—sempre senza esagerare.

I dettagli concreti contano più delle frasi fatte. Il rischio delle parole “generiche” è che chi legge si accorga subito che siete uno dei tanti.


Gli errori più comuni? Fidarsi del caso

Può capitare che qualcuno torni da un viaggio studio senza una lettera, o con una referenza che sembra copiata e incollata. Succede di solito perché:

  • Non ci si pensa per tempo (e quando chiedi, chi ti segue non trova le parole giuste)
  • Si chiede a una persona che, in fondo, non ti conosce abbastanza
  • Non si danno indicazioni precise, per timidezza o fretta

Il risultato? Questa esperienza importante rischia di rimanere nella memoria, ma non nei documenti che ti serviranno davvero.


E se non riesco a farmela fare dal viaggio studio?

Purtroppo succede. E no, non è la fine del mondo. Puoi comunque:

  • Chiedere una referenza a docenti (italiani o stranieri) che ti conoscono bene e sanno almeno in parte che tipo di esperienza hai fatto
  • Se hai lavorato a progetti, farti dare una breve testimonianza (anche informale) da altri partecipanti o tutor
  • Allegare la documentazione ufficiale: non sostituisce la referenza personale, ma meglio di niente

Se non sei sicuro di cosa valga di più o a chi chiedere, puoi sempre parlarne con qualcuno che ha già vissuto questa situazione prima di te (tipo… noi di Studey!).


Dubbi che capitano spesso

Serve per forza, sempre?
Obbligatoria no, ma può essere la differenza soprattutto quando devi spiegare in modo credibile cosa hai imparato.

E se la persona non parla italiano?
Meglio chiedere la lettera nella lingua in cui hai fatto l’esperienza, di solito l’inglese. Di solito è anche più “spendibile”.

Un amico o un compagno può farmela?
No: serve una figura ufficiale. Altrimenti chi legge penserà giustamente che “hai barato”.


In sintesi

Chiedere una lettera di referenza non è un pro forma, e può essere un’occasione per riflettere davvero su cosa hai imparato (e fatto imparare!). Il segreto? Chiedere alle persone giuste, nel momento giusto, con la giusta chiarezza. Ne vale la pena anche solo per sentirsi dire – nero su bianco – cosa si è lasciato dietro di sé.

Se hai ancora dubbi, magari perché la tua esperienza è stata particolare o non trovi la persona giusta, Studey può aiutarti a chiarire i prossimi passi, anche solo per evitare errori comuni.
Non siamo qui per prometterti miracoli, ma per guidarti passo passo sul concreto — come chi ci è già passato.

Se vuoi parlarne senza impegno, basta scriverci. Siamo qui soprattutto per chi non ha tutte le risposte, come lo eravamo anche noi all’inizio.

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Le informazioni contenute in questo articolo sono aggiornate al momento della pubblicazione, ma potrebbero subire variazioni nel tempo. Per avere informazioni sempre aggiornate e personalizzate sul tuo caso specifico, ti consigliamo di parlare con un nostro advisor.