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Come ottenere una borsa di studio per corsi estivi

Scoprire le borse di studio per corsi estivi all’estero richiede impegno. Non aspettarti vantaggi facili; preparati bene e leggi i dettagli.

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Borse di studio per corsi estivi all’estero: come muoversi davvero (senza illusioni)

Se stai pensando di dedicare parte della tua estate a un corso all’estero — magari per migliorare il tuo inglese, aggiungere una riga in più al curriculum o, semplicemente, per vivere qualcosa di diverso — la domanda che viene subito dopo l’entusiasmo è: "Ma quanto costa?" e, puntualmente, "Esistono borse di studio anche per i corsi estivi?". Spoiler: sì, esistono, ma non sono magicamente disponibili per chiunque con due click. In questa guida metteremo sul tavolo tutto: possibilità vere, scocciature, consigli pratici, e anche qualche fregatura (da evitare).


Cosa sono (davvero) le borse di studio per corsi estivi?

Non aspettarti la “borsa di studio” come la senti raccontare per il percorso triennale o magistrale. Qui parliamo di aiuti economici (a volte robusti, a volte solo simbolici) per coprire parte della quota del corso estivo, viaggi, vitto/alloggio o una combinazione di queste voci. Chi le offre? Di tutto un po’: università, enti governativi, fondazioni, istituzioni private e, se sei attento, qualche associazione di categoria. Occhio: alcuni aiuti sono aperti anche agli italiani, altri solo a studenti extra-UE. Serve leggere bene i dettagli, sempre.


Dove vale la pena cercare?

  • Siti ufficiali delle università (sì, quelli in inglese): molte università hanno delle pagine dedicate ai summer school, con sezioni sulle “scholarships”. Bisogna scavare un po’ (tra “fees”, “funding”, “international”...), ma spesso qualcosa salta fuori, fosse anche solo uno sconto o una piccola borsa.
  • Portali istituzionali/governativi: un esempio: “Study in Italy” offre una panoramica di borse offerte dal Governo (anche se spesso sono per periodi lunghi, ogni tanto c’è una chicca). Controlla anche i siti delle ambasciate: a volte hanno bandi per summer camp o scambi internazionali.
  • Fondazioni e organizzazioni private: anche realtà tipo la British Council, Goethe-Institut o enti di promozione linguistica lanciano bandi mirati per summer course.
  • Comunità e network di ex studenti (come Studey): non per fare auto-promozione, ma spesso passano info di borsa o offerte “nascoste” che arrivano solo via newsletter o gruppi ristretti.

Requisiti – Cosa chiedono (di solito)?

Preparati: nessuno regala una borsa di studio per simpatia. Di solito vogliono vedere:

  • Buona media e percorso coerente: non serve essere “primo della classe”, ma qualche motivazione sensata va data. E dimostrare che quel corso aggiunge qualcosa al tuo percorso (anche solo per interesse, ma spiegalo bene).
  • Motivazione scritta a modo: personal statement, lettera motivazionale... chiamala come vuoi, ma serve spiegare il perché esattamente hai scelto quel corso, in quella università, in quel Paese.
  • Conoscenza lingua: se il corso è in inglese, le università spesso chiedono certificati tipo IELTS o simili. Alcune summer school chiudono un occhio o fanno un colloquio: verifica sempre.
  • Cittadinanza/residenza (UE/non-UE): sembra banale, ma capita che qualcuno venga scartato perché non rispetta i vincoli della borsa.
  • Scadenze e documenti: sottovalutati da molti. Pagelle, passport scan, lettere... senza tutto in ordine, nemmeno leggono la domanda.

Come aumentare le proprie possibilità (nudo e crudo)

  • Parti in anticipo: sei mesi prima sembra esagerato? Non lo è. Molti bandi chiudono già a gennaio/febbraio per corsi estivi (parliamo del Regno Unito, ad esempio).
  • Personalizza la domanda: se mandi lo stesso testo a dieci università, si vede. E, di solito, finisce nel cestino.
  • Cerca (anche) le borse meno pubblicizzate: quelle sui siti grossi fanno gola a tanti, ma ce ne sono di piccole o locali meno affollate da scoprire con un po’ di pazienza.
  • Attento ai dettagli: alcune borse coprono solo la quota corso (il resto è a tuo carico), altre vincolano a scrivere un report finale, altre ancora hanno limiti d’età non ovvi. Chiedi, se qualcosa non è chiaro.
  • Sfrutta il supporto di chi ci è già passato: a volte basta parlarci cinque minuti per evitare errori grossolani (tipo dimenticare la traduzione ufficiale della pagella).

Le cose che nessuno ti dice

  • La selezione è tosta: ricevi la mail “sorry, not selected”, ti viene il dubbio di non averlo meritato. Spesso il problema non sei tu, ma il numero spaventoso di richieste.
  • Tante borse sono solo parziali (o coprono spese specifiche): occhio a mettere in conto il resto: volo, cene, trasporti. Non essere ottimista di default, verifica.
  • Non sempre i bandi sono chiari o aggiornati: succede più del previsto. Se ti sembra che manchi qualche info fondamentale, prova a chiedere direttamente via mail. Male che vada, nessuno risponde (ma almeno ci hai provato).
  • L’ansia da “faccio domanda e basta”: preparati anche a essere rifiutato. Non prenderla sul personale, davvero.

Qualche storia vera dal “dietro le quinte” (senza filtri)

Abbiamo visto studenti precisissimi giocarsi una borsa perché dimenticavano un documento. Altri che scrivono lettere motivazionali “geniali” ma slegate dal loro percorso reale, bocciati. E sì, capita il caso di chi trova la borsa perfetta e... poi si accorge che non parla ancora bene l’inglese o non ha la cittadinanza richiesta. Alla fine, chi porta a casa il risultato è chi mantiene l’attenzione su tutto – entusiasmo, ma anche carta d’identità scansionata e deadline segnate sul calendario.


Risposte lampo alle domande gettonate

Domanda Risposta
Quando iniziare la ricerca? Prima possibile, idealmente 6 mesi prima dell’estate in cui vuoi partire.
Posso coprire tutte le spese con una borsa? Non sempre. Alcune coprono solo il corso, altre danno anche un contributo viaggio/alloggio. Leggi TUTTE le clausole.
Fare più domande aumenta le chance? Sì, ma occhio a non impazzire dietro mille domande senza personalizzarle bene. È questione di qualità, non solo quantità.
Le borse hanno obblighi “nascosti”? Talvolta sì: dovrai scrivere report, fare da ambassador, restare in contatto o cose simili. Meglio saperlo prima.

Un ultimo consiglio (anche non richiesto)

Se ti sembra tutto complicato, non è solo una sensazione. Ma non lasciarti paralizzare. Spesso bastano due dritte da chi ci è passato, e togliere le domande “stupide” (che tanto sono quelle che si fanno tutti) per sentirsi già più centrati.

Noi di Studey non abbiamo la formula segreta per farti prendere una borsa di studio, ma ci siamo passati, davvero: sappiamo cosa vuol dire scrivere personal statement alle due di notte, impazzire coi form online, e aspettare mesi una risposta. Non ti promettiamo il miracolo, ma se ti serve chiarezza o solo una voce amica per rileggere la tua candidatura, ci siamo.

Scrivici senza imbarazzo — le domande scomode sono spesso le più importanti. E non sei solo in questo casino.

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