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Come affrontare un viaggio studio senza conoscere nessuno

Partire per un viaggio studio da soli può spaventare, ma affrontare l'incertezza porta a una crescita personale significativa. Ecco alcuni consigli pratici.

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Partire per un viaggio studio senza conoscere nessuno

Partire da soli per studiare all’estero è una di quelle esperienze che fanno un po’ paura, ma che – se affrontate con i piedi per terra – possono trasformarsi in una spinta enorme per crescere. Se stai per partire, magari per il Regno Unito, l’Olanda o qualsiasi altro paese e ti ritrovi senza nessun amico al seguito, sì: avrai momenti in cui ti sentirai un po’ sperso. Ed è assolutamente normale. Non voglio mentirti dicendo che “andrà tutto bene e farai subito amicizia”, non è sempre così. Però ci sono dei modi concreti per non buttarti giù e per darti qualche chance in più di partire col passo giusto.

Preparati mentalmente (davvero)

Prima ancora di pensare a documenti, bagagli e orari, fermati un attimo a fare i conti con le aspettative. Quasi nessuno si sente “pronto” al 100% quando parte da solo: i primi giorni in una città nuova, magari con una lingua che capisci solo a metà, sono un tuffo nel vuoto. L’incertezza non è qualcosa da evitare, ma proprio il motore che ti aiuta a crescere. Accettala, concediti di vivere anche i momenti di disagio senza pensare di essere “quello che non ce la fa”. Nessuno nasce socializzato, e nemmeno perfetto in inglese. Pensa solo che, se tutto ti sembra complicato, probabilmente vuol dire che stai già uscendo dalla famosa “zona di comfort”.

Prima di partire: due dritte pratiche

  • Raccogli e controlla bene tutti i tuoi documenti: pagelle, lettere di referenza, personal statement, iscrizioni. Chiedi aiuto se non sei sicuro – anche tra noi di Studey, moltissimi si sono trovati con un documento sbagliato all’ultimo minuto (sì, lo ammettiamo, è successo!). Fare un doppio check ti toglie tantissima ansia.
  • Informati: su come si vive davvero nella città che hai scelto (costi, trasporti, alloggi, ritmi diversi dal classico “paesino italiano” o dalla grande città), e non solo sull’università in sé. Chiedi consigli a chi ha già fatto questa esperienza, oppure scrivici: non ci offendiamo se vuoi solo sentire un parere onesto.
  • Se temi per la lingua, non escludere l’idea di fare un breve corso prima di buttarti nel vero percorso universitario. O ancora meglio, buttati in una summer school (magari con pochi italiani) che ti permite di ambientarti senza troppa pressione sul rendimento.

Arrivato sul posto: come iniziare realmente a conoscere qualcuno

  • Segui le attività di orientamento (lo so, sembrano “da sfigati”, ma sono fatte apposta per chi arriva da solo e tutti sono nella tua stessa barca).
  • Unisciti ai gruppi social degli studenti internazionali o della tua università: ce ne sono sempre su Facebook o WhatsApp, e a volte si creano gruppi spontanei ancor prima che le lezioni comincino.
  • Fai una chiacchiera, anche breve, con i coinquilini, o anche solo con chi incontri in caffetteria o in biblioteca. Spesso basta chiedere dove stanno andando o se sanno come funziona la tessera dei mezzi – sembra niente, ma sono questi gli “agganci” più semplici.
  • Quando ti senti veramente solo, cerca il supporto dei tutor universitari (ogni università ne ha almeno uno, anche se nessuno te lo dice quasi mai). Oppure contatta Studey: un po’ di ascolto senza giudizio, a volte, basta solo per rimetterti in carreggiata.

Affrontare la solitudine (e la paura di non farcela)

Non fare l’errore di pensare che la nostalgia sia “da deboli”, perché colpisce davvero chiunque, dai più chiacchieroni agli introversi. Alterna i messaggi alle chiamate di gruppo con amici e famiglia, ma cerca di non chiuderti solo nel tuo “circolo italiano”: esci, magari anche solo per un’ora, e prova a respirare un po’ la città che hai scelto.
Anche curare le abitudini più semplici, come mangiare decentemente o dormire (lo so, sembra scontato, ma diventa facilissimo trascurarsi), fa una grande differenza.
Se proprio senti che non è il tuo momento – non riesci ad ambientarti o qualcosa non torna – va bene anche considerare di cambiare programma o prenderti una pausa. Nessun giudizio, davvero.

Domande che ci fanno spesso

Come si fa amicizia se non conosco nessuno?

Nessuna soluzione lampo, ma se segui le attività organizzate (orientamento, eventi sportivi, gruppi su WhatsApp), le cose si sbloccano prima di quanto immagini. Un po’ di iniziativa serve, ma la maggior parte delle persone è nella tua stessa situazione.

Meglio una città piccola o grande?

Non c’è una risposta perfetta. Se sei più a tuo agio nei gruppi ristretti, forse una città piccola ti farà sentire meno “anonimo”, ma c’è chi preferisce la confusione dove nessuno si sente fuori posto. Se vuoi parlarne, possiamo anche raccontarti pro e contro delle città che già conosciamo.

E se proprio non mi ambientassi?

Non isolarti: parlane con qualcuno. Che siano studenti italiani, advisor, tutor universitari o noi di Studey, meglio dirlo subito che aspettare. Esistono soluzioni, anche pratiche, per chi si sente così – niente di strano.

Devo sapere bene la lingua prima di partire?

Non serve essere fluent, ma arrivare con una base ti evita molte frustrazioni. Ci sono corsi preparatori, summer school o semplici app per rafforzare grammatica e vocabolario. E se proprio vuoi partire un po’ “zoppo” con la lingua, pazienza: la maggior parte degli studenti migliora tantissimo già dopo poche settimane.


Non c’è una formula magica per partire tranquilli o per diventare, in poco tempo, “quello che conosce tutti”. Ma con qualche attenzione, molta onestà verso se stessi e la voglia di chiedere aiuto quando serve, si sopravvive anche alle prime ansie. E poi, spesso, si cresce senza neanche accorgersene.

Se vuoi parlare con qualcuno che ci è passato o hai semplicemente bisogno di chiarire i tuoi dubbi prima di partire, scrivici quando vuoi. Anche solo per toglierti qualche paranoia.

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