Jet lag: come sopravvivere ai primi giorni all’estero (e non farti fregare dal sonno)
Non so tu, ma uno dei primi shock quando sono atterrato in UK è stato: “Ok, ma perché sono sveglio alle 3 di notte? E perché mi si chiudono gli occhi a lezione?” Se stai per partire per un viaggio studio — che sia Regno Unito, USA, Australia o qualsiasi altra meta con fuso orario diverso dall’Italia — sappi che il jet lag non è soltanto un fastidio da film americani. È vero, non dura per sempre, ma i primi giorni ti può davvero mettere fuori fase. Ti racconto, senza giri di parole, come puoi fartelo amico.
Jet lag: cos’è davvero (in parole molto semplici)
Il jet lag non è altro che il nostro orologio interno che va a cozzare con quello del Paese d’arrivo. Il tuo corpo crede sia mezzanotte, fuori è pieno giorno: fatica, sonno a orari strani, nervosismo, zero concentrazione. E per chi è appena sbarcato in una nuova università, lontano da casa e magari già ansioso, tutta questa confusione peggiora le cose. Spoiler: passa. Ma vale la pena dargli meno spazio, così almeno puoi concentrarti sul resto — lezioni, amici, esplorazioni.
Prima di partire: preparati per davvero
- Sposta un po’ i tuoi orari: Anche solo mezz'ora prima ogni sera, per qualche giorno prima della partenza, può aiutare. Non stravolgere tutto, ma provaci.
- Se puoi, atterra di giorno: Arrivare la mattina o il pomeriggio ti obbliga a stare sveglio e ad abituarti subito.
- Non partire già distrutto: Lo so, tra feste di saluto e valigie all’ultimo, la tentazione c’è. Ma se parti già stanco, la stanchezza si somma.
Sbarcato: e ora che faccio?
- Esci e cerca luce naturale: Sì, anche se piove: la luce aiuta a resettare l’orologio interno. Basta passeggiare.
- Mangia e bevi con calma: Meglio pasti leggeri e tanta acqua, il viaggio di solito disidrata e appesantisce.
- Vai a dormire “all’ora locale”: Se crolli alle 18, cerca di resistere almeno fino a sera. Il primo giorno sarà dura, il secondo già meglio.
- Dai un taglio a caffè e alcol la sera: So che può essere allettante, ma ti incasineranno solo di più il ritmo sonno-veglia.
Nei giorni dopo: diventare un umano funzionante
- Poco schermo la sera: La luce blu dello smartphone non aiuta proprio. Magari leggi, tanto so che il Wi-Fi delle prime case è sempre una tragedia.
- Qualche passo, niente palestra estrema: Camminare o fare attività leggera ti aiuta a prendere sonno meglio.
- Se proprio devi dormire, fai un pisolino di 20 minuti: Se vai oltre, rischi di svegliarti ancora più rintronato.
- Non avere fretta: Il corpo ci mette anche una settimana. L’unica soluzione magica è...non cercare soluzioni magiche.
Gli errori più frequenti (tipo: ho già dato, evitati se puoi)
- Dormire metà giornata “per recuperare” – peggiora tutto.
- Saltare i pasti, tanto “non ho fame” – serve regolarizzare.
- Giocare al piccolo farmacista con sonniferi e integratori “così dormo sicuro” – meglio no, se non hai un medico che ti segue.
Alcuni casi reali: ogni destinazione è un film diverso
Regno Unito o Olanda? Sì, il fuso cambia poco (un’ora), ma se arrivi già sottosopra, è fastidioso lo stesso. Più lontano (Americhe? Australia?), preparati: servirà più pazienza.
Destinazione | Effetti del jet lag |
---|---|
Regno Unito, Irlanda, Olanda | Jet lag minimo, ma gli effetti li senti se arrivi scombussolato. |
USA, Canada | 6-9 ore di differenza: occhiaie e stanchezza che durano qualche giorno, armati di pazienza. |
Australia, NZ | 8-10 ore. Non prenderla “alla leggera”: parti ancora prima con la preparazione e ascolta il tuo corpo. |
Non è tutto una scienza esatta — anche tra amici della stessa città, ognuno risponde in modo diverso.
Ma Studey serve anche per queste cose?
Forse questa è la domanda che ti stai facendo (e hai ragione). La risposta: sì, ma senza venderti illusioni. Qui trovi persone che ci sono passate. Ho sentito centinaia di racconti da chi era devastato dal jet lag e, se serve, ti diamo consigli cuciti su di te — dal viaggio al post-atterraggio. Ma attenzione: non abbiamo la pillola magica (ci piacerebbe!). E se un problema non lo conosciamo, lo diciamo senza raggiri.
Dubbi frequenti che riceviamo
Quanto dura il jet lag davvero?
Dipende: con uno o due fusi orari, spesso 1-3 giorni. Se voli negli Stati Uniti, metti in conto anche una settimana per sentirti di nuovo “te stesso”.
Ma se prendo la melatonina?
Qualcuno la trova utile, ma meglio parlarne con il medico. Non sostituisce buone abitudini come la luce del mattino o l’andare a letto a orario giusto.
Dormire in aereo aiuta?
Sì, se riesci a dormire brevi “micro-sonni”. Ma non stressarti: l’obiettivo vero è adattarti in fretta ai nuovi orari, non fare maratone di sonno a 10mila metri.
Jet lag e trasferte studio: prendilo per quello che è, senza grandi drammi. Armati di un pizzico di pazienza, segui anche solo qualcuno di questi consigli e vedrai che in pochi giorni tornerai in pista. Se ti fa piacere parlarne o hai dubbi su come prepararti davvero al tuo primo viaggio all’estero, ci trovi: con storie vere, idee pratiche, nessuna promessa miracolosa — ma con la voglia di aiutarti come amici, non come “agenzia”. Qui di robot ce ne sono già abbastanza a lezione!
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