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Viaggio studio per studenti di scienze storiche

Studiare storia all'estero offre nuove prospettive e opportunità, ma richiede attenzione a costi, burocrazia e metodo di studio. Preparati bene!

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Viaggio studio in scienze storiche: consigli veri per studenti italiani (e famiglie)

Se stai pensando davvero di studiare scienze storiche (archeologia, storia dell’arte, storia moderna…) all’estero, fermati un secondo. Di informazioni lì fuori ce ne sono tante, ma raramente qualcuno racconta come stanno davvero le cose – o ti spiega cosa aspettarti se vieni dall’Italia.

Qui trovi una guida senza filtri, con consigli pratici e piccoli appunti dalla realtà. Perché, sì: emigrare con la storia nello zaino può essere una svolta, ma anche un viaggio a ostacoli. E non c’è niente di male ad aver paura o a non avere le idee chiare: ci siamo passati tutti.

Perché (davvero) uno dovrebbe studiare storia all’estero?

La risposta “perché arricchisce il curriculum” ormai la danno tutti. Ma il vero motivo è che cambiare paese, università, lingua, ti costringe a cambiare prospettiva. E per chi studia storia, cambiare prospettiva è tutto: significa leggere nuove fonti, accedere ad archivi che non hai “a portata di mano” in Italia, farsi domande diverse. A volte è una bomba, a volte è un pugno nello stomaco: non tutto quello che appare “internazionale” è magico. Eppure, vedere come si studiano le grandi rivoluzioni europee a Londra, Parigi o Amsterdam ti cambia il modo di pensare (o almeno di discutere in classe…).

Quando ha senso partire? E dove andare?

Partiamo subito dal presupposto che NON tutte le università estere sono la Mecca delle scienze storiche. E non tutte fanno per te. Dipende da cosa ti interessa, da che tipo di storia vuoi fare (ad esempio: medievale, orientale, archeologica…). Ecco qualche spunto onesto su alcune mete classiche:

Destinazione Pro e Contro
Regno Unito (UK) Mega archivi, università famose, tanti specialisti. Tasse alte, burocrazia post-Brexit impegnativa. Ambiente accademico da vedere almeno una volta nella vita.
Irlanda Meno costosa, ambiente «accogliente» e interdisciplinare. Offerta più limitata su storie ultra-specialistiche, top per collegare storia a sociologia/filosofia.
Olanda Metodo super-internazionale, corsi in inglese, atmosfera easy. Meno accademica dell’Italia, focus su didattica e società.
USA e Canada Tanta offerta e risorse, burocrazia e budget impegnativi, selezione elevata (Ivy League tosta).
Australia Ideale per civiltà oceaniche o Asia-Pacifico. Distanza: viaggio impegnativo in caso di emergenza.

Il vero consiglio? Spulcia i programmi e chiedi a chi c’è già stato. Ci sono corsi “di moda” che poi ti deludono, e piccole università misconosciute che danno più di quello che promettono sui siti.

Come capire se un corso/città fa per te?

  • Gli argomenti dei corsi ti fanno venire voglia di studiare davvero, oppure solo di scappare?
  • Sai in che lingua si studia e se – onestamente – te la cavi o hai bisogno di un supporto extra?
  • Preferisci lezioni frontali infinite o lavori di gruppo, attività pratiche, progetti di ricerca?
  • Riesci a sostenere i costi (affitti, libri, viaggio, birre… sì, anche le birre contano)?
  • Hanno servizi veri di orientamento e supporto o sono solo “nomi” sui siti?

Sì, ci sono anche i rischi (e non sono pochi)

Facciamo chiarezza. Studiare storia all’estero è bello ma non è una favola. Ecco le cose che fanno sudare freddo studenti (e famiglie):

  • Costi: non solo tasse: affitti, assicurazione sanitaria, trasporti… Non sono dettagli.
  • Burocrazia: niente fa sentire più italiani che scontrarsi con moduli, permessi, visti, scadenze strane. Non tutto è lineare come sembra nei video patinati delle università.
  • Metodo di studio diverso: qui nessuno ti regge la mano: se non segui, nessuno viene a cercarti. All’inizio disorienta, poi ci si fa l’abitudine (qualcuno no, ed è ok).
  • Solitudine: i primi giorni sono spesso tosti. L’inglese olandese o irlandese “veloce-vicino-al-pub” può mettere in crisi anche i B2. Persino chi è estroverso, a volte, si sente alieno per settimane.

Le voci di chi ci è passato

Alcuni dei ragazzi con cui parliamo ogni giorno raccontano di essersi sentiti “imbranati” all’inizio – anche solo per scrivere un essay di storia in inglese senza andare nel panico. Altri hanno scoperto di amare certe materie solo grazie ai progetti pratici (tipo, lavorando su vecchi manoscritti o partecipando a veri scavi archeologici). Molti, però, ci confidano che la cosa più difficile non è entrare, ma restare: adattarsi a ritmi e mentalità completamente diversi richiede calma, flessibilità e qualche serata di sconforto (non c’è niente di male, promesso).

Consigli pratici spicci (ma sinceri)

  • Non ti fidare solo dei “ranking” online: chiedi a chi studia già lì o cerca ex studenti italiani (qui possiamo aiutarti).
  • Prepara i documenti con largo anticipo: personal statement, reference letter, CV… vanno scritti con cura (e servono consigli veri, non copia-incolla).
  • Fai i conti bene: tra tassa, affitto, deposito della casa, biglietti aerei, libri… scriviti tutto.
  • Non vergognarti di chiedere aiuto: nessuno nasce “internazionale”.
  • Ricorda che restare in Italia e fare uno scambio Erasmus (all’inizio) non è una sconfitta.

La verità? Studiare storia all’estero può valere moltissimo, ma solo se lo fai con occhi aperti.

Le delusioni esistono, ma sono parte dell’esperienza. E poi, se qualcosa non funziona, cambiare idea è normale.

Noi di Studey non abbiamo la bacchetta magica, ma ci siamo, per rispondere alle domande (anche a quelle che sembrano banali) e evitarti qualche errore da principianti. Nessuna promessa che “va tutto bene di sicuro”, solo consigli veri da chi ci è già passato.

Se vuoi parlarne davvero, o ti serve una mano a capire se ha senso partire, scrivici. Più informazioni, meno ansie inutili – questa sì che è storia vera.

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Le informazioni contenute in questo articolo sono aggiornate al momento della pubblicazione, ma potrebbero subire variazioni nel tempo. Per avere informazioni sempre aggiornate e personalizzate sul tuo caso specifico, ti consigliamo di parlare con un nostro advisor.