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Viaggio studio per studenti di scienze della sicurezza

Studiare scienze della sicurezza all'estero può aprire nuove opportunità, ma richiede preparazione e consapevolezza delle sfide culturali e burocratiche.

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Viaggio studio per studenti di scienze della sicurezza: davvero pronto a partire? Ecco cosa sapere (senza filtri)

Studiare scienze della sicurezza fuori dall’Italia sembra il colpo di scena perfetto sul curriculum. E in effetti sì, può aprire strade che qui faticano a vedersi. Ma (e qui arriva il “ma”) non è una passeggiata e non esiste un percorso “giusto per tutti”. Condividiamo quello che spesso nessuno ti dice, ma che serve davvero se vuoi fare il salto.


Cosa vuol dire, sul serio, studiare scienze della sicurezza all’estero

Il nome lo conosci: sicurezza pubblica, gestione delle emergenze, cybersecurity, diritto della sicurezza, intelligence. All’estero, ti troverai spesso davanti a corsi “misti”, dove teoria e pratica si intrecciano e dove ti chiederanno di lavorare, tanto, su casi reali. Dimentica l’aula tutta slide e poco altro: si parla di stage obbligatori, project work, settimane in laboratorio o in enti veri.

E poi, la doccia fredda: ogni Paese ha il suo modo di intendere “sicurezza”, anche dal punto di vista culturale e giuridico. Capita di sentirsi spiazzati davanti a norme o strumenti che qui non si usano affatto.

Se parti dall’Italia aspettandoti una fotocopia aggiornata del percorso universitario nostrano, resterai sorpreso. In senso buono, ma anche con qualche ansia se non sei preparato.


Dove andare? E cosa cambia davvero tra le mete

Ecco alcune destinazioni tipiche — ma, spoiler: non esiste la “più facile” o la “perfetta”.

  • UK
    Tanti corsi molto pratici, stage veri in enti pubblici. Professore che ti segue davvero? Sì, ma non aspettarti indulgenza sugli esami. Dopo Brexit, la burocrazia si è fatta più tosta. I costi? Alti, inutile girarci attorno.
  • Irlanda
    Studenti da tutto il mondo, clima rilassato, occasioni di tirocinio in aziende e enti. Attenzione: in alcuni settori la competizione fa sul serio, e anche qui i prezzi stanno aumentando.
  • USA
    L’offerta è vastissima. Corsi su ogni specializzazione, possibilità di lavorare dentro e fuori l’università. Ma documentazione e visti richiedono pazienza... e soldi. Qui i costi sono spesso proibitivi, specie senza borsa.
  • Canada
    Ottimo rapporto università-mercato del lavoro. I corsi sono strutturati per inserire subito gli studenti in stage, ma devi dimostrare un inglese perfetto (non solo “OK per la vacanza”). Le temperature? Non sottovalutarle!
  • Paesi Bassi
    Il metodo di studio è diverso dal nostro: si lavora molto in gruppo, e la prospettiva è decisamente europea. Gli alloggi costano meno dei paesi anglosassoni, ma gli ingressi ai corsi sono competitivi.

Gli intoppi pratici (che ti conviene conoscere prima)

  • Inglese tecnico & compagnia bella
    L’inglese che serve qui non è quello dell’interrogazione o del binge-watching su Netflix. Imparerai (spesso in corsa) decine di acronimi, formule, procedure, termini di legge e regolamento che neanche sospettavi esistessero. Vale la pena investire su corsi seri o materiali dedicati fin da subito.
  • Burocrazia: tra visti, iscrizioni, mille pdf
    Ogni Paese ha i suoi rituali. C’è chi chiede 800 documenti, chi solo qualcuno, ma tutte le procedure sono da fare con anticipo. Niente panico se sbagli una scadenza, ma mettiti avanti: a nessuno piace sentirsi dire “domanda respinta”.
  • Costi reali, non immaginati
    Tra tasse, alloggio (che spesso va prenotato mesi prima), assicurazione sanitaria, trasporti e materiali di studio… la somma sale. Se ti piace avere margini “per sicurezza”, moltiplica almeno per 1,2 quello che pensavi.
  • Ambiente umano e culturale
    Il settore della sicurezza, in molti Paesi, è percepito e vissuto in modo diverso rispetto all’Italia. A volte sarai visto come “lo straniero”, altre volte la multiculturalità sarà un plus. Non dare niente per scontato, metti in conto momenti di frustrazione, ma anche (se li sai reggere) occasioni di crescita non banali.

Gli errori più frequenti (detto in modo diretto)

  • Prendere sottogamba la lingua specifica (sì, faranno domande tecniche già al colloquio per lo stage)
  • Ignorare la burocrazia dei visti (“tanto la faccio dopo…” e poi è troppo tardi)
  • Scegliere la meta solo per il nome o per la città (“perché va di moda” — ma poi il corso non ti serve)
  • Non pianificare le spese al centesimo (poi si resta senza margine, e si deve rientrare)

Storie vere, senza filtro

Ricordo Marta, partita per un master in cybersecurity in UK: l’ansia più grossa non è stata l’esame, ma capire come ottenere le certificazioni richieste per il tirocinio, destreggiarsi tra mille eventi di networking e — dettaglio non trascurabile — superare la paura di scrivere report tecnici in inglese. Spoiler: non è stato tutto rose e fiori, ma con pazienza e supporto ce l’ha fatta, ed è rimasta in UK a lavorare.

Poi c’è Luca, scelta un po’ alternativa: ha fatto uno stage in Irlanda durante la triennale e si è trovato spiazzato dal modo di lavorare (molto più diretto), ma anche da domande a cui in Italia nessuno l’aveva preparato. Gli ci è voluto un po’ per integrarsi — e amici ne ha trovati solo dopo avere mollato la timidezza.


Se pensi che sia “troppo”: ci sono varianti possibili

Non tutti partono subito: puoi anche cominciare con corsi online seri, summer school, o percorsi ibridi dove fare solo una parte degli esami all’estero. Così capisci davvero cosa fa per te, prima di affrontare il salto grosso (e la spesa maggiore).

Fatti queste domande onestamente:

  • Dove voglio arrivare fra 3-4 anni?
  • Gestisco bene la pressione di cambiare Paese e lingua, o rischio di andare in crisi?
  • Posso sostenere i costi reali senza ansie continue? Ho pensato a piani B o backup?
  • Esistono corsi meno “blasonati” ma più adatti a come sono fatto io?

Se sei bloccato su una di queste domande, parlarne con qualcuno che ci è già passato può fare la differenza.


Domande che sentiamo spesso (e risposte senza giri di parole)

Quanto tempo prima devo organizzarmi?
Almeno 6-12 mesi: iscrizioni, burocrazia, visti, test di lingua. Se inizi sotto data, rischi di dover aspettare un anno.

Devo per forza fare stage o tirocini?
Non ovunque è obbligatorio, ma praticamente sempre consigliato. Farlo all’estero vale molto sul CV.

Che documenti servono davvero?
Esami, diplomi, CV, lettere di referenza (meglio se vere, non “pro-forma”), personal statement. Occhio: spesso ti chiedono anche i moduli tradotti e pagelle degli ultimi anni.

Si trovano borse di studio?
Sì, ma ci si deve muovere presto e sono competitive. Non contare solo su quelle — meglio avere un piano di riserva.

Triennale o master? Che differenza c’è?
La triennale ti dà basi trasversali, il master è pensato per lanciarti subito nel mondo del lavoro con una specializzazione precisa. Scegli in base al tuo obiettivo, non a cosa “va di più”.


Se hai dubbi concreti, zero voglia di perdere tempo in errori prevedibili o vuoi semplicemente un confronto con qualcuno che ci è passato, chiedi. Nessuno ti promette la “bacchetta magica” — Studey non funziona così — ma qui l’esperienza reale ce l’abbiamo, dubbi e difficoltà incluse. La scelta migliore? Quella che fa stare tranquillo te, non quella che vende sogni facili.

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