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Viaggio studio per studenti di scienze biologiche

Studiare scienze biologiche all'estero offre esperienze uniche, ma comporta anche sfide. Ecco alcuni consigli utili per affrontare al meglio questa avventura.

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Viaggio Studio per Studenti di Scienze Biologiche: una Guida Pratica (davvero)

Se stai pensando di studiare scienze biologiche all’estero, probabilmente ti senti bombardato da domande e dubbi. Tranquillo, è normale: ci siamo passati anche noi e la verità è che nessuno ha una ricetta magica. Ma alcuni consigli onesti su come affrontare questa esperienza, quelli sì, possiamo darteli.

Perché prendere e partire?

Ok, lo sappiamo tutti: all’estero sembra tutto più figo. Ma oltre alle vetrate dei laboratori ultramoderni, il vero valore dello studio fuori dall’Italia è la prospettiva che cambi dentro di te: impari a cavartela (spesso arrancando all’inizio), a stare tra persone con culture diverse dalla tua, a vedere il tuo campo di studi con occhi nuovi.

Soprattutto nelle scienze biologiche, molti atenei fuori dall’Italia hanno strumenti che magari qui vedi solo sui libri. E, diciamocelo, anche le possibilità di tirocinio, ricerca e lavoro dopo la laurea si moltiplicano se hai già vissuto in un contesto internazionale.

Non è tutto oro, però. Ci sono giorni in cui ti sembra di non capire nulla e altri in cui ti senti il solo a non parlare “quell’accento british”, ma fa parte del gioco. E non lo diciamo per demoralizzarti, ma per darti un’immagine vera.

Dai, dove vado?

Qui dipende tutto da quello che vuoi, ma davvero. Non esiste “la destinazione perfetta” per tutti. Ecco qualche esempio pratico — ma alla fine la scelta deve essere tua:

  • Regno Unito: Qui le università famose non sono solo Oxford o Cambridge – guarda anche a realtà meno blasonate ma con laboratori super moderni e un’accoglienza molto concreta verso gli studenti internazionali.
  • USA: Grandi campus, molte borse di studio ma anche burocrazia più tosta e costi spesso più alti.
  • Canada: Ottima qualità della vita, molte iniziative su ambiente e ricerca, ambiente accogliente ma attenzione al clima (se non ami il freddo, ci penserei!).
  • Altri Paesi: Non sottovalutare destinazioni come l’Olanda, la Danimarca o l’Australia, che hanno offerta formativa e approcci super pratici.

Il nostro consiglio: mai scegliere solo per “nome”. Fatti domande pratiche tipo: quanto costa davvero vivere lì? So già la lingua (e attenzione, l’inglese accademico non è l’inglese da serie tv)? La ricerca in quell’università è davvero sulla materia che mi interessa?

Documenti, stress e attese: cosa ti serve davvero

La parte noiosa — ma necessaria. Preparati a raccogliere più scartoffie di quante ne immagini:

  • il passaporto, ovvio
  • la certificazione linguistica (spesso IELTS o TOEFL)
  • i tuoi certificati di studio tradotti
  • lettere di referenza (qui l’ansia da “ma chi glielo chiedo?” è normale)
  • motivazione personale (personal statement), dove racconti il perché vuoi fare questo viaggio

E poi c’è il visto (eh sì, ci sono delle trafile e non sempre fila tutto liscio al primo tentativo). Per ogni Paese cambiano le regole e i tempi, quindi meglio prenderla larga: non fare tutto all’ultimo minuto.

Sfide vere e storie di chi ci è già passato

Non esiste il viaggio studio senza qualche momento di panico, e lo diciamo proprio senza vergogna: le prime settimane sono spesso dure. Un ragazzo che abbiamo seguito qualche anno fa, approdato a Oxford, alla fine del primo trimestre ci ha scritto: “Qui mi aspettavo tutto perfetto, invece spesso non capisco cosa davvero vogliono dagli esami e mi sento sempre un giro indietro. Però i tutor sono super disponibili e la community di altri studenti italiani mi ha salvato la vita.”

E il nodo grosso, sappilo, è spesso la lingua: parlare di biologia in inglese è tutt’altra storia rispetto a guardare Netflix. Non arrenderti se all’inizio sembra impossibile: ognuno ha i suoi tempi.

Altra cosa che non si dice mai: può essere difficile trovare amici, e a volte la nostalgia di casa è pesante. Qui la rete conta: i gruppi di studenti, i tutor, ma anche semplici compagni di corso, possono salvarti le giornate storte.

Qualche trucco pratico (provati sulla pelle):

  • Inizia a leggere articoli scientifici in inglese prima di partire, anche se con fatica. All’inizio non capirai tutto, ma non importa, prosegui!
  • Se possibile, cerca gruppi online di studenti internazionali nella città/università che ti interessa. Molti sono molto attivi su Instagram o Facebook.
  • Scrivi una mail onesta ai futuri professori o agli uffici “international”: magari ti sorprenderanno rispondendo subito a dubbi pratici.
  • Se non ce la fai, chiedi aiuto. Sembra banale, ma tanti credono di dover essere “bravissimi” sempre. Non è vero. Farai fatica, e va bene così.

Se vuoi parlarne con qualcuno che ci è già passato...

Non c’è un unico modo giusto per affrontare questo percorso: ci sono mille soluzioni diverse e un sacco di ostacoli, ma moltissime cose si risolvono più facilmente se ne parli con chi le ha già provate. Se vuoi scambiare due parole o ti serve una guida più concreta (senza promesse che non possiamo mantenere), scrivici. Siamo un gruppo di ex studenti con una discreta esperienza di figuracce, ansie e anche qualche piccolo successo. Se poi vuoi anche risorse pratiche aggiornate, possiamo girarti le guide che raccogliamo di continuo e che aggiorniamo sulla base di quello che viviamo davvero o impariamo dagli altri ragazzi.

Insomma, se pensi di buttarti, sappi che sì, ci sarà qualche ostacolo, ma anche tante soddisfazioni. Si parte insieme — e se serve, si trova una strada (o si cambia rotta: niente drammi!).

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