Studiare in Inghilterra: città o campagna? Proviamo a parlarne sul serio
Se hai iniziato a pensare seriamente a un’esperienza di studio in Inghilterra, forse la prima cosa che ti viene in mente è: “Vado a Londra!”. In realtà, scegliere dove studiare fa davvero la differenza – e la domanda se andare in una grande città o in una località più piccola/rurale è meno banale di quanto sembri. Non esistono risposte perfette, ma ecco un po’ di ragionamenti schietti per aiutarti a farti un’idea, partendo da quello che spesso non viene mai detto.
Vivere in città: luci, stimoli... e un po’ di fatica
Le metropoli inglesi come Londra, Manchester o Bristol sono dei veri e propri hub: trasporti ovunque a ogni ora, tutto quello che può servire per studiare (dalle biblioteche aperte quasi h24 agli eventi universitari più strani), vita notturna, possibilità di fare networking, conoscere studenti da tutto il mondo, anche posti di lavoro part time più facili da trovare (anche se non è sempre una passeggiata – trovare lavoro è sempre un tema a parte).
Il rovescio della medaglia? Tutto costa di più. E non solo la stanza da affittare (spesso cara e piccola), ma anche semplici cose come un panino o un biglietto del bus. E poi c’è la classica sensazione da “grande città” che non tutti vivono bene: traffico, rumore, a volte ci si sente anonimi in mezzo alla folla. Per qualcuno questi stimoli sono una spinta, per altri uno stress.
La campagna (o le cittadine più piccole): tranquillità vera e… qualche imprevisto
Università fuori dalle grandi città, tipo York, Bath, oppure quelle distribuite dietro paesini che sembrano usciti dai romanzi di Harry Potter, danno tutta un’altra atmosfera. Vita più lenta, paesaggi spettacolari (e anche quella pioggia sottile che… vabbè, ormai lo sai). Gli affitti tendono a essere un po’ più bassi, meno confusione, gente spesso più accogliente, e una sensazione di “comunità” che molte città hanno perso.
Attenzione però: i trasporti non sono sempre il massimo, e spesso serve organizzarsi meglio per spostarsi, anche solo per andare a fare la spesa o tornare a casa in Italia. Anche trovare un lavoro part-time o attività super stimolanti può essere più complicato. Insomma, qui si va d’accordo con la calma e a volte pure con un po’ di solitudine: se sei una persona che ha sempre bisogno di mille input, forse ci penserei due volte.
Aspetti pratici da valutare (senza filtri)
- Quanto vuoi essere indipendente? Se te la cavi bene da solo/a e non ti spaventano imprevisti, la campagna può essere un’occasione vera per crescere un sacco. Ma devi mettertici di impegno.
- Budget e aspettative: Inutile girarci attorno: a Londra (e non solo) si spendono cifre importanti. In città più piccole si risparmia, ma bisogna considerare i trasferimenti in più, le attività diverse e magari qualche servizio che manca.
- Chi vuoi conoscere? Nelle città incontri di tutto, da studenti asiatici ad americani, a chi lavora e cerca solo un coinquilino tranquillo. Nella campagna, spesso, il gruppo di amici si crea in modo più spontaneo, ma potrebbe essere meno internazionale.
- Cosa cerchi dal tempo libero? Se il sabato vuoi scoprire mostre, concerti e nuovi locali, il contesto cittadino fa per te. Se invece preferisci escursioni nei boschi e pub storici, tante università nella campagna inglese sono un sogno vero.
“Mi sentirò solo/a?” Sì, può capitare. Succede a chiunque, in città o in campagna.
Parliamoci chiaro: il rischio di sentirsi spaesati c’è ovunque, specialmente all’inizio. In città magari hai tante cose da fare, ma può essere difficile “trovare il proprio gruppo”. In campagna, se il tuo inglese non è super o non ti butti, la sensazione di isolamento può essere più forte. Non c’è la formula magica, ma se ti riconosci in questa preoccupazione, valuta se è più facile per te trovare conforto nella folla o in pochi amici stretti.
Domande che riceviamo spesso… (no, non ti risponderemo con “dipende” e basta):
- “Posso davvero scegliere liberamente dove studiare?”
Più di quanto pensi, soprattutto fuori dalla top 3-4 università dove la competizione è altissima. Ma occhio ai requisiti specifici di ogni corso. - “Sto pensando a una piccola città, ma ho paura di annoiarmi…”
È una paura normale. Quello che possiamo dirti: molti ex-studenti raccontano che ci hanno messo un po’ ad ambientarsi, ma poi proprio lì sono nate le amicizie più forti. - “Riesco a trovare lavoro part-time anche in campagna?”
Più difficile, di solito sì. Però non impossibile: a volte basta adattarsi su altri tipi di lavori, e le università spesso hanno partnership locali che aiutano. - “Se mi sento perso, chi mi aiuta?”
Ci siamo passati anche noi – inutile negarlo, all’estero c’è sempre un momento in cui non si capisce nulla. Parlarne aiuta tantissimo: cerca gli advisor, i consulenti per studenti o anche solo i gruppi di ex-studenti della tua uni. (E se vuoi parlarne con qualcuno che ci è passato, siamo qui.)
Come scegliere alla fine?
Pensa alle tue priorità: per qualcuno, vale la pena fare qualche sacrificio in più per stare al centro di tutto (letteralmente “in mezzo al casino”). Per altri, una routine tranquilla, panorami verdi e relazioni più strette sono un beneficio vero. Non c’è una soluzione che vada bene per tutti e non ha senso scegliere SOLO in base all’università che “fa curriculum” se poi ti senti fuori posto ogni giorno.
Se hai ancora dubbi concreti, storie che ti fanno paura, o non sai proprio da dove partire, puoi parlarne con noi (nessuna risposta standard, promesso): a volte basta un confronto onesto, senza giri di parole. Che sia città o campagna, l’importante è sentirti ascoltato e capire come starai davvero, non solo sulla carta.
Qui si dice sempre che “studiare all’estero ti cambia la vita” – e spesso è vero, ma non per forza come immagini.
Spesso è difficile. A volte, però, è proprio nelle difficoltà che ci si scopre capaci di fare cose che prima sembravano impossibili.
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