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Studiare scienze della comunicazione in Irlanda: corsi e università

Studiare Scienze della Comunicazione in Irlanda offre opportunità uniche, ma presenta anche sfide come costi elevati e un sistema universitario diverso.

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Studiare Scienze della Comunicazione in Irlanda: la verità senza filtri

Quando pensi a un percorso universitario all’estero, magari in Irlanda, sembra tutto esotico e affascinante: campus verdi, lingua inglese tutto il giorno, aziende tech dietro l’angolo. Ma chi ci è già passato sa che le cose, come sempre, sono un po’ più sfumate. Oggi parliamo del corso di Scienze della Comunicazione in Irlanda, tra università, corsi, dubbi e qualche realtà scomoda che spesso nessuno ti racconta.


Perché l’Irlanda? Tra occasione e realtà

L’Irlanda sta attirando tanti studenti italiani che cercano un approccio diverso rispetto all’università italiana. Qui, tanti corsi sono super pratici, orientati ai media digitali e alla comunicazione globale, l’inglese è ovviamente “reale”, non quello dei libri, e ci si trova in un paese pieno di aziende tech internazionali – non solo Google, ma anche start-up e agenzie di ogni tipo. Sono questi i plus che molti cercano, anche se – va detto – l’altra faccia della medaglia esiste.

Da non sottovalutare alcune difficoltà, come il costo della vita (Dublino può essere davvero cara) e l’impatto iniziale con un sistema universitario molto diverso dal nostro, dove spesso ti ritrovi a fare presentazioni e lavori di gruppo fin da subito, senza troppi preavvisi.


Le università di riferimento

Trinity College Dublin

Il Trinity è l’ateneo più famoso della città, quello che finisce sempre su blog e Instagram. I suoi corsi di Communication, Media Studies e Journalism sono piuttosto teorici con una vena di ricerca, e la selezione è tosta: chi sogna una scorciatoia, qui si scontra con application scrupolose e colloqui dove il solito inglese scolastico non basta. La soddisfazione però è tanta, se si regge il ritmo.

University College Dublin (UCD)

Qui invece ci sono percorsi in Media, Film and Communication dove la pratica incontra la creatività. L’inglese qui conta parecchio (di solito IELTS almeno 6.0–6.5), perché si lavora tanto su testi, progetti video, articolazione di idee. Non mancano opportunità di stage, ma nulla è “regalato”: ci si deve muovere per tempo e candidarsi spesso autonomamente.

Dublin City University (DCU)

Se hai voglia di “smanettare” con i media digitali, la DCU è l’opzione forse più concreta. Il taglio dei corsi come Communication Studies è decisamente pratico, tra esercitazioni, progettazione di campagne, e laboratori multimediali. Qui si impara facendo – ed è un bene se non ami solo la teoria.


Cosa ti puoi aspettare davvero dal corso

  • Durata: Tre anni per la laurea classica, ma la giornata tipo è molto diversa dall’Italia: meno lezioni frontali, molte più cose da consegnare, spesso lavori di gruppo e examinazioni continue.
  • Lingua: Serve inglese vero, non “quello delle superiori”. Ogni università ha i suoi standard, per lo più con IELTS 6.0/6.5. E sì, la differenza si sente tutta appena ti siedi al primo esame orale.
  • Sbocchi lavorativi: Oltre al classico giornalismo, ci sono tante opportunità in digital marketing, social media, PR, aziende tech… ma la concorrenza è reale, il networking conta più di qualche voto alto.

La parte meno Instagrammabile: criticità e inciampi

  • Costi: Anche se le tasse per studenti italiani sono più abbordabili rispetto a chi viene da fuori UE, l’affitto a Dublino può mettere in crisi chiunque, soprattutto all’inizio. I campus hanno pochissimi posti e conviene cercare con larghissimo anticipo.
  • Metodo di studio: Addio a esami “all’italiana” e ripetizione a memoria: qui devi presentare, discutere, lavorare “alla pari” con i docenti. Può essere uno shock o un’occasione di crescita, dipende da chi sei.
  • Mercato del lavoro: Lavorare mentre studi si può, ma trovare part-time subito non è automatico. Avrai bisogno di una buona dose di proattività (e sì, anche di tenere d’occhio forum e gruppi di ex studenti su WhatsApp).
  • Scelta del corso: Inutile inseguire solo il “nome grosso” dell’università o seguire la moda del momento. Abbiamo visto studenti (“me compresa!” direbbe qualcuno del team Studey) buttarsi su un percorso poco sentito, solo per poi ritrovarsi spaesati. Meglio fermarsi e informarsi, anche chiedendo a chi quel percorso lo sta vivendo davvero.

Requisiti: cosa serve (e cosa invece evitare)

  • Documenti: Ti servirà il diploma italiano con traduzione ufficiale e – attenzione – una valutazione che spesso richiede un po’ di pazienza (e tanta precisione). Non dare per scontato nulla: tra i classici errori, pagelle incomplete o firme mancanti.
  • Personal Statement: Serve davvero, e quelli “scritti per piacere ai prof” non funzionano. Parlare onestamente di chi sei, dei tuoi obiettivi e persino dei tuoi dubbi paga molto di più. Se ti serve una mano, noi di Studey di solito lavoriamo con gli studenti su bozza, revisione, correzione (ma niente pacchetti miracolo).
  • Tempistiche: Dimentica l’iscrizione “all’ultimo minuto”. Tra test d’inglese, raccolta documenti e application, sei mesi di anticipo sono spesso il minimo sindacale.

Una storia vera: Marco e la sua DCU

Marco aveva mille dubbi, anzi, diciamolo: era quasi nel pallone. Temendo che la sua pagella italiana fosse “poco valida” per le università irlandesi, pensava di lasciar perdere tutto. Poi, dopo vari tentativi, ci ha chiesto supporto — abbiamo revisionato insieme ogni documento, scritto un personal statement che riflettesse davvero la sua storia, e a settembre è partito per la DCU. Lì si è ritrovato subito a fare project work, a parlare inglese h24 (e non sempre capiva le domande!). Il primo semestre è stato una montagna russa tra crisi, nuove amicizie trovate (e perse), qualche voto sotto le aspettative e tentativi di lavorare part-time. Oggi fa uno stage “vero” in un’agenzia di comunicazione — ci è arrivato grazie a una fiera dell’università, non solo per i suoi voti.

Se c’è una cosa che racconta spesso agli amici è che “le cose chiare le avrei volute prima”. Preparazione e sincerità, dice lui, sono state la svolta.


Risposte secche alle domande che (quasi) tutti ci fanno

Devo per forza avere il certificato di inglese ufficiale?
Sì, nella maggior parte dei casi, e spesso chiedono IELTS da 6.0 in su, ma occhio: ogni università ha il suo regolamento.

Posso lavorare mentre studio?
Sì, ma tra orari delle lezioni, studio e traffico non sempre è facile incastrare tutto. E nessuno ti regala niente, c’è concorrenza alta.

Conviene poi restare a lavorare in Irlanda?
Dipende da ambizioni e percorso: ci sono sbocchi, ma le selezioni sono toste e i costi della vita vanno considerati sul serio, specie se si vuole restare dopo la laurea.


In sintesi?

Studiare comunicazione in Irlanda può essere un’esperienza fortissima, ma (spoiler!) non è la panacea per chi cerca solo “un ambiente internazionale”. Informati, prenditi il tempo di parlare con ex studenti, preparati bene sui documenti e cerca di andare oltre quello che ti raccontano le brochure. Se hai dubbi, anche solo uno (magari una domanda che ti sembra stupida), scrivici: non promettiamo formule magiche, però qualche consiglio vero – se serve – te lo diamo volentieri.

E ricordati: nessuno parte davvero pronto, ma partire informati fa tutta la differenza.

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