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Studiare psicologia dello sviluppo in Olanda: corsi e opportunità

Studiare psicologia dello sviluppo in Olanda offre opportunità uniche, ma comporta sfide concrete come la burocrazia e la necessità di imparare l'olandese per stage.

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Studiare psicologia dello sviluppo in Olanda: cosa c’è davvero da sapere

Parlare di “andare a studiare psicologia dello sviluppo in Olanda” può suonare come una scelta da pionieri, ma la verità è che sempre più studenti stanno guardando verso i Paesi Bassi per un percorso accademico diverso da quello italiano, sia per la praticità del metodo che per l’apertura internazionale delle università olandesi. Ma niente miti: il viaggio è entusiasmante quanto pieno di zone d’ombra, e qui proviamo a raccontartelo senza filtri.

Psicologia dello sviluppo, in breve

Quando dici “voglio fare psicologia dello sviluppo”, spesso immagini di lavorare con bambini e adolescenti, osservare come cambiano nel tempo, capire come nascono le dinamiche emotive e comportamentali. In Olanda, trovi questa materia integrata sia nella laurea triennale in psicologia (Bachelor) che, in modo più approfondito, nel Master specialistico. Di base, però, il percorso comincia sempre da un bachelor in psicologia abbastanza ampio, spesso impostato più sulla ricerca e sullo studio pratico che sulle “lezioni solo in aula”.

Come funzionano i corsi (e cosa aspettarti)

  • Bachelor in Psychology: sono tre anni in cui tocchi un po’ tutti i rami della psicologia. Alcune università ti permettono di scegliere moduli specifici, progetti di ricerca o la tesi proprio nell’area dello sviluppo. Niente corsi “fotocopia” come quelli italiani — qui ti chiedono di lavorare in gruppo, presentare idee e buttarti anche se non hai mai parlato davanti a una classe.
  • Master in Developmental Psychology/Child Psychology: qui si entra nel vivo. Scegli moduli mirati sullo sviluppo cognitivo, emotivo, la psicopatologia dell’età evolutiva, ma soprattutto ti spingono tanto su laboratorio e ricerca applicata. Spesso sono proprio i tirocini – non banali da trovare, piccolo spoiler – a fare la differenza.

Solida apertura agli studenti stranieri e all’inglese, ma la full immersion richiede tanta autonomia: ci sono pochi appelli o appoggi “per ripetere”, la responsabilità di stare al passo è soprattutto tua.

Le opportunità (vere) e le sfide concrete

Studiare in Olanda non è solo “cervelli in fuga” e “internazionalità”. Un aspetto super positivo è la possibilità di entrare presto in contatto con centri di ricerca, scuole e organizzazioni che si occupano di minori e famiglie. Tirocini e project work non sono roba da brodino: si fa sul serio e, se sei proattivo, ti porti a casa delle competenze spendibili.

Occhio però a qualche realtà meno instagrammabile:

  • Sì, le università sono internazionali, ma appena tocchi lo stage, il mondo si divide: chi parla l’olandese trova più opportunità, chi no spesso si scontra con limiti concreti.
  • Il riconoscimento del titolo non è (quasi mai) un problema, ma l’abilitazione per lavorare in Italia pretende comunque passaggi e burocrazia extra. Conta anche parecchio cosa vuoi fare dopo il percorso: ricerca, lavoro clinico, insegnamento? Non tutte le strade sono spianate.
  • La vita quotidiana è meno economica di quanto immagini se vieni con il “budget universitario italiano”. Tasse universitarie più alte e affitti salati, specie nelle grandi città: meglio saperlo subito.

Difficoltà che pochi dicono (ma tanto poi ci sbatti la testa)

  • Lingua: I corsi sì, sono spesso in inglese. Ma l’olandese fa la differenza appena cerchi uno stage fuori dall’università o ti interessa restare a lavorare post-laurea. Lo impari solo vivendo lì, ma non è una passeggiata.
  • Selezione e preparazione: Non basta la pagella. Ti serviranno personal statement, reference, CV costruiti come si deve. Molti studenti italiani sottovalutano questo aspetto. Da queste parti, uno scritto fatto in mezza giornata non regge.
  • Burocrazia: Dall’application su Studielink alla compilazione di mille moduli, passando per la ricerca di casa, un bel po’ di energia la perdi in scartoffie. Meglio partire preparati che pensarci dopo.
  • Pressione e solitudine: Trasferirsi in un Paese nuovo non è solo una “grande occasione di crescita”, come dice chi non l’ha mai fatto. C’è lo shock culturale, ci sono giorni in cui nessuno ti capisce né in inglese né in italiano, e ci sono momenti in cui ti chiedi perché diavolo non sei rimasto sotto casa.

Una storia vera

Giulia, che oggi è al secondo anno di Master a Utrecht, ce lo racconta diritta:

“Pensavo che parlando inglese me la sarei cavata, invece dal secondo semestre tutti cercavano tirocinanti o stagisti che parlassero un po’ di olandese. È stato un mezzo trauma: mi sono sentita esclusa e ho dovuto impegnarmi come mai prima. Per il resto, la preparazione per candidarsi è lunga – senza Studey non sarei andata oltre le prime pagine della documentazione, a dire il vero.”

Cosa consigliamo, in soldoni

  • Informati il più possibile PRIMA sul corso di studio, sulle richieste linguistiche e su quali opportunità di stage offre davvero quell’università.
  • Valuta bene motivazioni, aspettative e “piano B”: psicologia all’estero resta una facoltà impegnativa, e non tutti trovano il lavoro dei sogni al primo colpo.
  • Non lasciarti incantare da brochure e open day perfetti: chiedi feedback a chi ci è passato, cerca testimonianze reali e cerca di immaginare come sarebbe la tua vita lì, non solo lo studio.
  • Tieni conto del costo della vita, delle tasse universitarie e dei passaggi per far riconoscere il titolo se pensi di tornare in Italia a lavorare.
  • Chiedi aiuto quando serve. Se hai bisogno di chiarire dubbi sulla candidatura o capire come evitare le trappole classiche, chiedere una mano non è mai un errore.

Domande che ci fanno spesso

Cosa cambia tra bachelor e master in psicologia dello sviluppo in Olanda?

Il bachelor è generalista: getta le basi e permette qualche scelta. Il master è specializzazione pura, con tanta ricerca e molta applicazione pratica in campo.

Posso fare psicologia solo in inglese?

In gran parte sì, soprattutto ai livelli alti. Ma per stage e placement sul territorio, avere una base di olandese può diventare essenziale.

Quanto costa studiare lì?

Netto: la tassa universitaria per UE è più alta che in Italia, e il costo della vita è medio-alto. Meglio partire informati e fare bene i conti.

Il titolo è riconosciuto in Italia?

Sì, ma la pratica per l’abilitazione segue le regole italiane. Ci vuole pazienza e, in alcuni casi, magari qualche esame integrativo.

Se non sai da dove partire – o sei già a metà strada e ti senti perso tra scadenze, domande e dubbi – Studey c’è davvero per orientarti, aiutarti con la preparazione della candidatura o per spiegarti chiaramente dove rischi di perderti. Nessuna promessa magica, solo il supporto che avremmo voluto ricevere noi quando siamo partiti. Se vuoi farci una domanda o farti due chiacchiere senza pressioni, scrivici: almeno hai un riferimento umano, non una risposta automatica.

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