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Studiare ingegneria gestionale in Irlanda: corsi e università

Studiare ingegneria gestionale in Irlanda offre opportunità uniche, ma richiede preparazione e adattamento a un sistema educativo diverso. Ecco cosa sapere.

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Studiare ingegneria gestionale in Irlanda: tutto quello che avrei voluto sapere prima di partire

Pensare di studiare ingegneria gestionale in Irlanda può sembrare un salto nel buio. Magari hai sentito parlare della qualità delle università irlandesi, o conosci qualcuno che c’è già stato, ma – sinceramente – le informazioni “ufficiali” raramente raccontano davvero come stanno le cose. Se sei qui, probabilmente vuoi capire cosa aspettarti davvero, quali siano le migliori università, che tipo di corsi troverai, dove sta il difficile e dove invece si può stare tranquilli. Proviamo a fare chiarezza, senza filtri, come la racconteremmo a un amico.


Perché Irlanda?

L’Irlanda è una meta popolare, soprattutto per chi cerca un mix solido di preparazione tecnica e apertura internazionale. È un paese molto accogliente, con un ambiente universitario giovane e pieno di studenti stranieri. E grazie alle tante aziende tech (Google, Intel, ecc.), ci sono reali possibilità di mettersi in gioco già durante l’università.

Ma non vogliamo vendertela troppo facile: la vita non è esattamente economica, e serve adattarsi a un certo modo di studiare (molto meno “spoon-fed” rispetto all’Italia).


Quali università considerare?

Non esiste una sola “ingegneria gestionale” come da noi, quindi bisogna un po’ adattarsi ai nomi e ai percorsi locali. Ecco alcune università che hanno corsi affini (parole chiave: “Engineering Management”, “Industrial Engineering”, “Manufacturing & Management”):

  • University College Dublin (UCD):
    Grande, internazionale e con collegamenti solidi con aziende. Ha un taglio piuttosto accademico, ma comunque aperto al mondo del lavoro.
  • Technological University Dublin (TU Dublin):
    Più pratica, strutture moderne, laboratori ben attrezzati e un’atmosfera informale. Non ha il “blasonato” di UCD, ma offre un ambiente in cui tanti studenti italiani si sono sentiti meno spaesati.
  • University of Limerick:
    Davvero valida sull’aspetto dell’ingegneria applicata, stage e project work. Preparano più al lavoro che alla teoria pura, almeno per esperienza diretta.
  • Munster Technological University (ex Cork IT):
    Spesso sottovalutata, ma se vuoi un percorso molto tecnico (e con costi della vita un filo più bassi rispetto a Dublino), merita uno sguardo.

Consiglio spassionato: non scegliere solo in base al “ranking”. Chiedi sempre i programmi dei corsi modulo per modulo, perché la gestione può essere interpretata in modo più “ingegneristico” o più “economico” a seconda dell’università.


Come funzionano i corsi, davvero?

  • Durata: Di norma 4 anni per la laurea (Bachelor), il che vuol dire un po’ più di tempo rispetto all’Italia. I master invece sono molto intensi e durano un anno (da non sottovalutare).
  • Cosa si studia: Uno zoccolo duro di materie di ingegneria (dalla matematica alla meccanica o elettronica, a seconda dell’indirizzo) mischiate con materie di management: supply chain, project management, economia, logistica.
  • Tanta pratica: Qui davvero è prassi fare stage o lavorare su progetti veri. Però attenzione: le opportunità non cadono dal cielo. Spesso sono competitive o richiedono iniziativa personale (meglio iniziare subito a cercare e a chiedere supporto, anche a Studey, per questo).
  • Esami: Non sono tutti orali come da noi. Molti sono project work, report scritti o esami scritti a tempo.

Ostacoli veri e problemi che quasi tutti sottovalutano

  • Lingua inglese (davvero!)
    Non basta sapere l’inglese “da scuola”. Serve capire e farsi capire anche per le cose più tecniche: dalla lezione in aula al parlare davanti a una commissione o a un’azienda. Consiglio: preparati con almeno 6 mesi di anticipo, se puoi fai pratica anche solo guardando video o leggendo articoli tecnici in inglese.
  • Burocrazia e documenti
    Da cittadini UE il visto non serve, ok. Ma per lavorare, fare stage e muoverti bene serve avere il cosiddetto PPS number. La procedura non è tragica, ma senza guida alla mano qualche passaggio può bloccarti (ci si può perdere su dettagli tipo: “chi può fare da referenza” o “che indirizzo dichiarare”). Se serve, Studey ti segue passo passo – e se qualcosa non si sa, te lo diciamo chiaro.
  • Ammissione
    Ti verranno chiesti il diploma, voti e una certificazione d’inglese (spesso IELTS 6.5 o più). Alcuni percorsi vogliono anche una lettera motivazionale o una specie di “mini-project” per capire chi sei. Più il corso è richiesto, più è serrata la selezione.
  • Costi (e nessuno te lo dice mai del tutto)
    Le tasse per studenti UE sono più basse che per altri stranieri, ma dovrai mettere in conto anche affitto (Dublino è molto cara), trasporti, materiale di studio, cibo. Difficile scendere sotto i 10.000 euro l’anno tra tutto. Imparare a farsi un budget vero (non solo sommare rette e affitto, ma mettere dentro tutto: da una pizza agli spostamenti) salva da brutte sorprese.
  • Trovare amici/alloggio
    All’inizio la botta di solitudine c’è, non raccontiamo storie. I primi mesi chiedi tutto quello che puoi, cerca gruppi di ex-studenti, partecipa agli eventi dell’università anche se ti sembrano inutili. E per l’alloggio: pianifica, sii veloce e preparati a qualche “spaesamento” iniziale (le case irlandesi non sono note per essere spaziose o moderne!).
  • L’errore più comune:
    Credere di poter rimandare l’immersione nella lingua, o di “adattarsi dopo”. L’esperienza dice: meglio investire nel prepararsi prima, piuttosto che arrivare e sentirsi sempre indietro.

Consigli pratici che non trovi sui siti istituzionali

  • Inizia la preparazione del certificato d’inglese e dei documenti almeno 6 mesi prima di inviare l’application.
  • Fai una lista domande “scomode” da chiedere a chi ci è già passato (magari anche agli advisor Studey): “Quante ore reali si passano in aula?”, “Che tipo di progetti dovrò fare?”, “Gli stage sono garantiti?”
  • Non sottovalutare la distanza: per alcuni vivere lontano da casa è solo “stimolante”, per altri pesa dopo pochi mesi. Prima di iscriverti, chiediti davvero se sei pronto (ed è ok se la risposta è “non ora”).
  • Occhio ai tempi delle application: alcune università chiudono le iscrizioni molto prima di quanto ti aspetti. Meglio organizzarsi prima, che rincorrere i documenti all’ultimo.

FAQ vere, fatte da studenti come te

Che certificato lingua serve davvero?

La prassi è IELTS 6.5 (o TOEFL equivalente), ma in realtà il livello che ti permetterà di sopravvivere senza ansia è un pochino più alto, almeno per le facoltà tecnico-gestionali. Allenati anche all’ascolto e alla produzione scritta.

Posso lavorare mentre studio?

Sì, come studente UE puoi lavorare part-time (20 ore a settimana durante i corsi, full time in estate). Ma trovare subito un lavoro sensato richiede almeno un inglese “vero” e capacità di gestirti tra studio e lavoro (non tutti ce la fanno nei primi mesi, e va bene così).

Borse di studio?

Qualcosa c’è, ma sono competitive. Alcuni atenei danno piccoli “aiutini” economici agli studenti UE, ma nulla di miracoloso. Vale la pena chiedere info specifiche caso per caso – e occhio a non fidarsi troppo di “promesse facili”.

Dopo la laurea resto a lavorare?

L’Irlanda è in crescita e chi si dà da fare trova spesso buone opportunità, ma non è “automatico”. Fondamentale è crearsi contatti con professori e aziende già durante i corsi e usare bene i servizi di career office delle università.


Non illudiamoci: studiare ingegneria gestionale in Irlanda è una scelta che apre tante porte, ma richiede anche di mettersi in gioco alla grande, imparare cose nuove (non solo a lezione) e mettere in conto qualche momento “no”. Nessuno ha tutte le risposte pronte, nemmeno noi di Studey: però ci siamo passati e se non sappiamo qualcosa te lo diciamo, o ti mettiamo in contatto con qualcuno che sa davvero di cosa parla.

Se vuoi confrontarti senza impegno, chiarire dubbi pratici o solo capire meglio come muoverti, scrivici: uno di noi ti risponde davvero (niente call center, promesso). E ricorda: meglio una domanda in più oggi che una brutta sorpresa domani.

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